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Yearly Archives: 2008
Girare la frittata (e anche le b….) – UPDATED
Molti conoscono la mobilitazione anti ddl Levi. C’e’ un blog e anche il gruppo su FB è molto attivo.
Poi, leggi le dichiarazioni del PD (ma potrebbero essere quelle di qualsiasi altro partito) e scopri che… lo “sciopero” dell’altro giorno era contro le vaghe parole di Berlusconi sulle regole di Internet.
Che è una sonora BALLA e, purtroppo, il rischio è che qualcuno se la beva.
Morale: a certi politici, di ogni schieramento, interessa soltanto screditare l’avversario, e non sostenere una giusta causa, a costo di raccontare balle strumentalizzando i fatti. E in mezzo ci siamo noi.
(grazie a Loris D’Emilio)
Aggiornamento del 7 dicembre, ore 12:20: Anche il Messaggero ha preparato un bel minestrone di frottole. Anna Masera su La Stampa, invece, riporta il comunicato di BoBi, ma viene fuori una cosa poco chiara e anche un po’ ambigua.
Posted in Varie
6 Comments
Il mondo è bello perché è anche Internet
Senza essere paranoici (di solito, cerco di non esserlo), c’è da dire che, spesso, Internet è vista come un mondo a sé. Ci sono regole, ma pare che in Rete svaniscano, come per incanto.
Sintomatica, in questo senso, è un’ordinanza del riesame ferrarese che, giustamente, tratta Internet allo stesso modo del mondo “reale”.
Nel “tangibile” vendere semi di canapa non è reato, non è spaccio o coltivazione, non è istigazione all’uso di stupefacenti. Pacifico. E così dovrebbe essere per la Rete. Evidentemente, però, gli inquirenti la pensavano diversamente.
Il riesame di Ferrara mette un po’ d’ordine.
Posted in Sentenze e sentenzine
3 Comments
Monnezza informatica e privacy
Sempre sul sito del Garante, si può visionare il nuovo provvedimento generale in tema di rottamazione di PC (rectius: memorie varie).
Tema delicatissimo (vi dice qualcosa, ad esempio, il termine “trashing“) e molto interessante.
Da QUI.
Posted in Privacy e dati personali
3 Comments
Privacy e giornalismo sul sito del Garante
E’ online, appunto sul sito del Garante Privacy, la nuova edizione del volume sul tema di cui all’oggetto, a cura di Mauro Paissan.
Interessante e rilevante anche per i blogger, deontologia a parte senza neppure troppi distinguo.
Berlusconi dice… nulla
Per carità: il balzo l’ho fatto anch’io. Ero a pranzo e, in attesa di essere servito, stavo guardando Repubblica online. Il titolo mi ha colpito subito, l’articolo è questo.
Berlusconi vorrebbe regolare Internet. Una notizia sconvolgente. Dopo l’iniziale sgomento, però, ho provato a riflettere e mi è venuto qualche dubbio. Senza voler fare quello che è più furbo degli altri, ho subito notato che la dichiarazione di intenti era piuttosto vaga (almeno nella versione di Repubblica, come vedremo).
Ci ho riflettuto un po’ meglio e i dubbi si sono moltiplicati. Cerca che ti ricerca, ho trovato anche la versione del Corriere. E c’è un passaggio importante, del tutto omesso da Repubblica: “Il G8 ha già come compito la regolazione dei mercati finanziari in tutte le nazioni; ho visto che per quanto riguarda internet manca una regolamentazione comune”. Non è cosa da poco.
Già doveva venire il dubbio considerato il contesto G8, che è un “forum” che tratta questioni economico-finanziarie. Difficile, dunque, pensare a censure.
Leggendo quanto scritto dal Corriere (e – ripeto – omesso da Repubblica) tutto torna. La censura non c’entra nulla. La preoccupazione di Berlusconi è soltanto quella di scrivere regole che favoriscano l’integrazione di mercato e/o finanza internazionali. Difficile, se non impossibile, che abbia una ricaduta sulle libertà individuali.
Cassinelli rev. 2.0
Lascio a voi i commenti anche perché potrei essere partigiano.
Il nuovo testo e’ QUI.
(C’è una cosa tosta, eh… che nessuno, che io sappia, ha mai avuto il coraggio di proporre… depenalizzazione della stampa clandestina).
