Fair use: Folena si arrabbia…
…ma risulta realmente poco efficace.
QUI l’articolo su Punto Informatico che, correttamente, da’ diritto di replica. Pero’, come detto, Folena non centra il punto. Perche’ gli insegnati e gli studendi colpiti da sanzioni sono quelli che, nel sito, avevano ads.
Lasciamo un attimo da parte le questioni sulla rilevanza di queste forme di pubblicita’. Aggiungere un comma “bis” significa, di regola, aggiungere una specificazione al comma precedente: se riguarda un ambito piu’ ristretto, restringe, appunto. C’e’ poco da fare e Scorza non e’ un visionario.
La regola pro insegnati e studenti esiste gia’: art. 70, comma 1, lda.
” 1. Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali“. Il problema e’ che, come sappiamo, si e’ visto il fine commerciale nella pubblicazione su un sito (di un insegnante) che aveva anche degli ads.
A parte il fatto che, per “rendere”, gli ads vanno cliccati (e non soltanto visti sulla pagina del sito – anzi, la mera visita senza clic abbassa il rate), anche considerando che non c’e’ una diretta correlazione tra pubblicazione delle opere e soltanto eventuali introiti degli ads, la proposta di riforma poteva essere formulata diversamente. Perche’ cosi’, come giustamente dice Scorza (e, da questo momento, prendo volentieri una posizione), il comma 1-bis circoscrive e limita cio’ che era gia’ nei diritti della gente.
Morale della favola: Folena indirizzi i suoi mugugni privatamente a Cortiana (e neppure quest’ultimo sembra aver capito bene il nocciolo della questione), ritiri e faccia ritirare l’emendamento e ne proponga un altro non limitativo dei diritti che gia’ ci spettano.
Con un po’ di umilta’, non guasta. Citando Grillo (e non me ne vergogno, pur non approvando tutto) i signori sono nostri dipendenti. Facciano il loro mestiere al nostro servizio, in favore di un Paese che ha bisogno di cultura per crescere.