Cosa fanno le banche per noi

In questi giorni sento spesso la fanfara della maggiore convenienza (per l’utente) dei conti online rispetto a quelli, diciamo cosi’, "tradizionali". Io ne ho uno da anni. Non tanto per pigrizia (ho la banca praticamente sotto lo studio), quanto per evitare le code.

All’inizio era gratuito, poi hanno iniziato a far pagare un canone, pur non elevatissimo (ma che si aggiunge a tutte le altre voci che mi ritrovo sull’estratto conto). Per me e’ comodo, quindi pago, ma per loro e’ una nuova entrata e, allo stesso tempo, risparmio (e non lo dicono, figuriamoci).

Ma il risparmio ha i suoi effetti collateriali perche’ quando si tira troppo… si finisce con l’esporsi a pratiche come il phishing. Al momento, questo risparmio sulle voci della sicurezza lo pagano gli utenti, non soltanto quelli gabbati dal phishier.

ABI sta diffondendo informazioni a tutela dei risparmiatori e, tra le altre cose, scrive un "decalogo" per le banche dove le misure di sicurezza raccomandate sono realmente ridicole. Con un effetto perverso: quando i singoli istituti di credito dimostreranno di aver rispettato queste regolette con poco senso (e di spesa nulla o quasi), la faranno franca coi risparmiatori derubati dei propri danari custoditi in una casa dalle pareti di carta di riso.

Io diffondo il meme, come apprezzato da Quinta.

Il resto l’ho gia’ detto, e’ inutile che mi ripeta.

  1. Diego d'Andria:

    Concordo con il tuo post, è assurdo che l’accesso online al proprio conto corrente sia offerto come un servizio aggiuntivo, dunque a pagamento, quando il maggior vantaggio del risparmio va alla banca.

    È un po’ come avviene con le autostrade, dove si paga per avere il Telepass, anche se è Autostrade S.p.A. a risparmiare lo stipendio dell’addetto al casello eliminato.

    Se almeno si liberalizzassero i servizi di pagamento elettronico, come sembrava auspicare una direttiva europea di qualche anno fa (che però fu limitata nella portata), il cittadino potrebbe scegliere di fare a meno del c/c bancario e usufruire di servizi più “light” ed economici.
    Ma chiaramente nell’Italia iperbancarizzata (e al riguardo mi auto-cito: http://uovooggi.blogspot.com/2007/08/italia-paese-di-banche-e-finanziarie.html ) nessun gruppo politico presenta proposte di legge del genere.