Yearly Archives: 2008

Urbani: i nodi vengono al pettine

Oggi vengo a sapere di un decreto penale di condanna per p2p (art. 171, comma 1, lett. a-bis) l.d.a.).
Ora, per una serie di motivi (lunghezza e onerosità di un dibattimento e inutilitá di altri riti) io penso che, di regola, sia più consigliabile accedere all’oblazione sui generis prevista dalla stessa norma (vista anche la condanna irrogata col decreto – 3.000 euro e gli effetti completamente estintivi rispetto a quelli parziali del decreto – che è pur sempre condanna, eh…).
Ma il nodo viene al pettine perché, a leggere la norma, questa oblazione può essere chiesta soltanto prima del dibattimento (ok, come quella vera e propria) oppure… prima del decreto penale (stortura che ho sempre denunciato).
Insomma, non si potrebbe opporre il decreto e, contestualmente, chiedere questa oblazione…
Io qualche idea l’avrei (interpretazione costituzionalmente orientata, ultimo termine sempre col dibattimento, ecc.).
Qualcuno vuol contribuire con qualche idea brillante?

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Italia > il mondo (e ritorno)

Bella immagine che abbiamo in giro per il mondo. Nel bene e nel male. Beh, lo sapevamo gia’, ma…
Ieri leggo su Massimo di un rapporto di Libertus.net riguardante l’implementazione di filtri IP per combattere la pedopornografia. Come sappiamo, da noi e’ in vigore il c.d. “Decreto Gentiloni“. Circa l’Italia, pero’, Libertus.net sembra avere le idee poco chiare (citando esclusivamente fonti giornalistiche o straniere) e omettendo del tutto di riferire del banning del gambling online. Oltre a quest’ultima cosa, io, pero’, una cosina l’avrei ricordata. Giusto per avere il giusto polso della censura (e degli abusi) italiana.
Cambiamo argomento. Stamattina, per caso, ho ritrovato uno spassoso post di Elvira (che riprende Webgol tumblr). E si scopre che anche Slashdot dice baggianate su come va in Italia.
A me Andrea (Monti) fa impazzire (e un po’ lo invidio). Spara una provocazione (quella del p2p divenuto legale per effetto delle modifiche all’art. 70 l.d.a.) e tutti credono che sia una cosa vera.

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Approvata la ratifica della Convezione di Budapest

Ieri al Senato, come ci riportano le cronache.
QUI il testo.

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Mettere a disposizione e immettere

Quinta, sempre molto attento e aggiornato, segnala questa notizia (americana) e titola ““mettere a disposizione” non e’ distribuire, secondo una corte USA e senza prove di distribuzione, non c’e’ violazione del copyright“.
Penso, pero’, che la questione meriti qualche chiarimento affinche’, da noi, non ci illuda piu’ di tanto.
Anzitutto, come premesso, la faccenda riguarda gli USA e non e’ proprio detto che quella legge sia uguale alla nostra.
In Italia, infatti, vale una regola molto precisa che e’ questa (arcinota, visto che viene definita’ – un po’ impropriamente – come “legge Urbani”)

Salvo quanto previsto dall’art. 171-bis e dall’articolo 171-ter, è punito con la multa da lire 100.000 a lire 4.000.000 chiunque, senza averne diritto, a qualsiasi scopo e in qualsiasi forma:
  [omissis]
 a-bis) mette a disposizione del pubblico, immettendola in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, un’opera dell’ingegno protetta, o parte di essa (3);
“.

Benissimo, questo e’ il punto di partenza e, per quello che ci riguarda qui, i nodi sono due: mettere a disposizione del pubblico e immettere in un sistema di reti telematiche.
Mettere a disposizione del pubblico e’, secondo me, come esporre su una bancarella. E, in effetti, client come eMule consentono, di base, proprio questo: rendere visibile agli altri utenti una sorta di catalogo/esposizione.
Pero’ la legge chiede di piu’, vale a dire l’immissione in un sistema di reti telematiche. Attivare eMule e connetterlo a un server comporta, di per se’, l’immissione di opere (protette o non protette) in Rete?
Io penso che la risposta sia negativa dal punto di vista tecnico perche’, a ben vedere, e’ il downloader che, con la propria richiesta, fa transitare il file per la Rete. A rigore, l’uploader lo offre soltanto (prima parte della norma). Quanto conta, pero’, l’azione del downloader a fini di responsabilita’ dell’uploader? Il profilo giuridico potrebbe essere diverso.
Ricordo comunque che, in Italia, esiste pur sempre la figura del tentativo e non possiamo fare a meno di confrontarci con essa.

