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Category Archives: Diritto d’autore
Megamulte: sono giuste? E chi le paga? – UPDATED 2
StudioCelentano.it rilancia una notizia che, in parte, sapevo gia’ (per motivi professionali, nel senso che mi occupo di un caso).
Milioni di euro di sanzioni (amministrative) a diversi uploader. Ma non si tratta soltanto di upload, per dirla tutta (con le conseguenze del caso), bensi’ anche di mera detenzione. Operazione della Guardia di Finanza di Melegnano sul territorio milanese chiusa nella primavera scorsa, ma "verbalizzata" soltanto nelle ultime settimane.
Il fenomeno "megamulta", allora, non e’ soltanto americano. Io, nel mio piccolo, l’avevo previsto commentando un’altra notizia su Punto Informatico, ma con una sanzione assai inferiore.
Il problema (perche’ di problema si tratta) e’ l’art. 174-bis l.d.a. norma (del 2003), che, francamente, ritengo folle e ingiusta anche perche’ puo’ essere applicata a chi fa upload senza fini di lucro (come nel caso della recente notizia) e, peraltro, in egual misura rispetto a chi ci guadagna. Cosi’ si uccidono le persone e si premia chi lo fa per soldi.
Poi, vorrei proprio vedere chi e’ disposto a pagare milioni di euro… Basterebbe fare le leggi piu’ a misura d’uomo: una sanzione secca e ragionevole nell’importo. Anche le casse dello Stato ci guadagnerebbero.
Aggiornamento del 29 ottobre 2007, ore 15.50: Reuters, probabilmente la prima fonte della notizia, corregge al rialzo le entita’ delle multe. Cosa che rende ancora piu’ demenziale la legge.
Aggiornamento del 30 ottobre 2007, ore 14.55: Capito tutto sulle megamulte. Il discorso, in realta’, e molto semplice se si legge il comunicato GdF pubblicato sul sito FIMI (sic). L’art. 174-bis l.d.a (quello contestato) prevede sanzioni pecuniarie amministrative da 103 a 1.032 euro (se non e’ facile determinare il valore dell’opera). Se si moltiplicano questi minimo e massimo per il numero delle opere rinvenute, ecco che le cifre tornano. Beninteso che, in concreto, i verbali effettivamente notificati sono per importi diversi. L’art. 16 della l. 689/81, infatti, prevede un pagamento in misura ridotta pari alla minore cifra tra la terza parte del massimo e il doppio del minimo. Dunque, il totale delle somme irrogate con verbale (pagamento in misura ridotta nei 60 giorni) dovrebbe essere euro 25.042.596 (il doppio del minimo, piu’ favorevole), piu’ di 6 milioni a cranio, in media.
Cose demenziali, comunque… e i calcoli non sono tanto giusti. Per tacere dell’accertamento di responsabilita’.
Staremo a vedere.
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Divieto di link?
Punto Informatico ci ha dato la notizia nei giorni scorsi e molti blog l’hanno rilanciata. In piu’, c’e’ anche una petizione online per sbloccare TVLinks.
Il fatto è avvenuto nel Regno Unito, ma ci sono dei precedenti statunitensi.
Certo, bisognerebbe sapere di piu’. Per adesso, pero’, rinfreschiamoci la memoria con un caso tutto italiano che, a ben vedere, consiste in meri link: Coolstreaming/Calciolibero.
Divieto di link anche in Italia? Sembrerebbe di si’, sebbene alla base del dictum della Cassazione, penso ci sia un’errata valutazione dei fatti oltre ad una non perfetta compresione di Internet, HTML e compagnia. "Filosofie" a parte.
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Sed Lex > Un canone per il P2P
(da Punto Informatico del 19 ottobre 2007)
Roma – Dopo la presentazione del 2 agosto scorso, è finalmente giunto in Commissione (in sede referente) il ddl. S-1769 (Sen. Pecoraro Scanio) intitolato “Norme in materia di sostegno all’attività cinematografica e diritto d’autore” che si affianca ad altre proposte già commentate su Punto Informatico. continua a leggere
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Prendi a Internet per dare alle major. Ma c’e’ molto di piu’ – UPDATED
Nei giorni scorsi e’, finalmente, arrivato in commissione il ddl S-1769 Pecoraro Scanio. Cosi’ possiamo anche leggercelo (ma perche’ i siti istituzionali non sempre rendono disponibili questi testi prima dell’approdo in commissione?). Intanto leggiamo la Relazione e l’art. 1 su finalita’ e oggetto. Poi…[[SPEZZA]]
…un breve commento sulle modifiche proposte che piu’ strettamente ci interessano:
– l’aliquota IVA sugli abbonamenti di banda larga e’ abbassata al 10% (art. 4, comma 1);
– i fornitori applicheranno un prelievo dell’8% sui canoni di banda larga e lo verseranno allo Stato (art. 4, comma 2);
– il ricavato sara’ destinato per 1/3 a un fondo speciale per il sostegno del (solo) cinema, per 2/3 ad altro fondo speciale a beneficio dei produttori (ma con prevalenza del cinema) (art. 4, comma 2);
– "Il pagamento del prelievo di cui all’articolo 4 dà titolo all’uso e alla distribuzione purché non a scopo di lucro dell’opera, a qualunque titolo essa sia stata acquisita per via telematica" con conseguente inapplicabilita’ delle sanzioni penali, amministrative e, direi, anche civili (art. 7, comma 1);
– abrogazione della lett. a-bis) dell’art. 171, comma 1, l.d.a., la famigerata disposizione penale sul P2P (in upload) anche senza scopo di lucro o profitto (art. 7, comma 2);
– rinnovato innalzamento al lucro delle ipotesi di reato in tema di software, vale a dire quelle di cui all’art. 171-bis, comma 1, l.d.a. (art. 7. comma 3);
– allargamento delle ipotesi di lecita copia privata, anche in presenza di misure tecnologiche e anche in digitale.
