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Category Archives: Articolo 21
Siti e responsabilità
C’è un (neppur tanto) velato pregiudizio nei confronti delle pubblicazioni telematiche, di Internet in genere. Non credo sia paranoia.
Ancora oggi, nella aule di giustizia (anche di un certo rango), si cade nell’inaccettabile affermazione di responsabilità di un titolare di sito Internet per contenuti (commenti) altrui.
Ci ha pensato, però, la Cassazione, con una sentenza di qualche giorno fa, a stabilire (per l’ennesima volta) che, sebbene sia ormai pacifico che il titolare non risponde di omesso controllo come il direttore di una testata giornalistica, lo stesso titolare non è necessariamente corresponsabile per il solo fatto di aver “animato” la discussione nel corso della quale sono intervenuti messaggi diffamatori.
Cassazione con rinvio, proprio per approfondire il ruolo del titolare.
Sentenza su Penale.it.
Posted in Articolo 21, Internet e stampa, Sentenze e sentenzine
Tagged diffamazione online, direttore testata
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Sequestri un tanto al chilo
Si e’ appena diffusa la notizia secondo la quale il sito Bufale Un Tanto Al Chilo (www.butac.it), molto noto per la sua attività di debunking, sarebbe stato posto sotto sequestro, preventivo, dalla magistratura. Ed è proprio così.
Ecco uno screenshot
Le informazioni, però, sono un po’ contraddittorie e non sempre coerenti.
Paolo Attivissimo sta facendo la webcronaca, anche con informazioni di prima mano.
Sorprende, però, che nel 2018 si sequestrino interi siti e non, eventualmente, singoli post, specie quando il sito – peraltro assolutamente trasparente – è italiano.
Staremo a vedere.
Master Giornalismi & Comunicazione Corporate
DataMediaHub, in collaborazione con Associazione Stampa Romana e AGI come media partner, lancia il Master Giornalismi & Comunicazione Corporate “Dal Brand Journalism alle Digital PR, quando il Giornalismo Sposa l’Impresa”.
Tra gli illustri docenti, ci sarò anch’io, per la parte legale, ovviamente.
QUI il programma completo.
Come ti sequestro il sito
C’è una sentenza della Cassazione, a proposito di sequestrabilità dei siti Internet, che nel giorni scorsi ha fatto molto discutere.
In realtà, non dice nulla di nuovo perché, proprio l’anno scorso, addirittura la stessa Corte, a Sezione Unite, aveva chiaramente detto che una testata giornalistica online non può essere sequestrata, tutto secondo la legge.
E i blog, i forum, tutti gli altri siti in genere che non sono testate registrate?
Sì, si possono sequestrare: lo sapevamo già.
Attenti al like
Si può finire nei guai per un semplice like su Facebook? La risposta è sì, pur tendenzialmente perché dipende da alcuni fattori giuridici (e non voglio tediare con il legalese).
Se ne parla da un po’, professionalmente mi sto occupando di un caso, ne avevo già scritto tempo fa, ma…
Ma il problema si ripropone in questi giorni, proprio qui a Genova, per alcuni like a status e/o commenti inneggianti al terrorismo.
Repubblica, in un primo tempo, è stata molto allarmista facendo aperto riferimento a possibili denunce per coloro che avevano messo like.
Il Secolo XIX, il giorno dopo, ci riferisce qualcosa di più: a qualcuno è venuto il (legittimo) dubbio sul significato da dare ad un like su Facebook che non significherebbe necessariamente approvazione.
Staremo a vedere. Trattandosi di un caso ancora troppo fresco, credo sia opportuno non esprimersi in modo definitivo (ovvio che ho la mia idea, ma anche in virtù del caso che mi è stato affidato, ritengo doveroso tacere).
NextQuotidiano > In che senso la diffamazione su Facebook è “a mezzo stampa”
(pubblicato su NeXtQuotidiano del 10 giugno 2015)
Sgomberiamo subito il campo da ogni equivoco: Internet non è stampa e neppure Facebook lo è.
La recente sentenza della Cassazione, che molti hanno commentato malamente, sembrerebbe per fare il titolone, in realtà dice cose diverse.
Di certo, chi crede che i social network garantissero l’impunità per contenuti diffamatori si sbaglia di grosso. E dovrebbe essere diversamente?
La Suprema Corte dice soltanto, come già fatto altre volte, che Facebook (anche se non precisa meglio) è un “mezzo di pubblicità” perché ha potenzialità diffusive elevate e, pertanto, una diffamazione per esso veicolata merita una sanzione più elevata rispetto ad un altro contesto (es.: una riunione condominiale) e al pari della stampa.
Tutto qui, si può essere d’accordo oppure no, ma la Cassazione non ha detto che Internet è stampa, proprio no.
Del resto, se i tanti articoli avessero linkato la pronuncia, non ci sarebbe stato bisogno di spiegare.
Diritto di like
Volevo parlarne la settimane scorsa, a notizia “fresca”. Poi, una serie di impegni professionali e personali me lo ha impedito.
Vedo, però, che non sono stato l’unico a notare la cosa. Massimo, per esempio.
Mi riferisco al caso Tortosa, il poliziotto che ha “difeso”, su Facebook, la sua azione alla Diaz. Più precisamente, parlo della vicenda di un suo collega (credo superiore) che ha messo un like al noto post del Tortosa e che, per tale fatto, è stato trasferito d’incarico.
La problematica, in realtà, non è nuova. Il funzionario di P.S. rischia la carriera, altri rischiano un procedimento penale per diffamazione.
E’ accaduto ancora l’anno scorso, per ricordare un caso di cui la cronaca ha trattato e che avevo commentato proprio all’indomani della notizia. A Parma un uomo è stato querelato per aver messo un like ad un commento diffamatario, rischiando, a sua volta, un’imputazione per diffamazione, peraltro aggravata.
Ora, personalmente non so come sia andata a finire, se il procedimento sia stato archiviato oppure abbia fatto o stia facendo il suo corso.
Ma il problema rimane e consiste nell’eventuale esistenza di un diritto a condividere, con un apprezzamento, l’idea altrui, ancorché illegale, dopo che essa è stata espressa.
Anche considerato che mettere un like non aggiunge alcunché alla carica lesiva del post/commento, sono fermamente convinto che questo diritto esista e discenda direttamente dall’art. 21 Cost.
I paradossi della Rete
Paola Bacchiddu è una freelance professionista: Da qualche giorno, in Rete, si parla molto del suo caso.
Lo screenshot è di un suo status di ieri e c’è anche un pezzo su LSDI.
Il suo è un caso paradossale.
Ha raccontato, su una testata online, una storia di presunto malaffare pubblico. Ha virgolettato il testo degli esposti inviati alla Procura, ha concluso precisando che la giustizia avrebbe verificato e… si è ritrovata citata penalmente per diffamazione. E, ancora paradossalmente, da sola, perché il direttore delle testate online non risponde per omesso controllo.
L’articolo è ancora QUI (nessuno ha mai chiesto rettifiche o altro), così vi fate un’idea autonoma.
Posted in Articolo 21, Diritti digitali
Tagged diffamazione online, direttore responsabile, paola bacchiddu, testata online
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