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Il caso Riolo: un commento
Temo che il caso di Claudio Riolo, condannato, a suo tempo, in Italia per diffamazione e, poi, totalmente riabilitato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, non sia notissino.
Su Penale.it ho appena pubblicato un approfondimento di Valeria Falcone.
Farà la gioia degli amici Carlo Felice e Vittorio (che “rischiano” quotidianamente in virtù della loro professione), ma penso che riguardi tutti noi.
Il Minottino: ultime revisioni della 1.1.0
Volevo aspettare le motivazioni della sentenza contro Carlo Ruta e i conseguenti commenti (ne ho già visti alcuni e so che ne arriveranno altri). Era una cosa molto importante, ne converrete.
Così, visto che ci siamo quasi (fine mese?), se qualcuno avesse suggerimenti, consigli, critiche e anche correzioni, può sempre accomodarsi nei commenti.
La rev. 1.0.0 è sempre scaricabile da QUI (poi sarà sostituita, ovviamente).
I conti della serva (e qualche riflessione)
Gilioli via Mantellini. Ho aspettato un attimo a riprendere la cosa, speravo vi fossero sviluppi, invece no…
Insomma, pare che la notizia “un ubriaco o fatto su due” nel veronese fosse una patacca. Vediamo le cifre corrette accertate da quelli de L’espresso: 576 fermati, di questi 80 ritenuti “sospetti” e, dunque, da sottoporre a test, 37 positivi. Quindi, gli “irregolari” scendono ben sotto il 10% dei fermati (ed è questo il dato che interessa).
Ma andiamo oltre dicendo qualcosa che non tutti sanno.
I “sospetti” sono coloro che presentano una certa sintomatologia: alito vinoso, difficoltà della favella, difficoltà nel camminare, ecc.
Il problema è che, malgrado alcune recenti riforme, per la legge (come letta dalla giurisprudenza), basta ancora questa sintomatologia, questi riscontri obiettivi non essenso, di fatto, obbligatorio procedere ai test (che, pure, in quell’occasione hanno coscenziosamente fatto).
Il che significa che si ha oltre il 50% di possibilità di essere ingiustamente accusati di guida in stato di ebbrezza (i rimanenti sono storditi di loro).
Ultimamente, le leggi si fanno sempre per colpire i “cattivi” (che è anche giusto), mai per tutelare i “buoni” (che sarebbe altrettanto giusto).
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3 Comments
No al bollino anche per il software (e molto di più)
Ennesima sentenza in tema di contrassegno SIAE, post Schwibbert (quasi non se ne può più, ma serve anche per SIAE che continua a dire pretendere soldi contro la legge perché, sino a nuovo ordine, il contrassegno è fuorilegge) .
Il sunto:
– assoluzione anche per alcune condotte relative al software (non soltanto per gli audiovisivi);
– assoluzione “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”;
– revocabilità (i.e. cancellazione) delle condanne patite per quei fatti.
Battisti anch’io!
Massì… Battisti era un fascio, Battisti de Il mio canto libero con le braccia alzate che sembravano (ai paranoici) un saluto romano (che l’ha spiegato bene Mogol quanto fosse un’idea quanto meno balzana), Battisti che faceva il personaggio per non apparire e viceversa, Battisti che non sapeva cantare (nessuno ha mai saputo interpretare meglio le sue canzoni – e ho le mie riserve pure sul mitico duetto Mina-Battisti), Battisti che non parlava di politica nella canzoni (si vede che fine hanno fatto certi idioti invasati, spesso musicalmente incapaci eppure sostenuti dai sotto-regimi del tempo), Battisti che ha mollato Mogol (grande rispetto per Mogol, ma Don Giovanni rimane un album splendido, uno dei migliori – anche se sono assoluto credente de La luce dell’Est – dedica), Battisti che era Battisti. E non ce n’è uno uguale.
Finiamola, suvvia. Come finiamola di fare cover come questa raccapricciante di Carla Bruni (c’è veramente da stare male): stonata, afona, senza la minima espressione, pateticamente francesizzata nell’accento, lagnosa, ruffiana.
Basta. Vince Battisti.
