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Author Archives: Daniele Minotti
Gentiloni: un incapace di successo
Paolo Gentiloni, novello ministro, suo malgrado è arcinoto alla Rete, specie per le sue stupidaggini, per i suoi atti di conclamata incapacità.
Una stringa soltanto qui
https://www.minotti.net/?s=gentiloni
Sui motori di ricerca gliela risparmio.
Più Internet per tutti
L’ultima, in ordine di tempo, dei nostri parlamentari: obbligare il commerciante (e simili) a dotarsi di connessione Internet con wifi e renderla aperta e disponibile gratuitamente a chiunque.
E il disegno di legge C. 2528 presentato da alcuni deputati Pd. QUI il testo.
In realtà, c’è qualche previsione anche a carico del pubblico, ma si tratta, a mio modo di vedere, di casi meno chiari.
Ancora una volta, dunque, il privato, già vessato, viene chiamato – anzi, obbligato – a provvedere in luogo del pubblico, per l’Italia (e con grande beneficio mediatico per i proponenti).
Nel particolare.
La previsione di un fondo di 2 milioni di euro per il sostegno all’installazione è ridicola.
La sanzione “sino a 5.000 euro” vuol dire veramente poco se non è previsto un minimo (comma 5).
Ancora una volta, dunque: obblighi e costi, incentivi bene pochi, se non mai.
Alla via così…
Autopromozione > Sans papier… l’identità digitale
Il 14 novembre sarò a Pordenone a parlare di identità digitale e diritto penale.
Come da titolo, l’oggetto del convegno è decisamente più ampio e, soprattutto, ci saranno relatori ben più importanti di me.
Pordenone è una città gradevole, ricca di fervori culturali e questo è l’ennesimo esempio.
Un ringraziamento a tutti i soggetti che organizzano/patrocinano l’evento.
QUI il programma.
Un ebook sullo stalking
Alessia Sorgato oltre ad essere un’amica e una collega, è anche una che scrive un sacco.
Da anni, poi, si occupa di stalking e reati che si consumano in ambito familiare.
Ha scritto un ebook per Penale.it-Antonio Tombolini, molto interessante.
neXt > Perché la Carta dei diritti Internet non serve a niente
In queste ultime ore è stata approvata una prima bozza della Carta dei diritti di Internet. Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta, in particolare, dal Presidente Boldrini e da Stefano Rodotà.
Non si intende mettere in dubbio la necessità di una Rete libera, tanto meno la buona fede dei proponenti. L’iniziativa, però, presta il fianco a tre critiche a mio modo di vedere non banali, non facilmente superabili.
Nessun organo costituzionale, in particolare legislativo, ha delegato tale attività che aspira a regolare qualcosa, per cui sarebbe particolarmente lecito dire “non in mio nome”.
Le regole (cogenti) per Internet esistono già (es.: dati personali, commercio elettronico, tutela del consumatore, ecc.) e, molto spesso, sono di origini comunitaria, dunque tendenzialmente uniformi almeno in ambito UE.
Con la Carta si pretende di normare un mero “mezzo” (Internet non è un “luogo”), per di più con aspirazioni da legislatore planetario, cercando di imporre le proprie regole ad altri Paesi, muovendo da un Paese ad istituzioni sovranazionali, laddove dovrebbe accadere il contrario.
Allora, non sarebbe meglio evitare anche gli sprechi di commissioni inutili e promuovere fattivamente, senza alcuna pretesa di dettar legge, le libertà fondamentali che prescindono dai mezzi di comunicazione?
Posted in Diritti digitali, neXt
Tagged bill of rights, carta dei diritti di internet, Laura Boldrini, stefano rodotà
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Controllo dei fumi
Un testimone, pur incalzato dall’avvocato, può domandare se il legale abbia fumato qualcosa senza che il Presidente del Collegio intervenga.
Poi, sulla querela del legale, il pm chiede l’archiviazione.
Succede, in Italia.
Per gli ebook di Penale.it
Per la collana gli ebook di Penale.it, oggi è uscito “I reati tributari”, di Antonina Giordano.
Chi volesse saperne di più, segua questo link.
Dediche dal passato
Ieri ho ritrovato questa
(su questo)
neXt > Cosa ci insegna la storia delle foto rubate ai vip
Lunedì 1° settembre è partito neXt quotidiano, ma ne ho già parlato.
Il giorno dopo ho scritto il mio primo, piccolo contributo, credendo in un prodotto nuovo, non tenuto all’obbedienza verso i grandi gruppi editoriali.
E’ una scommessa anche per me.
Ecco il mio primo contributo, telegrafico.
