Radiocarcere e la riforma della Giustizia
L’esecutività della sentenza di primo grado in tutti quei casi in cui il fatto è certo è forse l’unica riforma idonea ad attuare il principio costituzionale della durata ragionevole del processo. Arresto in flagranza o confessione rendono inutile aspettare tre gradi di giudizio per eseguire la sentenza. L’anticipazione dell’esecuzione determinerebbe una riduzione dei tempi processuali. Impugnazioni dilatorie verrebbero a cessare. L’applicazione dei giudizi speciali aumenterebbe. L’esecutività della sentenza dopo il primo grado di giudizio paradossalmente per il condannato potrebbe costituire un elemento favorevole. I processi aventi ad oggetto reati di rilevante gravità e con un’evidenza probatoria sono infatti caratterizzati dal fatto che l’imputato è solitamente detenuto in virtù di un provvedimento cautelare. L’esecutività della sentenza di condanna non muterebbe lo status quo, comportando solamente un mutamento del titolo giustificativo della detenzione. Fatto che metterebbe fine all’ipocrita finzione cautelare e determinerebbe la possibilità di godere dei benefici penitenziari.
Un giudizio orale effettivamente garantito che conduca ad una giusta decisione deve essere la condizione senza la quale l’esecutività della sentenza di primo grado non può essere neanche pensata.
Gli inutili formalismi devono essere necessariamente eliminati. Il giudizio deve offrire garanzie effettive idonee per raggiungere la giusta decisione. E’ da rivedere l’intero sistema delle notificazioni eliminando l’istituto della contumacia, un unicum presente solo nel nostro sistema processuale.
L’appello, un controllo che deve essere necessariamente mantenuto. Ovviamente deve essere ripensato. Non è razionale un sistema nel quale ad un primo grado orale consegue un secondo grado cartolare. Non è razionale un sistema dove la decisione di seconda istanza non offra garanzie umane e giuridiche che sia migliore rispetto a quella impugnata.
L’appello avverso una sentenza di proscioglimento deve essere eliminato perchè irrazionale. La condanna può essere pronunciata se non vi sia un ragionevole dubbio. Una sentenza di assoluzione pronunciata da un giudice o da un tribunale concretizza un ragionevole dubbio che nessun altro giudice potrà mai superare.
Custodia cautelare, intercettazioni ed erronea applicazione della legge. La normativa relativa a custodia cautelare ed intercettazioni non necessita di una modifica legislativa. La realtà giudiziaria ci consegna una utilizzazione di questi strumenti processuali che non può essere condivisa. La modifica delle norme che disciplinano la loro utilizzazione non produrrebbe però risultati positivi. Le norme relative alla custodia cautelare ed intercettazioni dettano una disciplina più che valida. Disciplina la cui applicazione deve essere assicurata. Il risultato negativo che ci consegna l’esperienza giudiziaria è infatti il frutto di una errata applicazione della normativa. E’ necessario pertanto trovare lo strumento idoneo ad evitare l’errata applicazione del dato giuridico. Risultato che si ottiene modificando il sistema giudiziario. Si deve curare la scelta e la selezione dei giudici che controllano l’applicazione della legge i così detti giudici delle impugnazioni. La cassazione deve tornare ad essere giudice di qualità e non di quantità, giudice che controlla l’esatta applicazione del diritto. L’errore nell’applicazione della legge deve avere una rilevanza.
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