Category Archives: Avvocati

Dacci oggi la nostra giustizia quotidiana: spunti per una riflessione

Di solito non parlo di casi che tratto personalmente in qualità di avvocato. Questa volta, però, faccio un’eccezione perché, come anticipato nel titolo, il caso concreto può condurre a riflessioni di carattere generale.

Bene. Mi viene notificato un decreto di citazione diretta per questioni, ovviamente penali, di diritto d’autore. Riporto i capi di imputazione relativi al mio assistito.

Imputato Tizio

a) per il reato di cui agli artt. 171, 171 bis della L. 633/41 mod. dalla L. 248/2000, perché deteneva: n. 95 films e 17.693 brani musicali in formato elettronico, illecitamente duplicati e contenenti programmi per elaboratore riproducesti fonogrammi di opere musicali e sequenze di immagini in movimento tutelate dal diritto d’autore

b) per il reato di cui all’art. 171 ter della L. 633/41 mod. dalla L. 248/00, perché poneva in commercio o comunque deteneva: n. 95 films e 17.693 brani musicali in formato elettronico; supporti contenenti fonogrammi di opere musicali e sequenze di immagini in movimento per i quali è prescritta l’apposizione di contrassegno della S.I.A.E.

Tutto vero, non è uno scherzo. Questa è la trascrizione fedele e integrale.

Penso che chi capisce un minimo di diritto d’autore si sia già messo le mani nei capelli.

Passino i film e i brani contenti programmi per elaboratore riproducenti fonogrammi, ecc. (questa è proprio pesante, eh…).

Passi il fatto che sono contestate condotte non sempre presenti nella legge.

Passino i tre articoli di legge letteralmente buttati lì, senza correlazione coi fatti contestati (sia per condotte che per opere tutelate) e, soprattutto, che contengono una messe di ipotesi delittuose e dal trattamento ben distinto.

Passi che, per quei fatti contestati nel marzo 2006, il contrassegno SIAE, come sappiamo, era certamente inopponibile.

Passi un corno!

Tre imputati, tre avvocati. Una collega che non si è presentata, un altro collega decisamente disorientato sulla disciplina applicabile. Insomma, che è Minotti che deve cercare di fare qualcosa e, in prima battuta, pensa ad una questione di nullità del decreto di citazione per indeterminatezza del capo di imputazione (art. 552, comma 1, lett. c) c.p.p., per i tecnici).

La pongo, il pm, ovviamente, risponde che le condotte sono precisamente individuate e che le norme di legge sono indicate, commi e lettere non servono. Sic!

I giudice guarda il decreto, fintamente mostrando padronanza della materia, neppure si degna di aprire un codice per controllare la legge (che non è quotidiana, lo capisco) e, speditamente, conclude avallando la tesi del pm.

Ora, quel giudice è una brava persona, cordiale ed educato. Non ti viene da maledirlo, però… non è stato un buon giudice. Penso che chi mastica la materia sia d’accordo con me.

La riflessione ad un livello più elevato e ancora più importante.

Ne parlavo l’altro giorno con una cara collega. Abbiamo, insieme, concluso che di fronte a certe storture della giustizia noi dobbiamo rimanere saldi sui nostri principi. L’avvocato non è un azzeccagarbugli, ma è il vero trait-d’union tra giustizia e cittadino. Ben più del magistrato. E qui non si deve cedere alzando le spalle.

Lei, però, a differenza di me si arrabbia anche e cerca di fare qualcosa (ha un ruolo istituzionale, a differenza di me). Beh, ha ragione lei. Colleghi, svegliamoci! Non è questione del singolo caso, non è per prendersela con quel magistrato (che, come detto, è una brava persona) e neppure con tutta la magistratura (qui non ci sono da fare battaglie di classe), ma di cercare di cambiare questa giustizia che non è al collasso soltanto per quello che, ogni anno (e pur giustamente), ci viene ripetuto all’apertura dell’anno giudiziario.

E i cittadini devono sapere. Ecco perché mi sono permesso di raccontare qui questa vicenda. Non drammatica (non parliamo di un omicidio), ma, comunque, significativa.

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Mal comune, mezzo gaudio

Manlio segnala una proposta di riforma della professione di giornalista definendola di stampo corporativistico.
Mal comune, mezzo gaudio. Appunto (e rinvio).

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Erano avvocati

Gran bel post di Doktor Faust che ci spiega un po’ di cose su ciò che l’avvocatura non vuole riconoscere, anzi stronca. Perché, semplicemente, ha paura di non saper reggere la (presunta) concorrenza.
Da tenere a mente alle prossime elezioni di CdO, organismi che decidono anche delle sorti di coloro che, pur facendo molto di più di certi parafangai, non hanno voce in capitolo sulla propria professionalità (perché decide il CFN, scrivendo le leggi).

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Astensione avvocati penalisti dal 30 marzo al 3 aprile 2009

Proclamata dall’UCPI per protestare contro i ritardi sulle riforme.
QUI i particolari.

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Venerdì 16 che fate? (autopromozione) – UPDATED

Venerdì 16 gennaio 2009, dalle 15 alle 17, sarò ospite a Pavia della locale Camera Penale (ma, di solito, sono coinvolti anche gli Ordini di Pavia e Vigevano, nonché la Camera Penale di Voghera). Presso la sede della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura.
Per partecipare, occorre chiedere alla Camera Penale di Pavia.
Quanto al resto, cercherò di fare una relazione ben più pratica rispetto alle altre volte. Ad esempio, non avrò slide ad effetto. Vorrei comunicare ai Colleghi come penso siano da affrontare i procedimenti per reati informatici, propri e impropri.

