Category Archives: Diritti digitali

Pisanutin

Dice che in Russia, a breve, occorrerà un’apposita licenza per utilizzare un dispositivo WiFi che, comunque, dovra essere registrato. Pur senza particolari basi giuridiche. Un po’ con la scusa della gestione dell’etere (cosa che non ha molto senso, considerata la ridotta potenza) ho l’impressione che gli intenti siano identici a quelli del decreto Pisanu che, pure, non aveva osato incidere sulle reti private.
E sono convinto che si andrà sempre di più verso quella direzione.

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Three strikes and you are still in

Diciamoci la verità. La “Dottrina Sarkozy” (o “Strategia Oliviennes”, dal cognome del n. 1 FNAC) era un boiata di rara grandezza.
Ma mi preme sottolineare che ciò che è stato deciso a livello europeo non è una legalizzazione del file-sharing (come ho letto in giro), ma una vittoria del diritto alla cultura, al lavoro, ecc., rappresentato dalla connessione Internet (giustamente, Cappato).

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Progressioni

Entusiasmante progressione rintracciabile nelle mie statistiche di marzo (sezione Parole Chiave)

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E poi?

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Nicola Zingaretti: non votatelo

Non penso di fare molta politica in questo blog, ma quando ci vuole (pur indirettamente)…
AGI (non trovo la fonte, sorry) su Aghenor (Stefano Vitta) e, infine, sulla “suocera” Massimo (e’ Torriero che lo definisce cosi’, eh…):

PROVINCIA ROMA: ZINGARETTI, PRIMA DELIBERA WI-FI GRATUITO =
(AGI) – Roma, 20 feb. – In caso di vittoria nella corsa alla Provincia di Roma, il candidato del Pd, Nicola Zingaretti, ha gia’ pronta nel cassetto la prima delibera: “Avere la tecnologia Wi-Fi gratuita in tutto il territorio della provincia”.

Un progetto che Zingaretti ha maturato nel corso del suo incarico da europarlamentare: “Durante i miei anni a Strasburgo ho avuto modo di girare il mondo e mi sono chiesto perche’ ovunque si vada, in qualsiasi citta’, e’ possibile aprire il computer portatile e collegarsi gratuitamente ad Internet, ma questo non e’ possibile a Roma. Anche a Dubai, citta’ nata in mezzo al deserto, il sistema Wi-Fi si sta diffondendo sempre di piu'”. Il progetto sara’ finanziato “con 20 milioni di euro e con la compartecipazione del comune e di aziende come l’Acea.
Un lavoro che in due anni garantira’ l’accesso gratuito ad Internet in tutta la provincia”. (AGI)

Responsabile del fattaccio e’ Nicola Zingaretti (si’… il fratello di Montalbano…), eurodeputato. Fattaccio perche’? Con le parole di Massimo:

La risposta e’ molto semplice: durante i tuoi anni a Strasburgo i tuoi compagni di partito (insieme a quasi tutti gli altri) hanno fatto il possibile perche’ il wifi in Italia non fosse libero. E – a tua insaputa – ci sono riusciti“.

Spiegato con la legge (quella che il succitato dovrebbe conoscere, visto che si propone un intervento), costi e difficolta’ tecniche a parte, la nascita di un vero Wi-Fi libero patisce soprattutto la RU486 di Pisanu.
Maccome, direte voi… Ma Pisanu non era di FI? Si’, ma poco tempo fa il Governo Prodi ha prorogato quelle regole (relative anche all’identificazione delle connessioni) con un bel decreto-legge (si’, un decreto-legge, quello che dovrebbero fare in casi di urgenza) che, peraltro, si avvia alla conversione in legge.
Io non vi dico chi votare (manco io lo so), ma non votate Nicola Zingaretti. Quanto meno e’ uno che non conosce i problemi, dunque e’ difficile pensare che possa risolverli.
Come ci si puo’ affidare a un uomo cosi’ che vive su un altro pianeta e che da’ tutta l’impressione di voler corteggiare un certo elettorato pseudo-tecnologico (quello veramente tecnologico non e’ composto di imbecilli e mi spiace per chi non lo e’ ed e’ indotto a credere a certe cose) con un’uscita del genere?
Il digital divide e’ una cosa molto seria e il Wi-Fi (per non parlare del lottizzato Wi-Max) non serve a fare connettere signore a spasso col cagnolino fetente per consentire loro di trovare il miglior aperitivo del giorno.