(da neXt quotidiano del 2 settembre 2014)
Doveva accadere, prima o poi. Qualcuno sospetta si tratti di una trovata pubblicitaria o che le cose non siano andate esattamente come riferito in prima battuta. Sta di fatto che il problema c’è, eccome: ed ha le sue belle implicazioni giuridiche. Parlo del “Celebgate”: centinaia di account riconducibili ad altrettante VIP violati e saccheggiati, con conseguente diffusione di migliaia di immagini (fotografie e video) intime.
Ma cos’è il “cloud”? Pochi lo sanno, eppure lo abbiamo tutti sul nostro smartphone, sul nostro computer. Cloud significa nuvola e il “cloud” è, appunto, un sistema composto da nuvole-spazi Web nei quali vengono caricati e decentrati tutti i nostri dati affinché li possiamo raggiungere da qualsiasi dispositivo. La posta elettronica, in certe sue specifiche configurazioni, ne è il primo esempio, non è difficile capirlo. Il problema è che ben pochi sanno di mettere in cloud i propri dati perché i nostri sistemi sono spesso impostati per farlo di “default” e senza che l’utente ne sia consapevole. Spesso, peraltro, è possibile evitare tali funzionalità soltanto andando a scavare nei meandri del sistema.
Ma, a ben vedere, indipendentemente dai precisi contorni della vicenda che rimane un po’ fumosa ed ambigua, lo “scandalo” sta avendo due effetti positivi. I produttori di software (delle app per smartphone, in primis) si troveranno costretti a rivedere i propri prodotti, rendendoli più sicuri, in un certo qual modo più “etici”. Gli utenti, invece, da oggi saranno più consapevoli e non esiste alcuna politica di sicurezza senza, appunto, consapevolezza. Brutto da dirsi, ma la tecnologia non è per tutti.
Giorgio Rognetta ci ha lasciati
La notte tra venerdi’ e sabato e’ morto Giorgio Rognetta, avvocato reggino, studioso, docente ed esperto di diritto dell’informatica ed informatica giuridica. Classe ’64, come me.
No, questo non e’ un epitaffio. Preferisco vederlo come un onesto amarcord.
Ho conosciuto, telematicamente, Giorgio circa vent’anni fa. Si’, perche’ gia’ nei primi anni ’90 ci si poteva conoscere soltanto telematicamente, non di persona. Sembrano interazioni dell’ultima ora, dei social, invece era gia’ così tanto tempo addietro, vent’anni dell’era internettiana. Avevamo legato subito. Vuoi, forse, in quanto coetanei.
Eravamo insieme dentro le mailing list di Tiziano Solignani, eravamo gli *juriani*. Il *salotto* era quella più divertente perche’ si parlava di diritto e tecnologia in modo sempre molto rilassato e informale.
1997, se non ricordo male. Per una serie di motivi (tra cui la balzana decisione di un giudice felsineo), Jura si trovava costretta a chiudere o, quanto meno, a ridimensionarsi, parecchio.
Cosi’, nel 1998 nasceva il Circolo dei Giuristi Telematici, su iniziativa di Francesco Brugaletta, Luca Ramacci e proprio Giorgio Rognetta. Nomi che non hanno bisogno di presentazioni.
Con Giorgio ci siamo conosciuti personalmente qualche anno dopo, nel 1999, a Pontremoli, ad un convegno dove lui era relatore.
Poi, nel 2000. Il primo convegno del Circolo: indimenticabile (cosi’ come il conto del ristorante indicatoci da un innominabile circolista – e i circolisti piu’ anziani sanno di cosa parlo…).
E, ancora, tante altre cose che neppure ricordo.
Credo di averlo incontrato l’ultima volta ad Otranto, nel 2004, ad un convegno organizzato anche dal Circolo.
Che dire di Giorgio? Che era uno “avanti”, senza dubbio. Oltre al Circolo, aveva fondato Zaleuco, uno dei primi siti giuridici italiani. Era un grande esperto di firma digitale, documento informatico e processo telematico. Ho ancora il suo testo del 1999. Ma aveva i suoi numeri anche in penale. E’ stato uno dei primi iscritti alla lista di Penale.it.
Si occupava molto anche di diritto e disabilita’, promuovendo, tra gli altri eventi simili, il relativo convegno del Circolo. Era il 2005.
Leggendo il suo sito, mi sono accorto che ha fatto e scritto ben piu’ di quanto sapessi. C’e’ appuntato tutto su quelle pagine e non sono poche.
Meta’ anni 2000. Poi e’ cambiato molto, anche a livello di rapporti personali. Abbiamo preso le nostre strade, talvolta opposte, e molti di noi si sono persi, complice, anche, qualche malinteso che, ora, rimastico con un amaro retrogusto.
Giorgio era piuttosto schivo, sicuramente un vero animo modesto, sempre un *signore*.
Con lui se ne va una parte di noi.
Una preghiera.