Che dire? Che sembra proprio una bella cosa. Un 8% si puo’ tollerare, penso, almeno per i contratti destinati alle utenze domestiche. A maggior ragione se ad esso corrisponde, dal punto di vista economico, un’abbassamento dell’IVA.
Il prelievo e’, a ben vedere, una sorta di equo compenso, come quello applicato su supporti e dispositivi. So che non piacera’ a tutti, ma teniamo conto del fatto che con esso verra’ meno la possibilita’ di incappare in sanzioni penali o amministrativi (perche’, questa volta, e’ detto espressamente). E non e’ poco.
E, come anticipato, mi sembra anche che il comma 1 dell’art. 7 conferisca piena liceita’ anche sotto l’aspetto civile.
Resistera’ all’eventuale dissenso delle Major e di quelli che a tutti i costi non vogliono pagare nonche’ alla sovraordinata disciplina europea.
Aggiornamento del 19 ottobre 2007, ore 8.35: mi sono accorto che nella Relazione al ddl c’e’ scritto "reato penale". Bah…
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Registratore virtuale, diffide reali
Conoscevo VCast e c’avrei scommesso e non perche’ sono uno iettatore.
Succede che Mediaset ha diffidato VCast di Faucet PVR. Ne dà notizia Melablog che cosi’ definisce il servizio: “Questa applicazione web ci permette di “settare” un videoregistratore virtuale, che registra i canali in chiaro (principalmente Rai, Mediaset e La7-Mtv). Le trasmissioni così registrare possono essere scaricate automaticamente sul nostro computer, come podcast già in formato iPod o Apple Tv”.[[SPEZZA]]
Non e’ pretestuoso affermare che il servizio e’, di fatto, la versione tecnologica del VHS. Anzi, del Betamax. Perche’ proprio ai tempi del lancio del Betamax la Sony si vide citare in giudizio negli USA perche’ il suo videoregistratore era considerato uno strumento di pirateria. Poi, la Sony vinse e fu cosi’ legittimata a continuare a vendere quegli apparecchi.
Oggi, come dicono da Faucet, c’e’ anche l’art. 71-sexies l.d.a. (in calce) che disciplina la riproduzione privata ad uso personale. Mi sembra che ricorrano tutti i presupposti di liceita’ anche perche’ Faucet non e’ un terzo che effettua la riproduzione. Si limita ad offrire un servizio programmabile esclusivamente dall’utente.
QUI anche l’opinione di Quinta, azzeccatissima anche nella prospettiva del business.
Articolo 71-sexies
1. È consentita la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi su qualsiasi supporto, effettuata da una persona fisica per uso esclusivamente personale, purché senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali, nel rispetto delle misure tecnologiche di cui all’articolo 102-quater.
2. La riproduzione di cui al comma 1 non può essere effettuata da terzi. La prestazione di servizi finalizzata a consentire la riproduzione di fonogrammi e videogrammi da parte di persona fisica per uso personale costituisce attività di riproduzione soggetta alle disposizioni di cui agli articoli 13, 72, 78-bis, 79 e 80.
3. La disposizione di cui al comma 1 non si applica alle opere o ai materiali protetti messi a disposizione del pubblico in modo che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente, quando l’opera è protetta dalle misure tecnologiche di cui all’articolo 102-quaterovvero quando l’accesso è consentito sulla base di accordi contrattuali.
4. Fatto salvo quanto disposto dal comma 3, i titolari dei diritti sono tenuti a consentire che, nonostante l’applicazione delle misure tecnologiche di cui all’articolo 102-quater, la persona fisica che abbia acquisito il possesso legittimo di esemplari dell’opera o del materiale protetto, ovvero vi abbia avuto accesso legittimo, possa effettuare una copia privata, anche solo analogica, per uso personale, a condizione che tale possibilità non sia in contrasto con lo sfruttamento normale dell’opera o degli altri materiali e non arrechi ingiustificato pregiudizio ai titolari dei diritti.
