Author Archives: Daniele Minotti

Privacy e scuola

Il 15 dicembre 2007, organizzata dal Circolo dei Giuristi Telematici, si è tenuta la tavola rotonda “La Privacy a Scuola“.
Da qualche giorno sono disponibili alcuni materiali: di Marco Cuniberti e Giorgio Battaglini.

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Quinta come la Wertmuller

Il titolo di post più lungo del mondo

La fibra è verde! Investire in fibra ha un ritorno maggiore grazie ai risparmi energetici che investire in centrali elettriche, secondo Glasgow Electric Plant Board (La municipalizzata elettrica di Glasgow nel Kentucky).

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Poteri della Baia

Apprendo da ANSA che su eBay c’è un’asta per Alitalia.
Favoloso, geniale. Se non si trattasse di un vicenda tristissima.

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Paternità scientifiche e artistiche

Mah, questa mi sembra un po’ grossa (nei punti sottolineati):

Cara Alessandra, ti rivelo io riservatamente cosa ti ha detto ieri notte nonno Benito in sogno – scrive la Santanchè – Mia amatissima nipotina, non dovevi essere proprio tu e non la Santanchè a ricordare agli italiani, come ha fatto oggi a Napoli con la schiena dritta e il petto in fuori, che senza Mussolini non ci sarebbero stati il salario garantito, l’Inps, i diritti per le donne, Cinecittà, Marconi, Pirandello, D’Annunzio, la grande architettura e le grandi bonifiche?“.

(via Corriere)

Risponderei con la poesia (immensa e dedicata)

E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m’illuse, che oggi t’illude,
o Ermione.

(Gabriele D’Annunzio, La pioggia nel pineto)

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Responsabilità degli enti

Su Penale.it, un amico-redattore ha iniziato un lavorone di inserimento di materiali riguardanti la responsabilità degli enti per fatti costituenti reato (d.lgs. 231/01) che, viste anche le novità introdotte dalla ratifica della Convenzione di Budapest, è sempre tema di stretta attualità.

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31 marzo: è tempo di DPS

Termine oramai già noto per il “rinnovo” del DPS (Documento Programmatico sulla Sicurezza ex d.lgs. 196/2003 e All. B).
Lo sappiamo, ma vale la pena di ricordarlo. Il più delle volte si può riciclare quello dell’anno scorso e cambiare data.
Sempre che, ovviamente, non sia cambiato nulla di quanto ivi scritto rispetto all’anno precedente.

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Dei diritti e dei doveri dello stare in Rete – EDITED

BlogBabel chiude, per sempre o chissà.

Premetto che io ci sono su mia richiesta dall’anno scorso quando, dopo aver sentito Ludo & C. allo ZenaCamp, mi è venuta la curiosità.
Pur con alterne vicende, non sono mai stato una blogstar e penso che non lo sarò mai. I motivi possono essere diversi, ma non mi interessano più di tanto.
Ero arrivato, pochi mesi fa, poco fuori della Top 100, poi son tornato su posizioni che più mi competono. E, in passato, è andata anche peggio.

BlogBabel sì, BlogBabel no. Per quel che ne capisco io, il sistema di ranking va un po’ più ottimizzato (a parte le star, vedo troppe fluttuazioni), ma forse si tratta proprio di “ottimizzazioni in corso”.
Come detto, le star sono sempre quelle, posizione più, posizione meno. E penso sia giusto così, indipendentemente dai contenuti sui quali ho sempre mille riserve.
C’è il caso Grillo, ad esempio, direi da sempre in testa (e non potrebbe essere altrimenti, malgrado i correttivi al ribasso). Ma le (altre) blogstar lo criticano. Dicono che non è un vero blogger (dunque non è una blogstar), che non è sinceramente 2.0, che non è genuino in quanto ha un’importante società di comunicazione alle spalle, che non risponde ai commenti (tra i top abbiamo anche chi non li ha proprio).
Non so e poco mi interessa.

Io ho un blog per parlare della materia di cui mi occupo (sul privato, sulle mie idee, sono molto più orso di quanto sembra) e la blogosfera mi incuriosisce più che altro per le sue implicazioni giuridiche. Ho già un lavoro che mi piace, non mi interessa diventare una blogstar per trovarmi un’alternativa di vita, anche se “mai dire mai”. E, come detto, dubito che possa salire sul podio della Top 100, anche se le classifiche gasano tutti, il sottoscritto per primo.

E così, veniamo a BlogBabel. PaulTheWineGuy vuole potersi sganciare. Gli rispondono, tra le altre cose, rinfacciandogli l’atteggiamento di chi, caduto dall’Olimpo, non vuole giocare più. Ma la motivazione ufficiale di Paul è il presunto abuso – quasi un furto – di contenuti asseritamente posto in essere da BlogBabel.
Paul ha una licenza Creative Commons (incidentalmente: io mi fido, ma non l’ho trovata) e ne chiede il rispetto: ok tutto (o quasi), ma non per scopi commerciali. Ma BlogBabel, contrariamente a quello che pensa Paul, non è una società commerciale, anche se i suoi ads li ha, come tanti del resto (e così si ripresenta l’accusa di lucrare, in qualche modo, sul lavoro altrui).