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Ratifica della Convenzione di Budapest: lo stato (vero) delle cose

Per gli interessati/appassionati, segnalo la scheda della Camera sull’argomento di cui all’oggetto.
Per una giusta, completa e corretta informazione.

P.S.: Il fatto che vi sia soltanto un astenuto (probabilmente abbioccato) nella totalita’ a favore, dimostra che l’argomento non interessa ad alcuno e/o che non lo capiscono.

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L’Italia NON ha (ancora) ratificato la Convenzione di Budapest

Mi spiace dover smentire Punto Informatico, testata per la quale scrivo apprezzando, in particolare, il suo direttore, Paolo.
Come penso fosse gia’ chiaro in altro post, il disegno di legge per la ratifica della Convezione di Budapest sulla ciber criminalita’ (2001) e’ stato approvato soltanto alla Camera.
Andra’ al Senato, ma siccome siamo messi come siamo messi, malgrado le assicurazioni di persone “addentro” non mi sento di dare per scontata la definitiva approvazione entro la Legislatura.

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La vera storia del “P2P legale”

Su Penale.it potete trovare la richiesta di archiviazione (la decisione del Giudice la richiama integralmente) su un caso di P2P di cui si e’ parlato poche settimane fa.
Leggendola, si capisce che quello che ha detto la stampa (legalita’ del P2P, comunque) non e’ completamente corretto.
Questo e’ quello che traggo io dalla lettura della suddetta richiesta:
– il P2P, di per se’, non e’ illecito (ed e’ bene ricordarlo);
– lo scambio avviene senza intermediari, cioe’ non si puo’ chiamare in causa un terzo (mero supporto tecnico);
– non e’ certa la rilevanza penale delle condotte di dowload e upload.
E su quest’ultimo punto dissento (anche se si dovrebbe sapere qualcosa di piu’ circa il tempo del commesso reato, pre o post Urbani).
La morale, a parte quella strettamente giuridica, e’ sempre quella di leggersi prima i provvedimenti, poi commentare.

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Chitarra forever

Leggevo dell’ottuagenario De Mita (con rispetto, vorrei arrivarci io a quell’eta’ cosi’ in gamba) spedito da Veltroni e, malgrado questi campanelli, della sua pervicace volonta’ di continuare a fare politica, sino alla morte. Questa la frase incriminata, via Corriere:

“Come diceva un poeta spagnolo, ‘Quando morirò morirò con la chitarra in mano’, io dico che quando morirò farò l’ultimo discorso elettorale”.

Io, siccome sono molto ignorante e parecchio scettico sulle citazioni dei politici specie quando dicono “un poeta” (e ricordiamo anche la menzione farlocca di Mastella sul latino Neruda) ho pensato subito a Garcia Lorca, ma non ho trovato riscontri.
Mi dice Google (ah… la google-filia…) che l’unico feticista maneggiatore di chitarre (peraltro in vita) dovrebbe essere Toto Cutugno.
Chi mi aiuta a farmi una cultura?

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Via libera ai professionisti della security?

L’On. Folena ci notizia che in Commissione e’ passata una modifica al ddl C. 2807 sui ciber crimini (ratifica della Convenzione di Budapest). Si tratta, in particolare, dell’art. 615-quinques c.p. gia’ previsto dal nostro Codice, appunto, ma che per necessita’ di ratifica si vuole/deve modificare.
Questo il testo passato in Commissione e, per quanto dettomi, approvato in Aula alla Camera (nel blog non c’e’, mi e’ arrivato di straforo):

“Chiunque, allo scopo di danneggiare illecitamente un sistema informatico o telematico, le informazioni, i dati o i programmi in esso contenuti o ad esso pertinenti, ovvero di favorire l’interruzione, totale o parziale, o l’alterazione del suo funzionamento, si procura, produce, riproduce, importa, diffonde, comunica, consegna o, comunque, mette a disposizione di altri apparecchiature, dispositivi o programmi informatici, è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa sino a euro 10.329”.