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Sed Lex > Marijuana.it e l’assoluzione

(da Punto Informatico n. 2929 dell’8 febbraio 2008)

Roma – Credo di non essere l’unico a pensare che quando un caso “comune” si presenta su Internet esso viene troppo spesso distorto dall’opinione pubblica e dalle Autorità che osservano attraverso una lente corrotta, fatta di un misto di pregiudizio e ignoranza. E ciò succede spesso anche quando il “caso” arriva in un’aula di giustizia. Questa volta, però, ha trionfato la Costituzione; ma non sempre va così, lo sappiamo tutti. Vediamo più da vicino una vicenda giudiziaria iniziata nel 2005 e conclusasi, in primo grado, soltanto di recente. continua a leggere

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Giu’ le mani dai giornalisti digitali

E’ il senso, in estrema sintesi, di una sentenza della Cassazione, forse gia’ nota agli addetti, pubblicata su Penale.it. Approfondendo, aggiungo che la Suprema Corte afferma che il giornalista puo’ consegnare il documento informatico richiesto oppure opporre il segreto professionale. Pertanto, in prima battuta, non gli si puo’ sequestrare il computer.
La metto nella sezione "diritti digitali" perche’, malgrado il sistema informatico sia stato restituito subito dopo previa duplicazione, ho l’impressione che quando si sta in ambito, appunto, informatico, la gente sia decisamente piu’ disinvolta nella compressione dei diritti altrui. Se l’oggetto della ricerca fosse stato un cartaceo, penso che gli inquirenti si sarebbero comportati in modo decisamente piu’ soft.
Beninteso che la regola fissata dalla Cassazione, vale per tutti i soggetti di cui agli artt. 200 e 201 c.p.p.
A buon intenditor…

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DFIR ITALY 2007

DFIR, Dialogue Forum on Internet Rights. A Roma, in Campidoglio, il 27 settembre.
A leggere il programma, rimango un po’ perplesso. Solita carrellata quasi esclusivamente di istituzioni. E relatori realmente indipendenti e provenienti "dal basso"?
Approfondendo tra i partecipanti:
– il Ministro Gentiloni, gia’ vincitore del Big Brother Award Italia 2007 – Bocca a stivale e protagonista di mai spiegati oscuramenti;
– Google, gia’ vincitore del Big Brother Award Italia 2007 – Tecnologia piu’ invasiva;
– Pier Ferdinando Casini, pare abbia querelato un blog (fake) di satira politica.
Considerate queste presenze, ci si augura che qualcuno chieda spiegazioni e che tutto non finisca coi soliti reciproci complimenti.

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Sbianchettiamo il Devoto-Oli

Ennesima dimostrazione di basso populismo e pressapochismo.
Franco Frattini, nella sua qualita’ di Vicepresidente della Commissione Europea e responsabile per il portafoglio Liberta’ (sic), Sicurezza e Giustizia, vorrebbe inibire le ricerche Internet con termini come "bombe" e "uccidere".
Significa soltanto due cose:
– ignoranza della Rete (che, pure, si vuole regolare, chiaramente senza criterio);
– sbando totale sulle politiche di sicurezza.
QUI un breve resoconto di PI, con ampi richiami iperlinchici.