BlogBabel, puntata anche da Napolux, decide, come visto sopra, di chiudere con il modo, però, del bambino permaloso. Non me ne vogliano.

Oltre alla licenza, la questione verte anche sul diritto a non entrare nel database. Cosa c’è di giuridicamente fondato?

Poco, secondo me. Forse nulla.

Io non ho mai amato le licenze Creative Commons; o, meglio, non ho mai compreso la cieca adesione fideistica manifestata specie dai blogger. Ed io non sono stato eccezione: con il recente passaggio a WordPress (ma perché esiste un movimento che ha una pecetta segnaletica “No WordPress”?) le ho messe anch’io per quel fondamentale e imperdonabile errore che si chiama omologazione e che mi ha fatto perdere di vista la mia cultura giuridica. Alzi la mano chi sa veramente cosa significano queste licenze (e le “cugine” GPL), quali sono le basi e le conseguenze giuridiche. Pochi, direi, e ditemi pure presuntuoso. Non si parla di cose banali. Come se io mi mettessi a discutere di specifiche W3C (che competono più i tecnici).
Sebbene le licenze Creative Commons rappresentino una comoda (in prima battuta) standardizzazione, mi pento di averle messe e vi spiego anche il perché.

Piaccia o no – ed è questo il punto fondamentale – in Italia abbiamo una legge sul diritto d’autore. L’autore può derogarvi, ma soltanto parzialmente.
In un momento in cui si discute dell’attuazione del comma 1-bis) dell’art. 70 l.d.a. (tema molto caro alla blogosfera) rischiamo di dimenticare i diritti altrui, quelli di chi fruisce delle opere o che ci lavora. È paradossale, azzardo anche un “ipocrita”.

Se è vero che le limitazioni al diritto d’autore riguardano, prevalentemente, gli usi personali (chiamiamoli fair uses, se volete essere alla moda e guardare, a tutti i costi, al diverso diritto nordamericano), esistono eccezioni anche per chi persegue lo scopo di lucro.

La legge sul diritto d’autore (l. 633/41) le disciplina a partire dall’art. 65 e mi sembra chiaro che, pur evidenziando alcuni dati dell’opera, nessuno può impedire un link e la riproduzione di un titolo.
Eppure, una lettura non corretta (non conforme alla legge, che comanda sempre nel contrasto) delle Creative Commons può portare alla paradossale conclusione che esse non garantiscono sempre la libera circolazione del sapere, ma, al contrario, talvolta la limitano per giunta – vale la pena di ribadirlo – in contrasto col nostro ordinamento.

E l’elaborazione a fini di statistica-classifica? Io la vedo come una sorta di operazione scientifica (per l’aspetto statistico) e critica (per la classifica fatta di citazioni). Perché non ci sogniamo di vietare i test delle automobili. No, li opiniamo, financo li denunciamo se fatti in malafede sempre ricordando, però, che in essi vi è un preponderante fattore umano (ad esempio, le impressioni di guida, al di là dei dati strumentali) cosa ben diversa da quanto fa BlogBabel che, sempre per quello che ne capisco io, svela il proprio metodo (thx to WebArchive).

Infine, si potrebbe parlare anche delle rassegne stampa e del diritto all’obliò. Ma mi fermo subito: le prime possono essere illecite se non rispettano le predette eccezioni oppure se costituiscono concorrenza sleale (e non vi sono i presupposti), il secondo riguarda i dati personali (e qui non si parla di dati personali).

Non sapevo come chiudere questo post, ma ho pensato che il titolo fosse la miglior sintesi, specie se letto nella filosofia che ci accomuna tacitamente condivisa da ogni blogger.

P.S.: Il post è stato un po’ editato, ma soltanto per rimediare ad alcuni errori di battitura, di esposizione, ecc. Devo ricontrollare meglio le bozze prima di scrivere… Mi scuso.

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Ora per allora: appuntamento al 31 marzo 2008

QUI.

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Francesca Cardin

Francesca (PD Friuli-Venezia Giulia) ha aperto un blog. Per interposta persona, le ho trasmesso le mie acide critiche su tutte quelle cose che sappiamo.
Ma siccome è a posto, brava, bella e le voglio bene, eccola. Farà, ne sono certo (anche perché avrà la mia quotidiana, pur de relato, critica).

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Comodità

In effetti, devo riconoscere che, nel casino di cavi dello zaino, il cavo USB di alimentazione/sincronizzazione dell’iPod lo trovi subito.
Basta poco, che ce vo’?

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