Yearly Archives: 2008

P2P: USA vs. Italia

Ieri abbiamo saputo che la signora americana che era stata condannata a pagare una cifra astronomica per aver condiviso un po’ di file (senza alcun scopo di lucro), alla fine ha vinto contro le Major.
Ad esempio, QUI ne parla Alessandro Longo.
Buon per lei, sono contento. E aggiungo anche che chiedere tutti quei soldi ad una disoccupata è realmente poco intelligente (anche se, in un certo senso, “dimostrativo”).
Longo riporta anche l’opinione di Andrea Monti il quale riferisce di non essere a conoscenza di condanne (penali) nostrane a seguito di dibattimento. Confermo, per quello che so io.
La cosa che, però, mi preme ricordare è che in Italia la situazione è un po’ diversa.
In primis, c’è una legge che ho l’impressione sia di ben altro tono rispetto a quella americana (art. 171, comma 1, lett. a-bis, l.d.a.). Insomma, le regole italiane richiedono la “messa a disposizione con immissione nella rete telematica” che, pur con tutti i ragionamenti che ci siamo fatti qui e altrove, può anche rendere irrilevante l’effettivo scambio.
In secondo luogo, sempre qui da noi, non è il penale che spaventa (lo si può neutralizzare pagando una somma che, personalmente, ritengo accessibile, senza alcuna conseguenza sulla fedina penale), ma l’amministrativo (art. 174-bis l.d.a.).
Sappiamo di sanzioni amministrative di milioni di euro (avete letto bene) per P2P assolutamente personali, non lucrativi. Cercate in giro e ne avrete conferma.
Tutto ai sensi di legge (al di là del singolo caso che può essere contestato e/o smontato).
Penso, allora, che sia proprio il caso di focalizzarci su questo punto perché la legge proprio non va, è realmente folle.

P.S.: Se le parcelle riferite da Andrea (20-30 mila euro) sono vere, mi offro per una cifra non superiore a 15.000, consulenza tecnica compresa 😉

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Ausiliari e intercettazioni

Ho appena finito di leggere l’articolo di Fulvio Sarzana di Sant’Ippolito sulla questione del redirect di The Pirate Bay (e anche colombo-bt.org, come sappiamo).
Enucleo qualche approfondimento:
– qualità (eventuale) di ausiliario di P.G. in capo al titolare del server/IP ove le connessioni sono state deviate-terminate e sui limiti;
– trattamento di dati;
– eventuali delitti di intercettazione.
Con rispetto per Carlo, pur trovando degli spunti molto interessanti, non mi sono chiare alcune cose:
– da cosa si deduce la qualità di IFPI, perché occorre pur sempre una nomina in tal senso (consacrata in un verbale di cui, almeno io, non sono a conoscenza); va da séè che, come dice Carlo, l’ausiliario fornisce esclusivamente le proprie competenze tecniche e non i server…;
– sul trattamento di dati, siamo d’accordo; diciamo che, sotto questo profilo, le questioni non sono dissimili da quelle che hanno caratterizzato la causa Peppermint (e altre) vs. resto del mondo di condivisori; poi, ovviamente, parliamo di potenzialità di trattamento; non sappiamo se i dati siano realmente trattati (oddio… potremmo anche dire che ogni server tratta IP e altro, non foss’altro per motivi di diagnostica);
– sulle intercettazioni (a parte il fatto che, probabilmente, c’è stata una svista sulle norme richiamate), sono molto intrigato perché erano considerazioni che avevo fatto anch’io, per altri motivi; tutto sta nel capire se una “devizione-terminazione” possa costituire  (spero di non scivolare in zona latinorum…) “inter-cipere” (perché l’impedimento mi sembra in linea con il decreto – formalmente valido – del GIP, sebbene giuridicamente inaccettabile).

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Va detto

Grazie agli approfondimenti di lorenzodes, abituale e attento commentatore di questo blog, è venuta fuori una cosa molto interessante. Che riprendo in questo post per comodità.
Sicuramente, il “sequestro” di colombo-bt.org non ha goduto della ribalta concessa all’analogo provvedimento che ha colpito The Pirate Bay (malgrado gli sviluppi degli ultimi giorni).
Questione di comunicazione? Maggiore importanza della Baia dei Pirati? Non lo so.
Fatto sta che, a fine luglio, su P2P Forum Italia avevano già scoperto il giochetto del redirect di colombo-bt.org su un server riferibile a pro-music.org, peraltro abbozzando una serie di problematiche legali.
A maggior ragione, però, non riesco a comprendere il post di Marco D’Itri che parla di disposizioni recenti. Ne abbiamo discusso in un post precedente, ma io sono ancora dubbiso perché mi mancano i chiarimenti della fonte prima.
Per la cronaca, attualmente (verifica di ieri pomeriggio) colombo-bt.org non è ridirezionato da tutti i provider. Anzi, quelli che lo fanno sono una stretta minoranza. Peraltro, l’IP incriminato ora non fa più capo a pro-music.org, ma, genericamente, ad un provider UK. Ma che strano…

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Controvoglia

Stavo facendo un giretto nelle statistiche a caccia di temi interessanti da sviluppare. Tra le stringhe di ricerca in coda, ne trovo due parecchio interessanti:
sono laureato in legge ma non mi sento di fare l’avvocato
e soprattutto, molto inquietante,
sono avvocato e non voglio fare l’avvocato.