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La legge va rispettata, ma costa cara

Bene, pare che, in Italia (e non solo), i siti istituzionali facciano pena. Stupore? Forse soltanto per i nostri governanti (non che siano in malafede… proprio non capiscono…).
Uno di quelli che in Rete ci sta pensa subito allo scandalo, soffocato, di italia.it, al "divieto" di accesso agli atti per qualcosa che e’ costato un sacco di soldi ed e’ un disservizio. Certo, siamo sudditi, non cittadini e le motivazioni formali sono il mestiere di noi cervellotici giuristi.
In realta’ c’e’ molto di più.[[SPEZZA]]
Faccio un esempio, comprensibilissimo per tutti.
Da noi, l’ignoranza della legge non scusa. Lo dice l’art. 5 del nostro codice penale: "Nessuno può invocare a propria scusa l’ignoranza della legge penale".
Ok, ma, allora, uno ha qualche ragionevole motivo per pretendere che le regole siano disponibili, chiare e… aggiornate.
Andiamo avanti con l’esempio, un po’ influenzato dalla mia esperienza professionale.
Uno si trova indagato per il reato di cui all’art 171, comma 1, lettera a-bis) della l. 633/41 (per l’upload illegale via P2P) e, prima di andare da un avvocato, cerca.
Cerca, comprensibilmente, una fonte ufficiale e, se gli va bene, trova NormeinRete che e’ il vanto dell’informazione giuridica dello Stato.
Inserisce la query relativa alla 633/41 e trova due fonti: Cassazione e Ministero della Giustizia (via SIAE). Bene, il secondo testo e’ corretto e aggiornato, il primo… lasciamo perdere… e’ la versione del 1941…
Io lo so, perche’ faccio l’avvocato (e mi interesso della materia), ma il cittadino che e’ parimenti tenuto all’osservanza della legge?
Abbiamo un sistema idiota di novellazione aggravato da questa inesistenza dell’informazione di aggiornamento.
Stato, Internet, pubblicità della legge = Zero in pagella. Ok, forse occorrerebbe ricordare che bisogna far sopravvivere l’IPZS che di pubblicazioni di legge vive (a scrocco, visto che le leggi le fanno i nostri rappresentanti, dunque noi). Si’ perche’ la Gazzetta Ufficiale, edita dallo stesso Poligrafico, e’ a pagamento, il relativo sito pubblica, gratuitamente, soltanto quelle degli ultimi sessanta giorni e ben pochi (e introvabili) siti istituzionali si occupano dell’indispensabile aggiornamento. Arrangiatevi, siete sudditi, non cittadini.
Oso: come può lo Stato pretendere la conoscenza di una legge a pagamento e così complicata? Anche per noi operatori del diritto, eh…
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Scusate, non capisco…

Riferito, tra gli altri, da Quinta, leggo con interesse il carteggio tra Vittorio Zambardino e Paolo Gentiloni. Il tema e’ sempre lo stesso, molto caldo in questi giorni, vale a dire quello della censura in Internet.
Qui c’e’ la lettera di Zambardino. Premetto: io sono nessuno, Zambardino, invece, e’ un noto e capace giornalista. Trovo, pero’, assai ingenuo fare appello alla comune qualita’ di blogger perche’, con quello che e’ successo in queste ultime settimane, blogogosfera e idee liberal non sembrano andare piu’ tanto d’accordo. Non contiamocela: una certa filosofia, oramai, si e’ scolorita irrimediabilmente.
Qui, invece, c’e’ la risposta di Gentiloni. E non e’ facile non essere d’accordo con certi commenti al post. Devo riconoscere che il Ministro e’ un genio della comunicazione politica, non a caso il suo mestiere.
Incidentalmente, osservo che, finalmente, il Ministro stesso ha capito che il decreto sul filtraggio dei contenuti pedopornografici si applica, appunto, soltanto a questi. Non puo’ riguardare il gioco Operazione:Pretofilia. Malgrado quello che pensa Volonte’, nel mio piccolino sono molto soddisfatto di quello che ho scritto alcuni giorni fa e che pensavo gia’ da prima.
Cio’ premesso, come si dice, le domande sorgono spontanee: perche’, allora, il decreto e’ stato applicato al sito dell’orgoglio pedofilo quando non pubblicava pedopornografia? E che dire del plauso di Gentiloni? Un po’ di coerenza?

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