Per carità: il balzo l’ho fatto anch’io. Ero a pranzo e, in attesa di essere servito, stavo guardando Repubblica online. Il titolo mi ha colpito subito, l’articolo è questo.
Berlusconi vorrebbe regolare Internet. Una notizia sconvolgente. Dopo l’iniziale sgomento, però, ho provato a riflettere e mi è venuto qualche dubbio. Senza voler fare quello che è più furbo degli altri, ho subito notato che la dichiarazione di intenti era piuttosto vaga (almeno nella versione di Repubblica, come vedremo).
Ci ho riflettuto un po’ meglio e i dubbi si sono moltiplicati. Cerca che ti ricerca, ho trovato anche la versione del Corriere. E c’è un passaggio importante, del tutto omesso da Repubblica: “Il G8 ha già come compito la regolazione dei mercati finanziari in tutte le nazioni; ho visto che per quanto riguarda internet manca una regolamentazione comune”. Non è cosa da poco.
Già doveva venire il dubbio considerato il contesto G8, che è un “forum” che tratta questioni economico-finanziarie. Difficile, dunque, pensare a censure.
Leggendo quanto scritto dal Corriere (e – ripeto – omesso da Repubblica) tutto torna. La censura non c’entra nulla. La preoccupazione di Berlusconi è soltanto quella di scrivere regole che favoriscano l’integrazione di mercato e/o finanza internazionali. Difficile, se non impossibile, che abbia una ricaduta sulle libertà individuali.
Berlusconi dice… nulla
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