Author Archives: Daniele Minotti

Presentazione de il Minottino livestream

Intorno alle 16.30, sul blog di simplicissimus, QUI.

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Atto erotico virtuale e cibernetico

Mumble, mumble…

(via Corriere)

P.S.: Nel titolo (ora corretto) mi era venuto fuori anche un lapsus…

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E-privacy 2008

Tocca anche informare che la mia partecipazione a e-privacy 2008 (domani) è parecchio in forse.
Nel caso interessi.
Mi scuso pubblicamente con Marco Calamari e tutto lo staff. Come si dice – questa volta sinceramente – sono mortificatissimo.

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Incontro AIGI del 20 maggio: rinviato

Mi riferisco a questo. Rinviato e non cancellato. Darò notizie.

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Agenzia delle Uscite

Oramai, tutti sanno del provvedimento del Garante (peraltro, ampiamente “annunciato” sin dal 30 aprile) che ha ritenuto illegittima la pubblicazione telematica dei redditi.
In sostanza, contrariamente a quanto sostenuto dall’Agenzia delle Entrate, quelle modalità non erano previste (da leggi tributarie o dal CAD). Dunque, chiudiamo tutto.
Eventualmente se ne potrà parlare per le riforme future. La legge, al momento, è questa. Il resto è scelta futura: di opportunità, di riservatezza, di trasparenza, di politica. Non mischiamo le due cose. Sono piani molto diversi. Sulla legge vigente, c’è poco da dire, in un senso o nell’altro. Su quella che, eventualmente, verrà, si discuta pure. E tutte le opinioni sono rispettabili (anche se mi sembra di poter dire – pur sulla base dei sondaggi dei vari quotidiani – che l’Italia è un po’ spaccata). In linea di principio, non posso che concordare con Manlio circa l’inesistenza di una “cultura della privacy”. Io, però, mi auguro anche che non si scada all’opposto.
Comunque, dal provvedimento del Garante alla certa rilevanza penale o civile dei fatti, ce ne passa parecchio. Ancora una volta, parlare in termini di “Via ai risarcimenti” è cosa profondamente sbagliata. E non soltanto per le certezze che si comunicano con la notizia.
L’automatismo non c’è, in primis e soprattutto, per Visco in capo al quale ipotizzare (parlando del penale) il dolo (specifico) richiesto dalla legge è letteralmente ridicolo. In civile, poi, occorre dimostrare molto, ma veramente molto.
Quanto agli utenti eMule o, comunque, agli altri che hanno diffuso, il discorso non è tanto diverso. Piaccia o no.
Non dico che quanto accaduto sia una bella cosa. Il punto è che certe conseguenze non sono automatiche e non si possono garantire se la legge è questa.
E, allora, potrei anche essere d’accordo con Andrea il quale afferma che i fatti recenti hanno svelato i limiti punitivi della disciplina vigente. No, io non penso che ci siano grossi buchi nella disciplina della privacy e, sicuramente, non invoco la galera.
Per il penale, contrariamente a quanto affermato da Andrea, il caso concreto non è carente sotto il profilo di un dolo generico (coscienza e volontà, da parte di Visco & Co. della condotta “scellerata”), ma sotto quello, diverso e più particolare, del dolo specifico (di profitto o di danno). Impossibile ricondurlo ai predetti accusati. E profitto e danno non sono elementi della fattispecie, sono soltanto “scopi” prospettati dall’agente che non necessariamente si devono realizzare. Deve, invece, concretizzarsi il nocumento che, secondo la Cassazione (criticabile) coincide con quello patrimoniale.
Tanto meno il buco sussiste in civile dove – caso piuttosto raro per fatti non costituenti reato – si concede, in alcuni casi, anche la risarcibilità del danno non patrimoniale (art. 15). Mi sembra che, acclarate violazioni a parte, della prova del danno non si possa fare a meno. Perché ciò succede in tutti i casi di responsabilità civile. Così, condivisibilmente esclusivamente sul punto, Giancarlo Ferrero in una lettera a Repubblica riprodotta da Luca Sofri, pur con un titolo non corretto (di Sofri o di Repubblica).
Il diritto è una cosa seria.

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Sgrossature

Pianin pianino, le tesi si affinano sempre di più. Ed è una cosa molto positiva, peraltro peculiare di Internet dove la discussione, sui più disparati temi, è sempre un elemento centrale.
Parliamo della questione dei redditi online.
Guido Scorza ci è ritornato sopra, riprendendo Andrea Monti e valutando le “giustificazioni” dell’Agenzia delle Entrate.
In effetti, è diventata anche una questione di Codice dell’Amminstrazione Digitale e fa molto piacere che, continuando la discussione (sui blog, sulle mailing list, nei forum) le cose emergano al di là delle “first impressions” che, in realtà, servono da opportuna provocazione, anche per evitare di rinchiuderci in torri d’avorio.
Mi fa anche piacere constatare che, sostanzialmente, tutti (o quasi) noi giuristi siamo molto cauti nel garantire sanzioni di ogni tipo. Ecco perché lo spauracchio della privacy (di “certa” privacy), il tintinnio di manette, le class action tanto di moda sembrano, piuttosto, stratagemmi di marketing per tanti soggetti, ma non sempre corfermati da un diritto che si dovrebbe conoscere.

