Author Archives: Daniele Minotti

Pubblico e privato: così non va

Matteo ha scoperto una cosa che può essere aggettivata in diversi modi: inopportuna, inquietante, preoccupante, intollerabile, vergognosa… financo… illegale, forse.
Che succede se uno prova a raggiungere www.thepiratebay.org? Con Alice Telecom, semplicemente non raggiungibile. E, così, mi risulta anche con Fastweb. Ho poche notizie degli altri provider, ma posso confermare la scoperta di Matteo utilizzando 3. Ho provato personalmente con quel provider con un TYTN II WM6 ed Explorer mobile.
Bene, il sistema ti spara su una pagina dell’IP segnalato da Matteo e lì potete trovare un pecettone della GdF di Bergamo che segnala “inibizione all’accesso” della Baia. Curioso, peraltro, che non si menzioni espressamente il “sequestro”.
Ma la cosa preoccupante è che l’IP risolve su… www.pro-music-org. Che è il dominio di un’associazione internazionale di discografici.
Ora, quando sequestrano un sito, normalmente vanno dal provider, smanettano sulle macchine e rendono indisponibili i materiali ritenuti illeciti. In più, fanno in modo di rendere visibile l'”avviso” di sequestro. Come sappiamo, però, in questo caso hanno proceduto con un bizzarro (e abnorme) sistema dell’inibizione (imponendo modifiche ai DNS).
Il problema è che oltre a questa procedura quanto meno “anomala” di inibizione, il deviare il traffico su un sito di terzi, privati, neppure italiani e chissà quanto affidabili visto che sono parti interessate, rende possibile, quanto meno, la registrazione degli IP dei visitatori che potrebbero essere additati come pirati. O, forse, lo scopo è proprio quello…
Che dire? Che la privacy degli utenti italiani è seriamente a rischio e di ciò dobbiamo ringraziare l’Autorità che sta operando al di fuori della legalità, di ogni buona regola giuridica e tecnica.
E’ una cosa insostenibile. Fermiamola!

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Gandhi per tutti, anche prima

Io di Attivissimo mi fido perché lo ritengo sempre estremamente rigoroso e onesto, anche quando sbaglia, virtù rarissime (prima o poi, dovrò dirgli una cosa 😉 … niente di grave, eh…).
Il tanto strombazzato discorso inedito di Gandhi non è inedito ed è già liberamente disponibile, da un po’. Per tutti noi.
Seguitelo.

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Altroconsumo fa ricorso (sic)

“Stiamo valutando se fare il ricorso – dice a sua volta Altroconsumo a Repubbica.it -. Certo è che l’oscuramento ci sembra un provvedimento anacronistico, che mette l’Italia al margine dell’Europa, nei confronti del modo con cui sono trattati i nuovi media” (da Repubblica).
Se IL ricorso al quale si riferiscono è quello in sede penale (comunque, si chiama richiesta di riesame contro il decreto – non ordinanza – di sequestro), l’idea che un’associazione di consumatori sia legittimata a farlo è piuttosto bizzarra. Diciamolo… male non fa ricordare il codice di procedura penale…

Precisazione: Beninteso che si può fare un vero e proprio “ricorso” (per cassazione, per saltum ex art. 325, comma 2, c.p.p.), ma resta la carenza di legittimazione. Anche se, a fronte di un provvedimento tanto sui generis, non mi stupirei di ulteriori creazioni giudiziarie.

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Sempre sul kill switch iPhone

Un problema su WordPress (pare dovuto all’hosting) non mi permette, al momento, troppi update ai post. Allora, ne faccio uno nuovo.
Repubblica riporta alcuni chiarimenti dello scopritore del kill switch. Due, mi sembrano interessanti.
Intanto, non spia l’utente. Mi sembrava anche se approfondirò.
Poi, non cancella le applicazioni “indesiderata” ma, eventualmente, ne inibisce l’avvio.
A fronte di questi chiarimenti, i reati menzionati in altro post sono sempre ipotizzabili?
Direi di sì. Danneggiamento (preceduto o meno da un accesso abusivo) non è soltanto cancellazione, ma anche alterazione del funzionamento di un programma o di un sistema.
Anche il 615-quinques c.p. mi sembra confermabile.

