Trojan di Stato
Non è la prima volta che strumenti solitamente utilizzati per fini illegali diventano, successivamente, formidabili mezzi di indagine.
Ciò, in prima battuta, conferma la neutralità di certi strumenti, ma, ad un’ulteriore riflessione, invita a non farsi tentare dagli abusi.
Pare che nell’inchiesta napoletana sulla cosiddetta P4, gli inquirenti abbiano fatto uso di una “cimice” informatica, precisamente un trojan capace di intercettare tutto il flusso telematico di un certo computer, comprese, sembrerebbe mediante il microfono di sistema, le chiamate su Skype.
Relativamente al caso concreto, ovviamente, non avanzo il benché minimo dubbio, ma in un’altra indagine di cui (lecitamente, in quanto difensore) conosco gli atti, un’operazione del genere non mi sembra sia stata fatta molto formalmente (le intercettazioni devono essere autorizzate, ecc.). Vedremo, se arriveremo a processo.
P.S.: Grazie a Rebus per la segnalazione su Twitter (a proposito: ecco il mio account per chi volesse seguirmi)
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Luglio 15th, 2011 at 16:32
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