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L’indice, definitivo, della rev. 1.0.0

Finalmente, sono riuscito a chiudere tutto. Non ce la facevo più… Di seguito, l’indice definitivo de “il Minottino” e, sino alla presentazione, blindato. Nel senso che, come si capisce dal titolo, ci saranno rev. 1.1.1, 1.2.5, e via dicendo. Per cui, visto anche che esiste un’apposita pagina di discussione, ci sarà tutto tempo e occasione per modificare e/o aggiungere.

  • Prefazione di Antonio Tombolini
  • Introduzione alla rev. 1.0.0
  1. C’era una volta la legge sulla stampa
  2. 2001: il Web è stampa? Sì, anzi no
  3. 2006: il blog è stampa? Riproviamoci
  4. Il c.d. ddl “Levi-Prodi”
  5. Alcuni chiarimenti in tema di ingiuria e diffamazione
  6. La diffamazione non punibile
  7. Responsabilità per commenti
  8. Responsabilità per link e feed
  9. Il diritto all’immagine e la privacy
  10. Diritto d’autore e link di contenuti altrui
  11. Licenze d’uso: il caso BlogBabel tra diritto d’autore e diritto all’oblio
  12. Web radio e Podcast
  13. Pubblicità
  14. Sequestri e dintorni
  15. Chi giudicherà? (Questioni di giurisdizione e competenza)
  • Bibliografia Web
  • Giurisprudenza Web
  • Legislazione Web
  • Altri documenti Web
  • Blogroll di giuristi “internettiani”
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Stasera ore 19.45, su Radio R101 (sfacciatissima autopromozione)

Mi hanno chiesto di dire qualcosa su “il Minottino”, nell’àmbito del programma “Prima di tutti” condotto da Tiberio Timperi.
Diversi siti/editori pubblicano ebook giuridici, ma mi sembra che, in effetti, il Minottino sia unico e primo nel suo genere. Con questo non voglio essere troppo presuntuoso, ma soltanto per spiegare la pertinenza con il programma ospitante.
Se, poi, non è così, fatemelo sapere: evitiamo figuracce.
Allora a stasere, in streaming a partire dall’homepage dell’emittente.
Intanto, ringrazio pubblicamente anche Anna Masera che ha rilanciato su La Stampa.

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Internet e diritto di Internet

Sto ultimando il c.d. “Minottino”. A fatica, perché (senza voler fare la vittima) abbiamo tutti un sacco di cose da fare. Ma la cosa mi ha appassionato e ci credo ancora tanto, malgrado la fiacca.
Sta di fatto che mi sono accorto di una cosa realmente inquietante. Non me ne vogliano gli autori (anche soltanto aspiranti) in materia, ma ho constatato personalmente che di Internet e diritto di Internet, in Internet si parla veramente poco.
O, meglio, se ne parla ma molto raramente in modo rigoroso. E’ più facile trovare scritti di noi giuristi che, in realtà, scimmiottiamo le opinioni dei giornalisti (molto spesso, colpevolmente ignoranti).
Sono il primo ad avere un blog giuridico, sono il primo a scrivere cose “buttate lì”, sono il primo ad avere la qualità che leggete. I materiali prodotti col giusto approfondimento sono rarissimi. E sempre più rari, nella misura in cui ottime riviste, ad esempio Interlex, escono con sempre minor frequenza. Segno che non ci sono contributi (mentre materiale di discussione ce ne sarebbe, eccome).
Dovremmo ripensare un po’ di più all’informazione giuridica su Internet riguardante Internet.
Ne sono convintissimo. Nel mio piccolo, osservo da ben più di un decennio.

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Elenchi online: non ci si capisce più niente…

Premetto che sono il primo ad avere dubbi. Guido sembra averne meno, ma penso che anche dalle sue parole traspaia qualche incertezza, specie guardando al futuro e anche perché, come penso sottointenda, ci sono aspetti politici che possono influenzare la nostra opinione.
Non esiste, in effetti, una norma che consenta la pubblicazione telematica. O, se vogliamo essere più recisi, quella telematica non è una forma tra quelle previste dalla legge.
Da qui, però, a vederci sicuramente un trattamento illecito (quello di cui all’art. 167 TU dati personali), mi sembra che ce ne passi.
Non è Guido ad adombrarlo, ma Codacons che ha annunciato una pioggia di denunce. Il Presidente è l’avv. Carlo Rienzi e proprio a causa della sua professione mi sembrano parecchio improbabili alcune dichiarazioni riportate dal citato Corriere. L’art. 167, come detto, non è del codice penale. E, d’altro canto, i dati fiscali non sono “sensibili”. C’è qualcosa che non mi torna.
Nel merito, sull’esito delle denunce, chi vivrà vedrà anche se, secondo me, alla pubblicazione dei dati per costituire il reato indicato manca il dolo di profitto o danno, molto semplicemente.

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