Carlo Ruta, Di Pietro e alcune considerazioni – UPDATED
Anche Antonio Di Pietro (era prevedibile) si unisce alle proteste per la condanna a Carlo Ruta. Dà la colpa alla legge, ma non se la prende col giudice (cosa altrettanto prevedibile) che, sempre con le parole del nostro, “ha dovuto applicare la legge”.
Non è così. Il giudice ha fatto una precisa scelta di interpretare una legge (meglio: un gruppo di leggi) in un certo senso, piuttosto che in quello contrario, perché un minimo di spazio per questa interpretazione c’era. La legge, specie nella sua storia, non è chiarissima. A mio modo di vedere, nel dubbio avrebbe dovuto concludere pro reo.
La sentenza – fatto che non bisogna dimenticare – presenta almeno tre buchi (ratio della l. 62/2001, successione e portata del d.lgs. 70/2003 e periodicità). Il fatto è, però, che questi aspetti saranno oggetto di appello o ricorsi per cassazione nonché delle opinioni in dottrina da rendersi in altri àmbiti (la settimana del 14 dovrebbe uscire qualcosa su Penale.it).
Allora, per il momento, è anche corretto non nasconderci che la legge sia troppo ambigua, dunque meritevole di essere cambiata. Per evitare altri casi Carlo Ruta, un errore giudiziario servito su un piatto d’argento dal legislatore.
In parte, questo è il senso dell’interrogazione dell’on. Giulietti. Ma sarebbe stato meglio farla dopo la motivazione, altrimenti non ha proprio senso…
Aggiornamento del 7 settembre 2008, prima di Gara 1 SBK: Massimo ci ricorda che l’on. Giulietti ha le sue belle responsabilità sulla l. 62/2001… Però, che bella faccia tosta…
Uno, nessuno e centomila
Oggi Altalex pubblica la pronuncia della Cassazione sul caso di parlamentari tossici.
Ricordo che, in primo grado, i due imputati avevano patteggiato una pena relativamente al reato di cui all’art. 167 TU Privacy, ma avevano, comunque, fatto ricorso. Confidando in una corretta lettura della legge. Ne è sortita una decisione soprendente.
A parte le questioni relative al prelievo (“fraudolento” e “ingannevole”), la Suprema Corte, come riferito nella nota, fa un ragionamento importante. I singoli parlamentari tossici non sono stati identificati (e, comunque, le Iene non ne hanno mai diffuso i nomi), però il danno (l’attribuzione della qualità di “tossico”) riguarda tutti i parlamentari indistintamente e il Parlamento stesso.
“Tutti i Parlamentari potevano essere indiscriminatamente sospettati di assumere stupefacenti con la conseguenza che ogni membro del Senato o della Camera dei Deputati, nonché la istituzione parlamentare, ha subito un nocumento alla sua immagine pubblica ed onorabilità“.
Uno o centomila, ma, appunto, anche nessuno.
Wikijustice
Apprezzabilissimo articolo, per PI, di Gaia Bottà.
E’ un po’ che lo dico: sull’onniscienza di Wikipedia metterei un freno. Non uno stop secco, ma un freno, un po’ tirato. Specie sul giudiziariamente rilevante (e non mi occupo del caso concreto della donna etiope).
Don’t tell anyone: ho personalmente sentito un PM citare Wikipedia (per la definizione di “hacker” parecchio sballata, almeno nella citazione parziale). Ciò a conferma che questa “mania” è, oramai, trasversale.
Ma io raccomando maggiore rigore. Con rispetto per Wikipedia dalla quale attingo spesso. Che, però, quel rigore non ha. E io non la eleggo a Verbo.
Beata ignoranza, la mia. Spiegazione… in calce
Appartiene al gergo leguleio. Lo scrivo tante volte, ma… “in calce” ha un’origine precisa, inaspettata e interessante.
Ce lo spiega Mitì che, tra l’altro, è indicata da Wikipedia tra i genovesi importanti di tutti i tempi (per tacere della via e delle sezioni ANA – anche nella mia amata-odiata Santa – intitolate al suo grande padre nonno).
Lecito dubitare
Considerate le dimensioni della pancia di Google, quali e quanti dati prenderà Chorme? Codice per verificare?