Sed Lex > Dal camera-phone al pedoporno

Se i fatti si sono svolti come ci riferisce la cronaca, dubito che i ragazzi indagati possano essere, un domani, assolti pienamente. La legge non lo consente. Certo, il rito penale dei minori prevede vie d’uscita abbastanza indolori (ad esempio, irrilevanza del fatto e messa alla prova), ma non è mai una passeggiata.

La perdurante punibilità di certi fatti discende, probabilmente, dalla considerazione che, comunque, il materiale pedopornografico alimenta un mercato e scatena pulsioni criminali. Lo dimostra la previsione di una sanzione per la pedopornografia virtuale.

Il fatto è che se i materiali rimangono nella disponibilità del minore, questo pericolo non sussiste, è evidente.

Al di là di quello che possiamo pensare della vicenda, di quale possa essere l’età minima “giusta” per il sesso, mi sembra che il nostro ordinamento manifesti l’ennesima contraddizione, l’ennesimo tabù a proposito di un argomento del quale, al di là delle sanzioni, non si vuole parlare veramente, anche quando riguarda la sessualità propria degli adolescenti.

Avv. Daniele Minotti

www.studiominotti.it

www.minotti.net

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  1. etienne64:

    Non credo si tratti diuna contraddizione o di un “tabù”.
    Credo che il problema sia la mancanza di ponderazione dei diversi interessi in gioco. Purtroppo, le leggi più che attenti bilanciamenti di interessi sono proclami di attenzione ad un problema con totale oscuramento di tutto quello che sta intorno al bene che si vuole tutelare ovvero alla compresenza di beni altrettanto meritori di tutela ma confliggenti.,

  2. giuy:

    Salve, sono una studentessa di giurisprudenza in Urbino. Queste sue considerazioni (ma anche quelle pubblicate su punto informatico) le condivido. Vorrei sapere se posso citarle e citarla nella mia tesi sulla pornografia minorile virtuale.
    Grazie comunque e mi scuso per il disturbo.