Sed Lex > Cassinelli: così si salvano i blog dalla censura
Premessa
Sempre alla tavola rotonda organizzata da AIGI, ho avuto il piacere di ascoltare le parole di Enzo Pulitanò, grande (senza piaggeria, basta informarsi in giro) collega che, quanto ad informazione, ne ha viste di cotte e di crude. Mica un ragazzino di belle speranze qualunque.
Diceva, in quell’occasione, che, in fondo, per fare informazione sulle riforme più controverse, basterebbe convocare, sui media, il politico proponente e fargli una bella serie di domande colte (nel senso del conoscere la materia, senza criticare a vanvera), precise e mirate.
Casualmente, qualcosa del genere (anche se da sgrossare) si sta facendo. Ho recepito subito il messaggio-insegnamento, che condivido pienamente, e, alla prima occasione, ho provato ad applicarlo al concreto.
Per Punto Informatico, ho intervistato, decisamente improvvisato in questo ruolo, l’on. Roberto Cassinelli circa la sua proposta di legge cd. “salvablog”.
Certo, con il parlamentare ho una rapporto privilegiato (è consigliere del mio ordine professionale ed abbiamo un carissimo amico in comune – con questo non millanto alcun credito), però il solco è quello. Ed è ben tracciato. Sarebbe bello si facesse con tutti i politici, di ogni schieramento, senza passare per blog quasi esclusivamente autocelebrativi e demagogici, interviste “programmate” e altri mezzucci “à la page” della politica nostrana.
Ecco il risultato pubblicato oggi su Punto Informatico. Io penso si stia facendo una cosa buona e potrebbe essere soltanto l’inizio. A voi il giudizio.
(da Punto Informatico n. 3115 del 24 novembre 2008)
Roma – Dopo la presentazione della Proposta di Legge Cassinelli cd. “salvablog”, la Rete, appena ripresasi per il dietrofront dell’on. Levi, ha rinserrato i ranghi. Già all’indomani della presentazione della proposta, Punto Informatico ha pubblicato un articolo dove, pur riconoscendo il radicale cambio di rotta di questo testo rispetto a quelli che l’hanno preceduto, si evidenziavano alcune perplessità dei primi osservatori. Ed anche su Facebook si sta discutendo attivamente della cosa, peraltro con il personale intervento del parlamentare.
Tra il partito dell’abrogazione di ogni legge sulla stampa (movimento non certo dell’ultimo minuto) e quello dell’iper-normazione, l’on. Cassinelli pare aver scelto una via mediana. Accettando di rilasciare un’intervista a Punto Informatico, replica alle principali osservazioni formulate in Rete e spiega il suo pensiero.
Daniele Minotti: Onorevole Cassinelli, è ormai chiaro che il Popolo della Rete non ama certe regole nella misura in cui intende Internet come mezzo capace di garantire la più libera espressione del pensiero, anche con riferimento alla Costituzione. In questi ultimi giorni, dopo la notizia della proposta dell’On. Levi, la Rete si è mobilitata denunciando il pericolo non soltanto di oneri e burocratizzazione dell’informazione telematica, ma anche e soprattutto di forme di controllo preventivo nonché di una vera e propria censura. Riassunto lo scenario attuale, come si pone la Sua proposta?
Roberto Cassinelli: La mia proposta vuole essere sostanzialmente antitetica rispetto a quella dell’Onorevole Levi. Come ho scritto a chiare lettere nella relazione che accompagna il testo, l’obiettivo è quello di liberare i blog, le comunità virtuali ed i siti gestiti in modo amatoriale da ogni obbligo di registrazione. Va detto, infatti, che la normativa vigente, che comincia ad essere applicata (si veda a questo proposito la sentenza 194/08 del tribunale penale di Modica che ha condannato lo storico Carlo Ruta per il reato di stampa clandestina), pone criteri assolutamente inopportuni che rischiano di far considerare tutti i blog come prodotti editoriali per i quali è necessaria la registrazione.
DM: La Rete, in modo politicamente trasversale, sembra apprezzare la Sua azione, anche con riferimento alla Sua fattiva partecipazione ad esempio in un apposito gruppo di Facebook. Rimangono, però, alcune perplessità in ordine a quelli che paiono eccessivi e complessi distinguo tra i quali non è facile orientarsi. Mi riferisco alle modifiche all’art. 3 della l. 62/2001. Come intende replicare a queste osservazioni?
RC: Tengo a chiarire che la proposta di legge introduce, insieme ad un articolo che regolamenta determinate e limitate fattispecie, un altro che, al contrario, liberalizza un numero molto più ampio di siti.