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Avvocato non solo “guerriero”: altri approcci possibili per un avvocato “multidimensionale”

Segnalo l’articolo di Giuseppe Briganti dal titolo di cui all’oggetto. Molto interessante.

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Redirect anche per colombo-bt!!! – UPDATED

Un commentatore anonimo mi segnala che anche per colombo.bt.org gli ISP avrebbero ricevuto ordine di eseguire un decreto di sequestro con le stesse modalità di redirect utilizzate per The Pirate Bay.
La notizia appare sul blog di Marco D’Itri (e l’aveva segnalata anche Quinta).
In realtà, come spiega lo stesso D’Itri, non si trattarebbe di un nuovo decreto di sequestro, ma dello stesso che ha colpito colombo-bt nei a fine luglio. Soltanto che, ora, agli ISP si chiederebbe il reindirizzamento su un serve straniero.
In questo momento sono connesso con H3G (che per TPB faceva il redirect) e per colombo-bt c’è sempre la solita pecetta GdF, ma sul dominio originale. Dunque, almeno per questo provider, al momento nessun redirect.
Sono, però, gradite segnalazioni.

Aggiornamento del poco dopo, molto importante, e grazie allo scaltro lorenzodes: E’ assolutamente vero: anche per colombo-bt.org c’è un redirect (sembrerebbe disposto negli ultimi giorni, come ci informa D’Itri). Se, da un provider italiano (io ho provato con H3G, per il momento), digitate il dominio, vi ritrovate davanti la pecetta GdF, la solita di luglio. Ma, a differenza di quanto accaduto per The Pirate Bay (che svelava il redirect mostrando un IP e non il dominio www.thepiratebay.org), il dominio sembra essere ok, al suo posto. Insomma, se non scavate avrete la netta impressione di trovarvi tranquillamente sul server originale, pur “sigillato” con l’avviso di cui sopra.
Non è così e questa mossa è realmente subdola, direi illegale. Mi stupisce, peraltro, la sfacciata pervicacia di chi ha disposto quel redirect (e io non so chi sia, al momento) dopo la polemica che c’è stata per TPB. Come se fosse tutto a posto, come se fosse del tutto normale deviare il traffico telematico, in modo non trasparente anzi lasciando intendere una normalità che non c’è, verso server non garanti dell’imparzialità. Putroppo, chi ci deve rendere conto tace. Ci sarà un perché.
Comunque, per verificare, fate una prova molto semplice (anche per vedere cosa fa il vostro provider). Per Windows. Andate sul prompt di DOS e digitate questa stringa (senza virgolette, chiaramente) “nslookup www.colombo-bt.org”. Vi verranno fuori alcune informazioni tra cui l’IP associato: 217.144.82.26. Che, guarda caso, è lo stesso server su cui era reindirazzata la Baia dei Pirati (era 217.144.82.26/pb – dove pb stava evidentemente a significare una directory dedicata). L’IP appartiene ad un provider UK (Reactive). E’ facile immaginare il resto.

P.S.: La mia è soltanto un’analisi senza grosse pretese. Faccio l’avvocato, non l’informatico. Se qualcuno avesse altro da aggiungere o correggere…

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Dicono di noi

The Register parla del caso Ruta. Pur con qualche inesattezza, ci meritiamo la berlina internazionale.

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Svolta storica degli Oasis

Niente droga nell’ultimo album. Sfonderemo nel mercato religioso“.
Arrivate tardi, almeno qui da noi…

Bah…

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Metafore sbagliate

Nei giorni scorsi mi sono trovato, un paio di volte, a suggerire ai tecnici di ultizzare lo strumento della metafora per spiegare le questioni tecniche ai giuristi (siamo un po’ tonti e ignoranti, sul punto… è noto…).
Vedo, però, che i giuristi fanno lo stesso, pensando, in sostanza, di essere tecnici che devono spiegare le cose a noi ignoranti.
Leggo dal Corriere:
“Ma secondo il pm Mancusi il sito svedese favorisce comunque la violazione della legge: “Si comporta come il ‘palo’ in caso di furto”. “.
Che è una metafora sbagliatissima, penso sia chiaro a tutti. E non poteva essere altrimenti perché il pm (come il sottoscritto) non è un tecnico che ha gli strumenti necessari. Sino a prova contraria, ma la presunzione vale.

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Libertà fasulle

Marco Scialdone è uno dei pochi (forse l’unico) che, senza avere un interesse da una parte o dall’altra, dice le cose per quello che sono.

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