Gira la ruota (elogio alla normalità)
Tempo fa, una persona a me parecchio cara mi diceva “Ma vallo a spiegare, alla gente, cosa succede veramente qui dentro”.
Parlavamo della realtà-quotidianità giudiziaria, nel confronto con quello che ci riferiscono i media (ma anche, genericamente, gli altri, blog compresi) circa, ad esempio, i c.d. “grandi processi” (Cogne, Garlasco, Perugia, Erba, ecc.).
Il filone è ricco, succulento e fa venire parecchi pruriti. Specie quando si parla di sesso (ad esempio nello stesso processo). Tira molto, la gente non vuole informazione, ma è guardona. E chi “informa” lo sa.
Oggi – ed è soltanto l’ultimo episodio – il Corriere online ci riferisce (evidenziando in occhiello) che – udite! udite! – Amanda Konx, in Questura e dopo il tragico evento, faceva la ruota (la cosa sarebbe stata riferita da un funzionario della Questura di Perugia).
Indipendentemente da sollecitazioni sul punto (la cosa può essere uscita spontaneamente dal racconto del poliziotto oppure su domanda specifica delle parti), mi chiedo quale rilevanza abbia la cosa e perché abbia meritato tanta evidenza.
Perché – ed è ciò che non è scritto, ma è chiaro a chiunque disponga di facoltà anche soltanto minime – lo scopo è fissare l’equazione stramba=omicida.
Perché il fatto è realmente strambo, se così vogliamo definirlo, ma da ciò a renderlo elemento di giudizio (di colpevolezza) per la vasta platea ce ne passa.
Ma questo vuole il pubblico e se lo merita. I media, semplicemente, obbediscono, per vendere. Con quell’essere ruffiano (“E’ pur sempre presunta innocente”!) che buca il monitor quando Amanda viene chiamata così, confidenzialmente senza cognome.
.mau.:
Febbraio 27th, 2009 at 22:39
beh, avendo letto la cosa sul feed della BBC, ho finalmente scoperto cosa significa “to turn cartwheels”… sai, dopo “we skipped the light fandango”!
Daniele:
Febbraio 27th, 2009 at 23:53
@.mau.
Mi fai da titolista?
François Villon:
Febbraio 28th, 2009 at 12:55
Sono i grandi personaggi ad essere nominati col solo nome proprio: Leonardo, Michelangelo, Raffaello.
Amanda è già una star, anche se non ha fatto nulla per esserlo.
Anche la vittima è conosciuta soltanto col nome di Meredith, mentre i maschi coinvolti nello stesso caso sono sempre nominati per nome e cognome: Raffaele Sollecito, Rudy Guele. Sono meno considerati. Sono dei comprimari.
Andrea G.:
Febbraio 28th, 2009 at 13:09
I media riportano ciò che la gente vuol sentire!!!!! Siamo e rimarremo (fintanto che qualcuno non si renda conto che certe cose vanno cambiate) il paese che la sera della morte della povera Englaro era incollato a vedere l’eliminazione di una delle concorrenti del GF! E ci dovrebbe meravigliare che faccia notizia Amanda che fa la ruota?
Gianni:
Febbraio 28th, 2009 at 19:10
La morte della “povera Englaro” secondo me la gente non voleva vederla per ottimi motivi, primo fra tutti il fatto che doveva restare cosa privata, secondo perché i media e la chiesa hanno sfracellato i maroni al punto che dopo mesi e mesi di battibecchi (inutili, visto che tutti vogliono poter decidere della propria vita…) ancora non siamo arrivati a nulla, ottenendo invece un effetto repulsione per la notizia…
La tv siamo noi, vero, occorre però dire che la tv si può anche tenere spenta.
Personalmente in casa mia la tv è sparita da un pezzo, sostituita da internet, le notizie le scelgo, spesso su quotidiani esteri più… “veritieri”, non me le impongono a pranzo insieme alla pubblicità dei pannolini.
Daniele Minotti:
Febbraio 28th, 2009 at 20:37
Io su Eluana Englaro ho visto (TV) e letto (giornali e Internet) certe schifezze indicibili…
Gianni:
Febbraio 28th, 2009 at 21:04
Ritengo sia stata una grossa occasione pubblicitaria, vetrina per politici e operatori d’altro genere di tutta italia.
Così gira il paese, a quanto sembra.
Daniele:
Febbraio 28th, 2009 at 21:18
Sicuramente (sulla vetrina).
Gianni, mi pare di capire che, come me, hai dei figli… Qui c’è la TV, ma, credimi, tante volte mi è venuta voglia di tirare una scarpata sul tubo. Non tanto per me (che, più o meno, dovrei essere vaccinato), quanto per l’insegnamento che danno ai miei figli. Anzi, l’insegnamento che io permetto sia dato ai miei figli. E non mi riferisco soltanto ai TG…