Leggo, un po’ dappertutto, della liquidazione per ingiusta detenzione riconosciuta a Patrick Lumumba, il finto carnefice (come, invece, additato da tutta la stampa) di Perugia.
Leggo anche i commenti alla notizia, per esempio sul Corriere.
Leggo di molti che vorrebbero prendere il posto dell’ingiustamente detenuto per vedersi liquidare 8.000 euro (ok, prima vi fate 14 giorni di carcere al buio, nella prospettiva del carcere a vita, senza sapere se e quando uscirete, poi ne riparliamo).
Leggo di molti che giudicano, anche soltanto implicitamente, una sparata la richiesta di 516.000 euro.
Due chiarimenti, il secondo non tanto ai lettori, ma a chi scrive gli articoli di giornale senza avere la benché minima cognizione:
– come anticipato, prima fatevi 14 giorni di carcere, nella prospettiva di un ergastolo, e’ poi, realizzate che siete su Scherzi a parte; comunque, penso che, sempre per evocare la nostra bassa cultura televisiva, un giorno in carcere “non ha prezzo”;
– quella cifra (poco più, in considerazione dei decimali del cambio dell’euro) è quella massima (peraltro innalzata nel 1999) prevista dalla legge (che vale anche per detenzioni, ingiuste, pluridecennali, salvo altre voci di danno non facilmente azionabili perché esiste una legge che sanziona il magistrato soltanto in caso di dolo o colpa grave); trattasi dell’art. 315, comma 2, c.p.p. Naturale che il difensore abbia fatto riferimento ad essa. Ci saremmo augurati, da parte della stampa, questa precisazione. La stampa deve informare, anche in questi particolari.
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