I soliti sequestri

Dario Salvelli, citando il Minottino, riassume perfettamente il mio pensiero. Con un po’ di veggenza, peraltro, perché quelle cose (più o meno) le avevo scritte in una bozza di post mai pubblicato perché andavo troppo controcorrente (specie sulla conformità giuridica – in via astratta – del sequestro). Ma ci ho ripensato.

Bene, abbiamo notizia di sequestri e di querele. Rinvio sempre a Dario, anche se sono due casi in questi giorni notissimi.

Non si tratta, ad esempio, di violazioni del diritto d’autore o di pedoporno. No… espressione di cronaca e critica. Dunque, la faccenda si fa ben diversa.

Il sequestro preventivo ha uno scopo: quello di impedire ulteriori conseguenze del reato (nel nostro caso, una presunta diffamazione) o la commissione di altri. Se un sito non è stampa, non ha la copertura costituzionale del divieto di sequestro.

Dunque, teoricamente, ci sta. E’ giusto dirlo e ribadirlo. Ai sensi di legge, senza divagare in modo demagogico.

Rimangono due problemi:

– ma non si poteva limitare il sequestro al singolo post incriminato? Sì, a volte è successo, ma si potrebbe obiettare che il mantenimento di un blog consentirebbe al blogger di rincarare la dose (i.e. commettere nuovi reati);

– ma perché, come nell’esempio di Dario, Travaglio “la passa liscia”? (nel senso che, al limite, lo querelano, ma non gli sequestrano il blog). Il fatto che Travaglio sia un giornalista non trasforma, automaticamente, i suoi scritti in stampa. D’altro canto, Antonio Monteleone ha dimostrato di “averci azzeccato” già una volta, dunque di essere attendibile. Eppure ha il blog sequestrato. Lui sì, il giornalista no.

Lieto per Travaglio, per la libertà di espressione, ma la disparità è macroscopica. Se sequestrano uno scritto telematico di Travaglio, scoppia un casino. In questo senso è un privilegiato (anche se sono convinto che sia il primo a provarne imbarazzo), mentre gli altri sono il “resto del mondo” coi quali utilizzare armi di distruzione di massa, senza tanti complimenti, soprattutto senza tante verifiche e cautele.

Questo è il mio pensiero. Grazie, Dario, per averlo capito perfettamente.

P.S.: Sulla mitica questione del server all’estero, volevo precisare che se c’è identificazione del titolare dello spazio web non si va esenti da responsabilità. L’unico “vantaggio” è che il sequestro diventa, di fatto, impossibile.

  1. Gianni:

    Sulla mitica questione del server all’estero, volevo precisare che se c’è identificazione del titolare dello spazio web non si va esenti da responsabilità. L’unico “vantaggio” è che il sequestro diventa, di fatto, impossibile.

    Non mi sembra poco, visto che a mio avviso il sequestro può esser usato, impropriamente (a livello morale) come arma di minaccia legalizzata…

    Comunque Travaglio non potrebbero zittirlo nemmeno in caso di sequestro: scrive per un quotidiano a tiratura nazionale, fa monologhi settimanali su due dei blog più seguiti in rete (Di Pietro e Grillo) ed è ospite usuale in trasmissioni televisive.
    Quindi il sequestro nel suo caso non porterebbe ad evitare “nuovi reati” (posto che esprimere la propria opinione sia un reato 😀 )

  2. Daniele:

    Beh… anche certe richieste di risarcimento sono minatorie, eh…

  3. Gianni:

    Se nella categoria del minatorio facciamo rientrare tutto quello che “può mettere ansia alla parte avversa” allora pure sporgere una semplice denuncia è minatorio, no ?

    Le richieste di risarcimento le deve valutare il Giudice, se sono infondate il richiedente si trova a pagare le spese, no ?