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Category Archives: Cronaca e Diritto
Il Giornale e le mezze verità
Quando facevo pratica (e anche dopo) mi hanno sempre detto che una mezza verità è una falsità. Che è anche vero (mi si scusi il bisticcio).
Oggi, distrattamente, ho letto un titolone su Il Giornale: “Corte di Cassazione, clandestini incesurati: no attenuanti generiche”. E prosegue: “Le nuove disposizioni in materia di sicurezza in vigore dallo scorso luglio escludono che un immigrato clandestino – rimasto in Italia nonostante l’ordine di espulsione – possa avere le attenuanti generiche perchè non ha precedenti penali”.
Considerata anche l’evidenza dalle notizia (di per sé banalotta, per chi conosce la legge), penso che l’italiano medio abbia ragione di intendere che l’incensuratezza sia ostativa esclusivamente per il “clandestino”. E non è così, anche perché, se veramente così fosse, farebbe a botte con l’art. 3 della Costituzione (che fissa un ineludibile principio di eguaglianza, evidentemente non immediato per certa stampa).
La verità, dunque, è un’altra. Premesso che non ho letto la motivazione della sentenza, il sospetto che si tratti di una mezza verità è troppo forte. Anzi, è proprio fondato.
Il “divieto” di circostanze generiche (ex art. 62-bis c.p.) non riguarda soltanto i clandestini, ma tutti, italiani in primis.
Chi lo dice? L’art. 1, lett. f-bis) del decreto-legge23 maggio 2008, n. 92 convertito nella legge 24 luglio 2008, n. 125. QUI.
Gli italiani (non soltanto i clandestini) sono avvisati.
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Omicidio (?)
“È omicidio anche se si vede cadere qualcuno o se si sa che è in pericolo di vita e non si fa nulla“.
Questa parole sarebbero state pronunciate dalla dott.ssa Angela Rosa Nettis, presidente del collegio del Riesame di Bari che ha valutato, a suo tempo, l’originaria ordinanza di custiodia per il padre dei poveri bambini di Gravina. Lo dice il Corriere, virgolettandole in un constesto piu’ ampio.
Non sto a fare speculazioni su una storia cosi’ triste, ma voglio dire con certezza che l’affermazione e’ falsa. Semmai, e’ omissione di soccorso. Sulla gravita’ in concreto possiamo discutere, ovviamente, ma giuridicamente non e’ omicidio.
Siccome non posso pensare che un magistrato di quel livello abbia detto una cosa del genere, non posso che concludere per l’errore (comunque gravissimo) del cronista.
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Italia > il mondo (e ritorno)
Bella immagine che abbiamo in giro per il mondo. Nel bene e nel male. Beh, lo sapevamo gia’, ma…
Ieri leggo su Massimo di un rapporto di Libertus.net riguardante l’implementazione di filtri IP per combattere la pedopornografia. Come sappiamo, da noi e’ in vigore il c.d. “Decreto Gentiloni“. Circa l’Italia, pero’, Libertus.net sembra avere le idee poco chiare (citando esclusivamente fonti giornalistiche o straniere) e omettendo del tutto di riferire del banning del gambling online. Oltre a quest’ultima cosa, io, pero’, una cosina l’avrei ricordata. Giusto per avere il giusto polso della censura (e degli abusi) italiana.
Cambiamo argomento. Stamattina, per caso, ho ritrovato uno spassoso post di Elvira (che riprende Webgol tumblr). E si scopre che anche Slashdot dice baggianate su come va in Italia.
A me Andrea (Monti) fa impazzire (e un po’ lo invidio). Spara una provocazione (quella del p2p divenuto legale per effetto delle modifiche all’art. 70 l.d.a.) e tutti credono che sia una cosa vera.
Vatti e fidare dei giornalisti
E’ opinione comune, anche tra noi avvocati, che i giornalisti ne sappiano sempre di piu’.
Ieri mi ha chiamato una collega tutta inferocita perche’ aveva saputo che un suo cliente era stato mantenuto in carcere. Molto ingiustamente, secondo lei che conosceva bene il caso.
Oggi mi ha richiamato per dirmi, felice, che questa notizia, anticipatale da un giornalista (e chissa’ da quale fonte…), non era vera (oltre che prematura…).
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Nuove ebbrezze
Come detto in altro post, ieri il Senato ha approvato la conversione del decreto Bianchi di inizio agosto.
La stampa da’ molto risalto alla notizia e molte testate hanno pubblicato uno specchietto delle nuove sanzioni. In molti casi sbagliando sulla guida in stato di ebbrezza.
Allora, con il decreto si erano fissati tre scaglioni a seconda della percentuale di alcool nel sangue (grammi per litro): superiore a 0,5 sino a 0,8; superiore a 0,8 sino a 1,5, oltre l’1,5. Ovviamente, con sanzioni in crescendo. In particolare, per il primo scaglione, c’erano l’ammenda da euro 500 a euro 2000 e l’arresto fino a un mese (per parlare del penale).
Con la conversione, in questo primo scaglione e’ stato cancellato l’arresto. E fa una bella differenza, per tante ragioni.
La non se n’e’ accorta e riporta molto imprecisamente la notizia: Corriere, Repubblica, La Stampa. Si salva ANSA:
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Presunzione di colpevolezza?
"Naturalmente, non e’ detto che Alberto sia innocente". E’ questa la frase che ho appena sentito al TG3, pronunciata da un’inviata a Vigevano. Ed e’ aberrante, come aberranti erano le urla isteriche "bastardo" e "assassino" dirette ad Alberto Stasi mentre lo portavano via.
Ovviamente, so realmente poco del merito, certo non agevolato da buona parte della stampa che nell’ansia di trovare un colpevole ha additato tutti, proprio tutti.