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GDF a scuola da BSA
Punto Informatico ci dice che la Guardia di Finanza va a scuola da BSA, che e’ un’associazione privata che rappresenta alcune delle maggiori software house. Ce lo ricorda perche’ non e’ la prima volta.
Domanda: ma perche’ la Finanza non viene mandata a scuola in una qualche universita’ pubblica dove le garanzie di imparzialita’ di insegnamento sono certamenti maggiori?
C’e’ poco da fare: la giustizia nel campo del diritto d’autore e’ sempre piu’ affare privato e lo Stato ne e’ il braccio violento sapientamente addestrato.
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Megamulte e domattina “on the air”
Sulla megamulta inflitta alla mammina del Minnesota hanno parlato in molti. Attivissimo, pero’, scrive un lungo post decisamente controcorrente e che, secondo me, merita attenta riflessione.
Intanto, del tema, domattina, dalle 8.30, ci sara’ uno speciale su Radio Citta’ del Capo anche con contatto telefonico col sottoscritto. QUI il sito dell’emittente, c’e’ pure lo streaming.
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Di tutto, di piu’, anche un assolto
Minestrone del Corriere che mette insieme lo smantellamento di una Rete P2P (almeno cosi’ c’e’ scritto, ma c’e’ qualcosa che non mi torna) col ritrovamento anche di pedoporno e un’assoluzione milanese per fatti di uso personale.
Veloce commento.
Multe esorbitanti, forse c’e’ qualcosa che non va perche’ certe cifre difficilmente saranno mai incassate.
P2P e pedoporno vanno sempre piu’ di coppia anche nell’immaginario della stampa.
Anche per uso personale, si puo’ finire davanti al giudice ed essere assolto dopo anni, con il materiale ancora in sequestro.
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Fair use: Folena si arrabbia…
…ma risulta realmente poco efficace.
QUI l’articolo su Punto Informatico che, correttamente, da’ diritto di replica. Pero’, come detto, Folena non centra il punto. Perche’ gli insegnati e gli studendi colpiti da sanzioni sono quelli che, nel sito, avevano ads.
Lasciamo un attimo da parte le questioni sulla rilevanza di queste forme di pubblicita’. Aggiungere un comma “bis” significa, di regola, aggiungere una specificazione al comma precedente: se riguarda un ambito piu’ ristretto, restringe, appunto. C’e’ poco da fare e Scorza non e’ un visionario.
La regola pro insegnati e studenti esiste gia’: art. 70, comma 1, lda.
” 1. Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali“. Il problema e’ che, come sappiamo, si e’ visto il fine commerciale nella pubblicazione su un sito (di un insegnante) che aveva anche degli ads.
A parte il fatto che, per “rendere”, gli ads vanno cliccati (e non soltanto visti sulla pagina del sito – anzi, la mera visita senza clic abbassa il rate), anche considerando che non c’e’ una diretta correlazione tra pubblicazione delle opere e soltanto eventuali introiti degli ads, la proposta di riforma poteva essere formulata diversamente. Perche’ cosi’, come giustamente dice Scorza (e, da questo momento, prendo volentieri una posizione), il comma 1-bis circoscrive e limita cio’ che era gia’ nei diritti della gente.
Morale della favola: Folena indirizzi i suoi mugugni privatamente a Cortiana (e neppure quest’ultimo sembra aver capito bene il nocciolo della questione), ritiri e faccia ritirare l’emendamento e ne proponga un altro non limitativo dei diritti che gia’ ci spettano.
Con un po’ di umilta’, non guasta. Citando Grillo (e non me ne vergogno, pur non approvando tutto) i signori sono nostri dipendenti. Facciano il loro mestiere al nostro servizio, in favore di un Paese che ha bisogno di cultura per crescere.
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Usi didattici ed enciclopedici
Mi scuso con i (pochi) lettori del blog, ma la cosa mi sembra importante e riguardante la cultura, tutti noi. Merita un altro post.
Il 19 passa (nel senso che e’ stato proposto) un emendamento alla Camera (Commissione Cultura) sul ddl di riforma SIAE.
Riguarda gli usi didattici ed enciclopedici di alcune opere tutelate dal diritto d’autore. Presentato da Folena, Vladimir Luxuria e altri, appunto in Commissione cultura. QUI il mio primo post.
PI aveva dato la notizia, ma io l’ho recepita in modo un po’ acritico. Guido Scorza, invece, vi ha dedicato due post (1 e 2) ritenendo la proposta peggiorativa rispetto all’assetto attuale. Donde, come voglio i maliziosi (ma a pensar male…), i dubbi sulla "santificazione" FIMI.
Oggi si sveglia anche Altroconsumo (grazie ad una discussione nata sul Circolo dei Giuristi Informatici) che propone una petizione.
Insomma, al di la’ delle buone intenzioni, pare che questo emendamento sia una sonora sola, un limite alla diffusione della cultura. A nostro discapito, tanto per cambiare.
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