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The Pirate Bay: tre questioni tre – UPDATED

Per i più interessati alle questioni giuridiche, partendo dal presupposto (non certo, ma altamente probabile) che il reato contestato sia quello di cui all’art. 171-ter, comma 2, lett. a-bis) l.d.a. (a leggere la stampa, gli inquirenti riconoscerebbero il lucro nella presenza di banner), direi che le questioni giuridiche sono tre:
– giurisdizione italiana – subito, l’ho data per scontata, ma non è corretto perché, se parliamo di reati commessi mediante la Rete, è sempre la prima cosa alla quale dobbiamo guardare;
– responsabilità di un torrent tracker (che è, in sostanza, un motore di ricerca + indicizzatore di file torrent) per fatti di “comunicazioni” non consentite di opere dell’ingegno;
– riconducibilità allo schema del sequestro preventivo (ora ne sono certo, ho ricevuto una… “soffiata”) dell’inibizione dominio/IP.
Soltanto un punto di partenza, ma direi che le questioni principali sono queste. Peraltro, decisive.

Aggiornamento dell’ora di pranzo: Alessandro Longo, che ha letto il provvedimento, ci riferisce di cose che, a mio modo di vedere, rappresentano un esempio di creatività giudiziaria ai massimi livelli.

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Provocazione: Apple criminale?

Anche se occorrerebbe valutare le condizioni generali del contratto (e, comunque, la loro efficacia, non così scontata), a leggere le ultime news sul “kill switch” di iPhone (rimbalzo, per tutti, su Vittorio) si potrebbero ipotizzare alcuni reati (scusate la solita deformazione professionale): diffusione di “malware” (nuovo testo dell’art. 615-quinques c.p., post Budapest) e se cancellano, accesso abusivo con danneggiamento ex art. 615-ter c.p. (secondo una tesi un po’ “avanzata”, stile Vierika) o, quanto meno, danneggiamento informatico (635-bis c.p.).
Provocazione, come precisato sopra, ma non so neppure quanto…

Aggiungiamo anche questo (che sembra essere una tra le prime fonti italiane), così finiamo sul BlogBabel.

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Chi sa qualcosa su The Pirate Bay? UPDATED

Sappiamo veramente poco eppure almeno due ISP hanno ricevuto un fax da Bergamo. Per inibire l’accesso a TPB. Dubito che su quel documento possa essere richiamato un qualche segreto istruttorio eppure non viene fuori.
Ora, sia come giurista che come cittadino, a me piacerebbe conoscerne il contenuto. In particolare, vorrei sapere:
– i reati contestati (facilmente immaginabili, ma ci vogliono certezza e precisione);
– i comportamenti addebitati (perché non è così immediato che un torrent track abbia più di un ruolo neutro in certe vicende);
– la forma del provvedimento (cioè, se si tratta di un sequestro preventivo come da me ipotizzato o di altro).
Anche se siamo nella settimana di Ferragosto, avete vie per contattarmi.
Grazie.

Aggiornamento del poco dopo: Grazie alle segnalazioni dei commentatori, ecco cosa dice, oggi, la stampa. Ovvio che si aspettasse un “comunicato autorevole e ufficiale”.
Eco di Bergamo
La Stampa
MyTech
Corriere
Ansa
L’Unità
Repubblica
by Alessandro Longo

(to be continued…)

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Il fascino discreto del non insulto

Oggi ero di turno di spesa. Vado al suprmercato e quando torno a riprendere l’auto mi accorgo di un signore di una certa età che, con un SUV un po’ sproporzionato rispetto alle sue apparenti capacità di guida (è sempre così: meno sanno guidare e più hanno la macchina grossa), mi impedisce di entrare in auto, almeno dalla parte del guidatore. Gli dico: “Eh, così non mi fa neanche entrare”. E lui: “Passi dall’altra parte”. Mi trattengo e mentre si allontana richiamato dalla signora-padrona, invece di sfoderare il mio solito linguaggio da caserma punitiva, gli dico dico in faccia semplicemente “Insolente”.
Sai che soddisfazione?

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Idiozie

In occasione di una certa ricorrenza, mi sono accorto che sono trent’anni che fumo.
C’è che ad immaginarmi senza sigaretta in mano mi vedrei come l’uomo che fuma di X-Files che maneggia un Chupa Chups.
Ma si può essere più idioti?

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e-Ministeri

Interessante, seppur breve, inchiesta di Repubblica sulla “trasparenza” dei Ministeri. Non sono d’accordo sull’incipit perché gli esempi fatti (Brunetta e La Russa) non sono soltanto “vetrine personali”, ma l’articolo merita senza dubbio lettura e riflessioni.
Comunque, la maggioranza è in regola. E, come italiano, ne vado fiero. Bravi.
Quanto agli inadempienti, io non penso che presso quei dicasteri ci sia semplice inerzia (e.g.: altro da fare). Piuttosto, non capiscono il significato della cosa (e del termine “trasparenza”) nonché la correlata doverosità anche sulla Rete. E, magari, la solita visione del cittadino come suddito.

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