La notizia di questa mattina e’ che il fermo del ragazzo non e’ stato convalidato. Pare per mancanza degli indizi (ma le notizie sono confuse anche sul punto). Ed io non posso dire di piu’, non posso opinare le scelte della procura o del gip.
La gente, pero’, ha bisogno di sicurezza, di colpevoli scovati e ingabbiati dalla giustizia. Il resto non conta molto. Ecco perche’ non ho stima di questo popolo piccolo, insicuro e vigliacco, incapace di ragionare con la propria testa, dimentico di cio’che e’ fissato nella nostra Costituzione per cultura ampiamente acquisita: "L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva".
Ecco perche’ non ho stima di certi cronisti che si alimentano di questo cieco giustizialismo in un incivile circolo vizioso.
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Il mestiere di cronista di giudiziaria
Senza alcuna piaggeria, non perche’ siamo diventati amici "telematici", ma con sincero apprezzamento.
Carlo Felice dimostra di saper fare molto bene il suo lavoro a differenza di tanti suoi colleghi che, con la storia di Garlasco, hanno mostrato le cose peggiori della categoria.
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Le societa’ patteggiano???
Certo, rispetto alla rilevanza politica giudiziaria della vicenda e’ profilo sicuramente minore, ma non ho capito chi avrebbe patteggiato davanti alla dott.ssa Forleo. La banca (BPI) gia’ di Fiorani? Ma che dice il Corriere?
No, le persone giuridiche non possono patteggiare semplicemente perche’, secondo la nostra Costituzione, la responsabilita’ penale e personale anche nel senso che penalmente rispondono soltanto le persone fisiche (a parte le diverse conseguenze derivanti dal d.lgs. 231/2001). Ecco, mi piacerebbe sapere chi – persona fisica – ha patteggiato. E il Corriere non lo dice. Lo chiarisce meglio (anche se non del tutto correttamente) il Giornale. Si’, ha patteggiato Fiorani, non BPI.
Allora, ditelo meglio.
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Lavavetri: Sindaco vs. Stato?
La questione dei lavavetri di Firenze è diventata puramente politica. E ci sono fondate ragioni perché, secondo me, è giusto che un problema di sicurezza sia gestito a livello centrale anche se, come sempre, non entro nel merito del singolo caso.
Ritornerò a breve sul punto, intanto occupiamoci sempre dei titoloni dei giornali che parlano di lavavetri “arrestati”. Sfido chiunque a provare che qualcuno di questi signori sia stato arrestato (in flagranza o quasi) dopo l’ordinanza del Sindaco di Firenze ed in conseguenza di essa. Non è possibile semplicemente perché l’unico reato che si può eventualmente contestare a chi violi detta ordinanza è quello di cui all’art. 650 c.p. Che è una contravvenzione e per le contravvenzioni non è previsto l’arresto. L’arresto di cui si parla (senza sapere di cosa si tratti) è la pena detentiva prevista alternativamente a quella pecuniaria (che si chiama ammenda). Se, poi, la pena dovesse andare definitiva, ovviamente è un discorso diverso.
Ma torniamo al reato espressamente richiamato dall’ordinanza (ma non ce n’era bisogno). Ecco cosa dice l’art. 650 c.p.: “Inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 206”.
Si dice che i Sindaci non possono prevedere ipotesi penali perché ciò spetta allo Stato. E’ vero, c’è una riserva di legge (statale). Peccato, però, che il “buco” stia proprio nella legge dello Stato. L’art. 650 c.p. è la più classica delle norme penali “in bianco” che si può riempire con ordini di autorità non statali. Esiste da sempre, è criticata da sempre, è applicata da sempre. Soltanto ora ci si accorge che è il cavallo di troia per far legiferare, in penale, soggetti diversi dallo Stato. Basta una ragione prevista dalla norma e il gioco è fatto.
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Garlasco: l’aggravante che non c’è
Con questo post inauguro la sezione Cronaca e Diritto dedicata, appunto, alle considerazioni giuridiche riguardanti i fatti di cronaca anche se non di criminalità informatica.
Mi sono accorto, infatti, che i giornalisti non sempre riportano i fatti in modo giuridicamente corretto. Spesso enfatizzano e, ovviamente, ne perde la fedeltà.
Io penso che a qualcuno possa interessare un’analisi più puntuale. Poi, l’occasione è propizia anche per me, per farmi un po’ di ripasso, per riaprire certi tomi. Non basta mai.
Garlasco, brutta storia anche per merito dei cronisti che hanno scritto di tutto, spesso senza alcuna pertinenza con le indagini, spesso trasformando un pettegolezzo in indizio. Investigatori dilettanti allo sbaraglio.
Negli ultimi giorni il “notizione”: la Procura contesta all’unico indagato le aggravanti della crudeltà (art. 61, n. 4), c.p.) e di motivi abietti o futili (art. 61, n. 1), c.p.). Sempre più noir, sempre più trucido o splatter, come ormai si dice. Atto dovuto, dicono gli inquirenti, ed io mi permetto di essere d’accordo anche se capisco che la cosa può non far piacere a chi si ritiene ingiustamente accusato (ma che, paradossalmente, si trova tutelato proprio in virtù della sua iscrizione sul registro degli indagati).
La notizia, comunque, si sgonfia in poco tempo. Non entro nel merito perché, non conoscendo gli atti, nessuno è autorizzato a farlo. Sulla crudeltà forse ci si riferisce alle modalità deducibile da riscontri obiettivi. Sui motivi… beh… anche un bambino capisce che se il movente è sconosciuto lo stesso non può essere aggettivato in qualche modo (futile). Movente e motivi sono sinonimi. Sta nella nostra lingua.
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