Il CNF sbaglia e io pago

Quasi un milione di multa inflitta dall’Antitrust al Consiglio Nazionale Forense per aver “regolamentato” (mediante un parere e una circolare) la nostra professione forense in modo non conforme alla disciplina della concorrenza. E non è la prima volta.

L’altro giorno, la sanzione è stata confermata dal Consiglio di Stato e le motivazioni nel merito, a mio modo di vedere, sono ineccepibili

Il vecchio che resiste, malgrado il mondo vada avanti.

Di seguito, il testo della sentenza.

N. 01164/2016REG.PROV.COLL.

 

N. 08995/2015 REG.RIC.

 

N. 09160/2015 REG.RIC.

 

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REPUBBLICA ITALIANA

 

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

 

Il Consiglio di Stato

 

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

 

ha pronunciato la presente

SENTENZA

 

sul ricorso numero di registro generale 8995 del 2015, proposto da:

Consiglio Nazionale Forense, in persona del legale rappresentante, rappresentato e difeso dagli avvocati Carlo Allorio, Sandro Amorosino, Giuseppe Colavitti, Roberto Mastroianni, Giuseppe Morbidelli, Bruno Nascimbene, Guido Greco, Mario Sanino, Paolo Berruti, con domicilio eletto presso lo studio legale dell’avvocato Sanino in Roma, viale Parioli, 180;

contro

Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato, in persona del Presidente pro tempore, rappresentata e difesa per legge dall’Avvocatura generale dello Stato, domiciliata presso gli uffici di quest’ultima in Roma, via dei Portoghesi;

nei confronti di

Nethuns S.r.l., Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense;

 

sul ricorso numero di registro generale 9160 del 2015, proposto da:

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in persona del Presidente pro tempore, rappresentata e difesa per legge dall’Avvocatura generale dello Stato, domiciliata presso gli uffici di quest’ultim in Roma, via dei Portoghesi, 12;

contro

Consiglio Nazionale Forense, in persona del legale rappresentante, rappresentato e difeso dagli avvocati Mario Sanino, Carlo Allorio, Sandro Amorosino, Paolo Berruti, Giuseppe Colavitti, Guido Greco, Roberto Mastroianni, Giuseppe Morbidelli, Bruno Nascimbene, con domicilio eletto presso lo studio legale dell’avvocato Mario Sanino in Roma, viale Parioli, 180;

nei confronti di

Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense;

per la riforma

quanto ad entrambi i ricorsi

sentenza 1 luglio 2015, n. 8778 del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio, Roma, Sezione I.

 

Visti i ricorsi in appello e i relativi allegati;

visti gli atti di costituzione;

viste le memorie difensive;

visti tutti gli atti della causa;

relatore nell’udienza pubblica del giorno 28 gennaio 2016 il Cons. Vincenzo Lopilato e uditi per le parti l’avvocato Sanino e l’avvocato dello Stato Fiorentino.

 

FATTO e DIRITTO

1. – L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (d’ora innanzi anche AGCM), con provvedimento 22 ottobre 2014, ha inflitto al Consiglio nazionale forense (d’ora innanzi anche CNF) la sanzione di € 912.536,40 per asserita violazione dell’art. 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), consistente in un’intesa restrittiva della concorrenza dovuta all’adozione di due decisioni volte a limitare l’autonomia dei professionisti rispetto alla determinazione del proprio comportamento economico sul mercato, invitando il CNF anche a porre termine all’infrazione dandone adeguata comunicazione agli iscritti, ad astenersi in futuro dal porre in essere comportamenti analoghi a quello oggetto dell’infrazione accertata e a comunicare, entro il 28 febbraio 2015, l’adozione delle misure richieste.

In particolare, le due decisioni contestate hanno riguardato: i) il parere 11 luglio 2012, n. 48 del 2012, con il quale, secondo l’AGCM, il CNF, rispondendo ad una richiesta del Consiglio dell’Ordine di Verbania, avrebbe limitato l’impiego di un canale di diffusione delle informazioni (“Amica Card”); ii) la circolare 4 settembre 2006, n. 22-C/2006, con la quale, secondo l’AGCM, sarebbe stata reintrodotta la vincolatività dei minimi tariffari.

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