Aggiornamento: mi correggo, la cosa si svolgerà presso la sede dell’Unione degli Industriali della Provincia di Pavia (Confindustria), Via Bernardino da Feltre, 6 e ci sarà anche un noto esperto di computer forensics.

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La via spagnola

Tempo addietro, si è parlato molto dell’esame da avvocato del Ministro Gelmini. Insomma, pur bresciana era emigrata a Reggio Calabria.
Se non sbaglio, la cosa venì fuori su La Stampa per merito di Flavia Amabile.
Motivo dell’emigrazione? Beh… noi del mestiere lo sappiamo tutti. Gli altri capiranno che una percentuale di promossi superiore al 90% (contro un 30% circa ai miei tempi a Genova – e ce ne sono di più basse) fa gola a tutti.
Meno sanno che, Ministri a parte, c’è un sistema ancora più facile (sebbene burocratico e dispendioso) per diventare avvocato. Basta diventare, prima, “abogado”, in Spagna. Perché laggiù e decisamente più facile e, vista la libera circolazione UE, è diritto avere la “traduzione” del titolo. In pratica, un laureato italiano deve farsi riconoscere il titolo in Spagna, cosa che lo abilita immediatamente alla professione legale,in quel Paese (senza pratica ed esame). Poi, deve farsi rinconoscere il titolo di abogado in Italia. E il gioco è fatto. Tutto perfettamente legale.
Ho trovato questo sito da cui estrapolo passaggi assai significativi (ma suggerisco di leggere tutte le FAQ):

D. : E’ necessario conoscere la lingua spagnola?

R. : Non piu’ di quello che un qualsiasi Bignami possa insegnarci… Sara’ nostra premura fornirti anche i testi per avere quelle nozioni minime di base per poter interagire con gli esaminatori Spagnoli.

D. : Su alcuni forum si legge che l’Italia non riconosce il titolo ottenuto in questa maniera, e’ vero?

R. : Nulla di piu’ lontano dalla verita’, questo trucco (sic, n.d.r.) si basa su una disposizione della Comunita’ Europea alla quale l’Italia e’ costretta ad attenersi.

P.S.: Ah, la cosa funziona similmente anche per altre professioni, in tutti i Paesi UE.

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Avvocati figli d’arte?

Molti ricorderanno la buferetta scoppiata sul caso del Ministro Gelmini che ha passato l’esame in sede diversa da quella “naturale”. Tutto ciò ai sensi di legge, non è questo il punto. Come tutti noi possiamo serentamente ragionare sull’opportunità o meno di “scegliersi” la sede ritenuta più idonea. Magari in altra sede.
Fatto sta che il Ministro aveva lasciato intendere, forse per giustificarsi, che in certi concorsi passano soltanto i figli d’arte. Non è così. Io sono un esempio, anche se, da solo, non faccio certo statistica.
Soltanto oggi leggo il comunicato del mio Presidente, avv. Stefano Savi. QUI, ma ne riporto un passaggio.

L’utilizzo di illazioni non confortate da elementi oggettivi ed anzi smentite da dati inconfutabili non produce altro risultato che disinformare l’opinione pubblica e offendere chi opera nella sfera professionale con dedizione istituzionale, onestà e correttezza.
Per altro delegittimare l’Avvocatura equivale ad indebolire il diritto alla difesa ed il principio di legalità in un momento assai delicato che vede il Governo impegnato prioritariamente su questi temi. Della intervista del Ministro Gelmini ritengo utile richiamare all’attenzione tutti, anche al Ministro, un lodevole passaggio: “bisogna tornare al decoro, al rispetto degli altri… se non si comincia da lì non si cambia niente.

Bravo Stefano!

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Son soddisfazioni

Sono in udienza e, aspettando il mio turno, mi guardo la posta col mio fido TYTN II.
Un collega con l’iPhone mi osserva e, alla fine, mi dice “Sei sempre il piu’ tecnologico”.

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Menù forense

C’era una volta il bar del tribunale che, in realtà, era il Caffè della Rinascente (il “vero” bar del tribunale, con quella insegna, è un altro). Un posto che ne ha viste di tutti i colori, frequentato da magistrati, avvocati e mariuli di ogni specie.
Poi ha chiuso non so bene perché. Soltanto di recente ha riaperto con una nuova gestione. Nel frattempo, quelli intorno si sono spartiti la clientela, ma – penso – proprio a causa di questa riapertura, ora devono darsi da fare di più. Non basta essere aperti.
Ricevo, oggi, questa:

Buongiorno Gentili Avvocati e Procuratori Legali, [i procuratori legali non esistono più da una decina d’anni… n.d.r.]

forse già frequentate i nostri locali entrambi a pochi metri dal Tribunale di Genova.

Desideriamo informarVi che presentandoVi alle casse semplicemente con il Vostro tesserino di riconoscimento dell’ Ordine al momento del pagamento, otterrete degli sconti e delle promozioni estremamente convenienti riepilogati nella convenzione in allegato.

Se non siete ancora Clienti, Vi aspettiamo.

P.S.: L’offerta, in effetti, è buona, va detto. Come va detto che proprio questo bar era il più caro della zona. L’avran capita…

P.P.S.: Per dirla tutta, non mi risulta che ci sia una vera “convenzione” con il mio Ordine. Si tratta, piuttosto, di un’offerta che fanno alla categoria.

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Controvoglia

Stavo facendo un giretto nelle statistiche a caccia di temi interessanti da sviluppare. Tra le stringhe di ricerca in coda, ne trovo due parecchio interessanti:
sono laureato in legge ma non mi sento di fare l’avvocato
e soprattutto, molto inquietante,
sono avvocato e non voglio fare l’avvocato.

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