Aggregatori e rassegne stampa
Con la storia del ddl anti-pornografia ho avuto una certa visibilita’. Involontariamente perche’, malgrado abbia “dolosamente” segnalato la cosa Mantellini, non avrei mai pensato che ne nascesse una discussione cosi’ accesa e che la notizia venisse ripresa da cosi’ tanti siti facenti riferimento al mio blog.
Il 28 settembre, lo stesso Mantellini ha riallacciato una discussione cara a molti blogger e, cioe’, quella sul “risucchio”, da parte di altri media (specie i “pezzi grossi” con i loro aggregatori), di contenuti pubblicati originariamente sui blog non “istituzionali”.
In verita’ il tema era stato sollevato prima da Lele Dainesi che cita Luca De Biase e ricorda il recente caso Google in Belgio.
In principio era il copia&incolla. Il semplice link, di per se’, e’ assai poco lesivo. Anzi, salvo (forse) il caso particolare del deep-linking, costituisce una segno di “cortesia” al sito linkato (ricordo questo bel post di Alberto Mucignat). Il framing, invece, puo’ essere realmente subdolo. Lo fanno in tanti, anche certe testate nazionali.
Oggi si fa diversamente. Sfruttando i feed e speculando un po’ sulle licenze Creative Commons, molti si sentono liberi di “succhiare” i contenuti altrui.
I feed sono una gran cosa, molto comoda, ma possono rendere piu’ agevoli gli abusi. Le licenze Creative Commons, invece, sono tanto belle nella loro filosofia, ma, giuridicamente, servono a ben poco. Senza mezzi termini, dico che sono di moda, ma non tutti quelli che, adottandole, vogliono essere trendy si rendono conto che qualcuno ci possa speculare facendo il finto tonto. Per cedere qualcosa di piu’ rispetto alla regola che vieta ogni utilizzo delle opere dell’ingegno, basta mettere “di pubblico dominio a fini non commerciali” o formule del genere. Rimane, forse, il solo vantaggio della standardizzazione evidenziata da una “pecetta” CC.
Quale soluzione giuridica al problema segnalato? Non bisogna pensare che, per forza, Internet debba avere una sua legge, diversa da quella del cd. “mondo reale”. A volte, certi concetti della legge sono inconciliabili con le nuove realta’ tecnologiche, ma non e’ sempre cosi’.
Io, negli aggregatori di feed, vedo un comodissimo sistema per fare rassegna stampa. Ne’ piu’, ne’ meno. E la rassegna stampa non e’ certo una novita’ tecnologica. Cambiano le modalita’, la sostanza e’ indentica.
Premesso che omettere il nome dell’autore e’ sempre illecito (addirittura, lo stesso autore non puo’ rinunciare a questo diritto morale), ha ragione chi dice che, comunque, non si puo’ disinvoltamente riprodurre cio’ che e’ presente su Internet, anche se sotto CC.
Insomma: Creative o non Creative, e’ sempre l’autore che decide cosa fare del proprio elaborato e cio’ non si puo’ discutere. Se limita, ad esempio, gli utilizzi a fini non commerciali, la cosa non si puo’ fare a meno che (ma si tratta, come chiaro, di eccezione ad una regola) non si ricada nell’alveo applicativo dell’art. 65 lda.
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