Ancora sul contrassegno SIAE

E’ passata una settimana dalla sentenza della Corte di Giustizia e si leggono ancora queste notizie.

Eppure e’ una questione di contrassegno SIAE.

Perche’ tutti tacciono o, peggio, fanno finta di niente continuando con indagini, dichiarazioni trionfali e altro? Forse perche’ non hanno capito tanto bene (o non vogliono capire) le conseguenze della pronuncia: rivoluzionarie, a dir poco.

Io rilancio. E tra un paio di settimana mi trovero’ proprio a discutere della cosa, davanti all’autorita’.

  1. herrdoktor:

    mah, in effetti la polizia puo’ sempre contestare il concorso nell’abusiva duplicazione (anche se, mancando la norma sul bollino, l’onere probatorio della PG é certamente e GIUSTAMENTE superiore)
    Quello che mi dà fastidio è altro e in particolare sono certe sparate del tipo “siamo in un momento in cui la proprietà intellettuale e industriale, cruciali per l’economia moderna, sono esposte a pericolose minacce”
    Io credo che un pubblico funzionario dovrebbe comunque adottare maggiore misura e usare minori generalizzazioni nel rilasciare – se deve (perchè non è il suo lavoro appoggiare questa o quella causa) – comunicazioni alla stampa.
    Poi se c’è oggi c’è una minaccia alla proprietà intellettuale è dato dai veri e propri monopoli che si stanno crerando e che stanno realmente uccidendo tante realtà che hanno avuto un ruolo fondamentale per l’innovazione.
    Infine, leggendo attentamente la notizia scopro che hanno squestrato anche i PC. Ecchè, gli hanno sequestrato mica anche il tappetino del mouse?

  2. . .:

    Fermi tutti… il “bollino” rileva (rilevava?) solo nelle fattispecie in cui è espressamente richiamato. Nulla a che vedere, dunque, col semplice possesso “non finalizzato alla vendita” di software che -peraltro- potrebbe anche essere, ab origine e del tutto legittimamente, privo del bollino stesso (es. sw distribuito, anche a pagamento, tramite download).

    In altre parole, l’utilizzatore non ha alcun obbligo relativo al bollino (né di esigerlo all’acquisto, né di conservarlo): chiunque “presuma” illecito un supporto solo perché privo del bollino commette un’azione illegale. E purtroppo sappiamo che lo fanno: ma si tratta di bieca ignoranza della legge (la buona fede si presume). L’onere probatorio circa l’identità dell’opera, la sua non-libera-riproducibilità (no CC/no accordo col detentore dei diritti), l’effettiva duplicazione spettano e spettavano agli accertatori. All’accusato spetta, se del caso, l’onere circa la presenza di una causa di non punibilità (copia privata/copia di backup/altro).

    Io credo che in questi casi al bollino SIAE si possa (ora come allora) riconoscere un unica valenza probatoria, in favor dell’utilizzatore: se il bollino c’é, l’opera non potrà in nessun caso essere considerata “abusivamente riprodotta”. Se non c’è, allora si potrà procedere ad ulteriori accertamenti, ma SOLO se vi sia quantomeno il fumus di un’illecito (controllare il cd “foto delle vacanze” in assenza di seri indizi di illecito è un abuso).

  3. herrdoktor:

    senz’altro d’accordo sull’onere della prova: sfondi una porta aperta

    l’utilizzatore potrebbe veramente avere perso i dischi originali o non averli mai avuti, perchè il sw l’ha scaricato legalmente da internet o perchè il programma l’ha scritto lui …