Un’altra precisazione che voglio fare e che ritengo molto importante riguarda i blog che traggono profitto da inserzioni pubblicitarie. C’è chi ha scritto che la mia proposta intende imporre, per questa categoria, l’obbligo di registrazione. Non è affatto così: i blog, come è esplicitamente scritto nel disegno di legge, sono esclusi “in ogni caso” dall’obbligo di registrazione. Il fattore “introiti da pubblicità” incide solo per una limitata categoria di siti, gestiti comunque in modo professionale. Capisco, però, che così com’è scritta questa parte si presti ad interpretazioni, e per questo mi impegno a rivederla per evitare che emergano dubbi.
Il testo che ho depositato alla Camera, comunque, è ancora in fase di prima lettura, ed è solamente la base da cui partire per creare un progetto organico e completo. Ho da subito espresso (sul mio sito, sul mio blog e su Facebook) la volontà di svolgere questo lavoro insieme al mondo dei blogger. Sono molto soddisfatto che la risposta sia stata positiva: sono arrivati utilissimi suggerimenti ed anche osservazioni legittimamente critiche (e talvolta corrette) sulla prima versione del testo. Per esempio, una utente mi ha suggerito di trattare il tema dei “social news”, che non sono citati nella prima bozza. Un altro, invece, propone di utilizzare lo strumento “Wiki” per una redazione “comune” del testo definitivo. Sono tutte osservazioni giuste a cui voglio dare seguito. Anche le osservazioni di alcuni blogger al di fuori di Facebook sono interessanti e condivisibili, così come l’articolo di Punto Informatico, che fa alcune giuste critiche al mio testo. Credo che questo sia lo spirito giusto per affrontare un tema come quello della libertà dei blog: ponendo al centro dell’attenzione coloro che ne sono i protagonisti.
DM: Molti ritengono che, come accade in altri Paesi di solida tradizione democratica, l’informazione non debba patire norme troppo stringenti come quelle che impongono la registrazione della testata e la nomina di un direttore responsabile. Da più parti, non soltanto negli ambienti telematici, si invoca l’abrogazione della l. 47/48. Ricordato che le regole della responsabilità civile e penale esistono già e comunque, qual è il Suo pensiero in merito a richieste tanto radicali?
RC: La legge 47 del 1948 è un testo vecchio, che va certamente modificato ed aggiornato. La stessa mia proposta di legge ne limita gli effetti. Credo, però, che un’abrogazione totale sia fuori luogo, ed aprire un dibattito su questo tema allungherebbe enormemente i tempi per una seria liberalizzazione dei blog.
DM: Il Suo progetto di legge si pone in evidente antitesi con quello proposto dall’on. Levi. Come sappiamo, quest’ultimo ha dichiarato, con un comunicato apparso sul sito del PD, di voler cancellare il capitolo Internet. Dunque, non ha anticipato il ritiro del suo elaborato, ma ha soltanto annunciato correzioni. È prevedibile che i due progetti di legge diventino formalmente concorrenti e riuniti in un solo progetto per la discussione parlamentare? E, nel caso affermativo, come intende sostenere la Sua proposta nei confronti di altre di segno opposto?
RC: Non so se i nostri progetti saranno concorrenti (per saperlo bisognerà capire come l’onorevole Levi modificherà la sua proposta), certamente non saranno riuniti. Vi sarà su entrambi un’ampia discussione, dapprima nelle competenti Commissioni, quindi in Aula. Ogni collega Parlamentare potrà proporre emendamenti. Poi si passerà alla votazione e la Camera si esprimerà.
a cura di Daniele Minotti
Il blog di Daniele Minotti
Tappo di sughero o a corona?
L’architettura mi piace molto, così sono finito a leggere una notiziola su Repubblica.
Nella gallery riguardante il premio per il più bel grattacielo (prima immagine QUI) leggo testualmente:
“Il World Financial Center di Shangai, il secondo edificio più alto del mondo, è stato nominato miglior grattacielo portato a termine quest’anno. “La semplicità della sua forma e la sua mole drammatizzano l’idea di grattacielo”, spiega Carol Willis, del Council on tall buildings and urban habitat, il gruppo di architetti ed ingegneri che ha assegnato il riconoscimento. La torre di Shangai è stata progettata dallo studio di architettura Kohn Pederson Fox Associates, con sede centrale a New York e viene chiamata spesso “il cavatappi” per via del suo disegno “attorcigliato”.“.
Guardatevi l’immagine. Ma son scemo io o cosa?