Come ci spiega il parlamentare, il pericolo scampato starebbe nell’esclusione di sanzioni penali per chi della sicurezza informatica (in particolare, dello studio dei malware) ne fa professione o studio non dannoso (e non stupido e vandalico diletto).
Il realta’, il problema non e’ nuovo. Sin dalla l. 547/93 (la legge che ha introdotto, in Italia, i reati informatici) esisteva questo genere di perplessita’ tanto che, molto opportunamente, Carlo Sarzana Di Sant’Ippolito (padre della legge) intervist0′ l’allora Guardasigilli (Giovanni Conso). Per chi ama i riferimenti bibliografici, pur su carta: Sarzana di S. Ippolito C., 1995, Comunità virtuale e diritto: il problema dei Bulletin Board System, in Diritto e Procedura Penale, 372-377.
Si sosteneva l’operativita’ dell’art. 51 c.p. (esercizio di un diritto), ma, con il dovuto rispetto, la tesi non mi ha mai convinto.
Questo nuovo testo (dire, comunque ancora in iter e non so se terminera’ prima delle elezioni), mi sembra piu’ chiaro.

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Nicola Zingaretti: non votatelo

Non penso di fare molta politica in questo blog, ma quando ci vuole (pur indirettamente)…
AGI (non trovo la fonte, sorry) su Aghenor (Stefano Vitta) e, infine, sulla “suocera” Massimo (e’ Torriero che lo definisce cosi’, eh…):

PROVINCIA ROMA: ZINGARETTI, PRIMA DELIBERA WI-FI GRATUITO =
(AGI) – Roma, 20 feb. – In caso di vittoria nella corsa alla Provincia di Roma, il candidato del Pd, Nicola Zingaretti, ha gia’ pronta nel cassetto la prima delibera: “Avere la tecnologia Wi-Fi gratuita in tutto il territorio della provincia”.

Un progetto che Zingaretti ha maturato nel corso del suo incarico da europarlamentare: “Durante i miei anni a Strasburgo ho avuto modo di girare il mondo e mi sono chiesto perche’ ovunque si vada, in qualsiasi citta’, e’ possibile aprire il computer portatile e collegarsi gratuitamente ad Internet, ma questo non e’ possibile a Roma. Anche a Dubai, citta’ nata in mezzo al deserto, il sistema Wi-Fi si sta diffondendo sempre di piu'”. Il progetto sara’ finanziato “con 20 milioni di euro e con la compartecipazione del comune e di aziende come l’Acea.
Un lavoro che in due anni garantira’ l’accesso gratuito ad Internet in tutta la provincia”. (AGI)

Responsabile del fattaccio e’ Nicola Zingaretti (si’… il fratello di Montalbano…), eurodeputato. Fattaccio perche’? Con le parole di Massimo:

La risposta e’ molto semplice: durante i tuoi anni a Strasburgo i tuoi compagni di partito (insieme a quasi tutti gli altri) hanno fatto il possibile perche’ il wifi in Italia non fosse libero. E – a tua insaputa – ci sono riusciti“.

Spiegato con la legge (quella che il succitato dovrebbe conoscere, visto che si propone un intervento), costi e difficolta’ tecniche a parte, la nascita di un vero Wi-Fi libero patisce soprattutto la RU486 di Pisanu.
Maccome, direte voi… Ma Pisanu non era di FI? Si’, ma poco tempo fa il Governo Prodi ha prorogato quelle regole (relative anche all’identificazione delle connessioni) con un bel decreto-legge (si’, un decreto-legge, quello che dovrebbero fare in casi di urgenza) che, peraltro, si avvia alla conversione in legge.
Io non vi dico chi votare (manco io lo so), ma non votate Nicola Zingaretti. Quanto meno e’ uno che non conosce i problemi, dunque e’ difficile pensare che possa risolverli.
Come ci si puo’ affidare a un uomo cosi’ che vive su un altro pianeta e che da’ tutta l’impressione di voler corteggiare un certo elettorato pseudo-tecnologico (quello veramente tecnologico non e’ composto di imbecilli e mi spiace per chi non lo e’ ed e’ indotto a credere a certe cose) con un’uscita del genere?
Il digital divide e’ una cosa molto seria e il Wi-Fi (per non parlare del lottizzato Wi-Max) non serve a fare connettere signore a spasso col cagnolino fetente per consentire loro di trovare il miglior aperitivo del giorno.

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