Author Archives: Daniele Minotti

Sui farmaci “off-label”

Ci sono sentenze che assumono grande rilevanza sociale. E non mi riferisco a quelle che riguardano quel tale fatto di cronaca nera.
Pur col rispetto per le vittime dei certi crimini, penso a decisioni più importanti per la comunità.
Per esempio, possiamo parlare di farmaci “off-label”, quelli, cioè, somministrati in via sperimentale con finalità terapeutiche diverse da quelle riconosciute ai medesimi.
Bene, QUI è pubblicata una sentenza della Cassazione che precisa che non sempre il consenso informato salva il medico.

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Bravò (storie belle)

Mattrach è un diciassettenne francese, un fenomeno della chitarra. Si è fatto autopromozione su YouTube ed è diventato una star, meritandolo.
Non è soltanto virtuosismo, ma veramente una bella storia di musica, di vita. E anche della telematica.

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Eluana: la decisione della Consulta

Sebbene scritta in legalese,  mi sembra comprensibile (oltre ad essere molto importante).
Il provvedimento è qui sotto… (altro…)

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Son soddisfazioni

Sono in udienza e, aspettando il mio turno, mi guardo la posta col mio fido TYTN II.
Un collega con l’iPhone mi osserva e, alla fine, mi dice “Sei sempre il piu’ tecnologico”.

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Rabbia e sconforto (malgrado faccia l’avvocato)

Cronaca, secca:
– al tuo cliente contestano la detenzione di programmi taroccati (la GdF dice senza licenza, ma per la legge vale il bollino, piaccia o no);
– inoltri gli scritti difensivi e chiedi di essere sentito; sottolinei che la licenza c’entra un tubo, almeno per quelle condotte;
– quando c’è l’audizione, accompagni il cliente e produci la sentenza della Corte di Giustizia UE che dice che il bollino e fuorilegge;
– passa un po’ di tempo, magari ci speri (che stiano studiando la cosa, che aspettino il penale), ma, alla fine…;
– arriva l’ordinanza ingiunzione che conferma il verbale della GdF, sorvola su tutte la tue argomentazioni e dice che le contodeduzioni della GdF sono completamente condivisibili (senza dire perché);
– ti dici che c’è qualcosa che non va e che, malgrado tutto, Brunetta ci vuole eccome;
– e ora devi andare dal GdP a far spendere il cliente (sperando che il GdP capisca) sentendoti un avvocato idiota;
– che, poi, rifletti e concludi che non è colpa tua, ma della gente che scrocca lo stipendio abdicando da ogni facoltà intellettiva e giuridica.
Sono veramente rabbioso e sconfortato. Questa gente deve andarsene via, per sempre. Se avete dei suggerimenti su come riuscire in questo intento, scatenatevi nei commenti.

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Sequestro The Pirate Bay: le motivazioni dell’ordinanza di annullamento – UPDATED

Le pubblica il Circolo dei Giuristi Telematici. Così, finalmente, sappiamo di più.
Brevissime considerazioni a caldo:
– l’annullamento non è conseguito ad un “cavillo” (problemi di avviso al difensore) che era stato denunciato dai difensori (e che poteva anche essere un validissimo motivo, senza, però, andare al vero nocciolo della vicenda);
– il riesame di Bergamo ha ritenuto che sussista il “fumus” del reato contestato, cioè una sorta di “indizio” (dico così per evitare il legalese troppo stretto) che, eventualmente, in futuro potrà diventare prova;
– gli stessi giudici, però, dicono che quell’inibizione (che, poi, come sappiamo è stato anche un redirect…) non rientra nello schema del sequestro preventivo – misura cautelare reale; insomma, è una misura sui generis che, in quanto non tassativamente prevista, non può essere applicata.
Mezza vittoria o mezza sconfitta, difficile dirlo. Si sostiene che il reato potrebbe esserci, ma non può essere bloccato in quel modo. Certamente, però, il provvedimento pone un fermo paletto su tutta l’indagine in concreto (per non parlare del problema della giurisdizione che il tribunale ha ritenuto assorbita, dunque da non trattare).

