Radiocarcere e la riforma della Giustizia
L’organo di autogoverno della magistratura la cui composizione andrebbe necessariamente rivista potrebbe amministrare entrambi pubblici ministeri e giudici, preservando la loro autonomia ed indipendenza dal potere esecutivo. E’ necessario però strappare la gestione del Csm alle correnti dei magistrati. Il maggior ostacolo alla realizzazione di un sistema meritocratico è stato costituito proprio dal Csm. Le scelte di quest’organo sono state formate in ragione di logiche clientelari-correntizie e non meritocratiche. Il dirigente di un importante ufficio è sino ad oggi stato selezionato in base alla corrente di appartenenza e non in ragione delle capacità attitudinale. L’eliminazione delle correnti, la riduzione del loro potere passa attraverso il cambiamento di composizione e del sistema elettorale dell’organo di autogoverno. Si potrebbe pensare ad un sistema maggioritario a base uninominale con preferenza unica con un corpo elettorale composto da magistrati, pubblici ministeri e avvocati. Eleggibili sarebbero giudici, pubblici ministeri, avvocati, professori universitari. Ovviamente si deve trovare un sistema per cui il numero di votanti di ciascuna categoria sia equivalente all’altro. Si potrebbe pensare che ogni categoria sempre con un sistema maggioritario a base uninominale con preferenza unica elegga i delegati all’elezione dei componenti del Csm.
Il processo mediatico. Una barbarie perpetrata in nome del diritto di cronaca, dimenticando che questo non può non avere dei limiti e soprattutto non può portare alla soccombenza di altri diritti costituzionalmente garantiti, quali quello della riservatezza, del diritto alla difesa, del diritto ad un giusto processo e soprattutto del diritto ad essere presunto non colpevole. Il codice penale, proprio i ragione di quanto affermato, sanziona la pubblicazione degli atti d’indagine. Sanzione che di fatto rimane inapplicata. Il reato infatti è di fatto impunito, come impunita è la rivelazione del segreto d’ufficio. Nei rari casi in cui il reato è perseguito viene comminata una multa di poche centinaia di euro grazie al beneficio dell’oblazione. Una reale persecuzione del reato porterebbe portare peraltro al risultato dell’applicazione di pena più severa visto che l’oblazione è un beneficio che il giudice deve autorizzare. Peraltro il processo mediatico potrebbe essere facilmente eliminato sostituendo la sanzione penale con una sanzione amministrativa a carico dell’editore.
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