Per una cultura della privacy
Violata la privacy per procurasi la prova del reato? E che ce ne importa, i processi vanno fatti lo stesso.
E’ questo, in estrema sintesi e con un po’ di parodia, il senso di una recente sentenza della Cassazione penale. Per scendere nel dettaglio più tecnico, la Corte ha ritenuto pienamente utilizzabili alcune videoriprese effettuate in luogo privato e in spregio alle regole sulla tutela dei dati personali.
Conclusione assai discutibile, anzi totalmente sbagliata.
Solito problema: del diritto alla privacy se ne riempiono la bocca tutti, è ancora molto di moda, ma quando c’è da farlo rispettare le idee si fanno parecchio confuse.