Aggiornamentini della sera: Anzitutto, come fa giustamente notare Sandros nei commenti (e Mario Sapri che mi era sfugito), il riesame ha deciso anche sulla giurisdizione. Ditemi voi, però, se la seguente frase non rappresenta un triplo carpiato con avvitamento “che, atteso il concreto atteggiarsi del fatto come sopra tratteggiato, all’affermazione della sussistenza di fumus e periculum, deve conseguentemente affermarsi anche la sussistenza della giurisdizione italiana” (perché, visto che parliamo di Internet, ci vorrebbe qualcosa di più…).
Poi, ho anche capito-scoperto chi ha chiesto quel bizzarro sequestro (seppure giustificato con altre norme). Che la dice lunga sull’imbarazzante (per così dire) filiera dal denunciante-querelante per arrivare al giudice che dispone il “sequestro”. Mi sembra di averlo detto in passato: l’informatica fa dare i numeri.

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Droghe sonore e CNR

Vi ricordate la faccenda delle droghe sonore? Ne aveva parlato Attivissimo, tempo addietro, dichiandosi molto scettico sulle affermazioni di Rapetto. Io, non soltanto per istinto, tengo per Attivissimo.
Però, proprio oggi, Key4biz riferisce che non si tratteremme di una bufala. Cita, come fonte, il CNR.
Mi sembra che, malgrado l’autorevolezza del CNR e il titolo secco, l’articolo sia un po’ confuso e riferito ad effetti amplificanti delle droghe “tradizionali” (e vere).
Insomma: non mi convince. E a leggere bene, l’unica cosa da fare (ma giusto per non sbagliarsi) al di là di certi effetti (ma soltanto quelli) scientificamente provati che qui non si discutono, è soltanto quella di usare “prudenza”. Come dire: siamo di fronte all’ignoto, nulla di più.

P.S.: Rimane un po’ da spiegare (e non sono il solo e primo a dubitare) dove stia il business di queste droghe quando tutti scaricano tutto gratuitamente (malgrado nell’articolo si parli di un vero – quanto non provato – mercato a pagamento), i file (salvo improbabile DRM) sono riutilizzabili e non abbia molto senso, per questo tipo di “droghe”, la tattica della dose gratuita oggi per, poi, schiavizzarti per sempre.

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Accesso abusivo, appropriazione indebita, trattamente illecito di dati personali

Non sapevo bene come titolare il post, allora ho enuclato i tre temi principali, semplicemente.
Ho appena inserito su Penale.it un’interessante sentenza degli ultimi giorni. Appunto, sui temi di cui al titolo. Il primo nodo (primo tema) è stato trattato in modo identico rispetto a una “vecchia” sentenza, storica.
A voi la lettura.

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Ri-Pisanu

Il decreto Pisanu ha sconvolto la data retention. Poi c’é stata la puntuale proroga. Alla fine, è arrivato il doveroso recepimento ad una certa direttiva UE. Che ha ristretto un po’, giustamente.
Bon… arriva l’ultima correzione in nome della sicurezza (come Pisanu). Trattasi del decreto-legge 151/2008. Vediamo, nel concreto, cosa cambia:
– il termine di conservazione (sensibilmente ridimensionato, rispetto al passato) pari a trenta giorni per i dati delle chiamate senza risposta doveva entrare in vigore proprio i primi di questo mese, ora è stato prorogato al 31 dicembre 2008;
– sempre in questi giorni, i provider di connettività avrebbero dovuto assicurate “la disponibilità e l’effettiva univocità degli indirizzi di protocollo internet”; il tutto è stato rinviato (per difficoltà tecniche?) sempre al 31 dicembre 2008;
– infine (e qui sta l’ennesima proroga del decreto Pisanu) la conservazione dei dati telematici (e non anche di quelli telefonici) che dovrebbe rispettare i rigorosi termini di dodici mesi è tutta spostata al 31 dicembre 2008.

P.S.: Mi inquieta molto, in questa ennesima proroga, il riferimento ai dati “non ancora cancellati”.

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LexExpo

Ho fatto una saltino a LexExpo. Dovevo incontrare un amico/collega.
A parte il fatto che non mi riconosco più in certi ambienti (e non è un giudizio di valore – è, semplicemente, che mi sento oramai inevitabilmente diverso), mi ha fatto molto piacere incontrare i ragazzi di Amadir. E mi hanno pure dato la tessera di socio onorario (che spetta ai docenti…).
Ahime’… ex docenti perché il master patavino non c’è più ed è un peccato. Ma vedo che, dopo la moda degli ultimi anni, la materia interessa sempre meno.

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