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Category Archives: Giustizia tecnologica
Soldi, soldi e ancora soldi
E’ vero, io faccio penale e non ho una chiara visione di quello che succede nel civile dove, almeno formalmente, si concentrano gli sforzi per il processo telematico. Ma, comunque, non ho notizia di adeguati risultati, specie se si considera che del processo telematico si parla e si dice di fare da anni.
Mastella conferma di voler piu’ soldi.
E se facesse la fine di Italia.it? Almeno diteci dove li avete buttati, i soldi.
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E poi parlano di processo telematico
Cosa che sapevo gia’ (essendo la mia sede), ma non pensavo che se ne fossero occupati anche in giornali.
L’ho scoperto, per caso, stasera e rilancio la notizia.
Il sistema informatico di Palazzo di Giustizia, a Genova, ha fatto un bel botto. Tutto paralizzato anche, un po’, le questioni de libertate (non soltanto le iscrizioni).
Si buttano via milioni per il processo telematico (che, di fatto, non funziona – e non venite a dirmi che i servizietti disponibili sono qualcosa di valido e proporzionato agli investimenti), ma si scopre che il Ministero non ha danari per banalissimi (certo, un po’ costosi) sistemi di disaster recovery (basterebbe, ad esempio, un minimo di ridondanza).
Ah… dimenticavo… certi accorgimenti, cui e’ tenuta anche la P.A., sono misure di sicurezza ai sensi del d.lgs. 196/2003…
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Scandali italiani
Purtroppo, ultimamente, Interlex e’ aggiornato di rado; ma ha sempre degli ottimi contenuti.
Il numero di ieri contiene, tra le altre cose, un interessantissimo articolo di Manlio Cammarata che denuncia i tecnoscandali italiani: la carta d’identita’ elettronica, il diritto di accesso alle leggi, la firma digitale, il portale italia.it e…
Io, ogni tanto, parlo del processo telematico. Un fiorire di commissioni, responsabili, esperimenti, totem multimediali, ecc. Colleghi e magistrati che si riempiono la bocca pavoneggiandosi in tutte le occasioni pubbliche. Spesso sono i piu’ incapaci, i piu’ sfaticati, quelli interessati soltanto al lustro e, magari, a qualche soldino.
Ma, per l’utente giustizia c’e’ veramente poco. Chissa’ se un giorno qualcuno ci rendera’ conto dell’impiego dei fondi che, come immaginerete, sono non da poco…
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A che punto e’ veramente il processo telematico?
Io sono un po’ perplesso. Non che voglia remare contro o essere disfattista, ma vedo che se ne parla da anni, si impegnano tanti soldi e i risultati sembrano pochini.
Qualche sabato fa mi trovavo presso un tribunale ligure. Ho incontrato il Presidente (vecchia conoscenza telematica – ma non voglio millantare il credito che non ho) e ci siamo messi a chiacchierare davanti ad un caffe’.
Ha una certa eta’, eppure, con l’informatica, ci sa fare. Molto semplicemente mi ha detto che il problema del processo telematico e’ soprattutto uno: con il blocco della assunzioni non c’e’ ricambio generazionale ed e’ chiaro a tutti che la tecnologia sta in pugno soprattutto dei giovani.
Ergo…
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Il processo telematico penale
Mi era un po’ sfuggito. Cerco di rimediare.
Tra le riforme volute da Mastella per razionalizzare (sveltire?) la giustizia c’e’ quella che riguarda la posta elettronica che si potra’ usare per inviare memorie e istanze, nonche’ per notificazioni e avvisi.
Speriamo… Nel frattempo, bisogna prendere atto che, secondo una giurisprudenza non trascurabile, allo stato gli avvocati penalisti non possono presentare istanze via fax.
Salto tecnologico? Ma non potremmo, intanto, iniziare ad introdurre un banale comma per "sdoganare" il fax?
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Il processo telematico penale
Sulla carta e nella legge non esiste. Riguarda il civile e l’amministrativo e, peraltro, stenta (malgrado gli investimenti non da poco).
Ma, in penale, esiste gia’ anche se e’ piu corretto chiamarlo "processo informatico".
Non so cosa sia successo a Potenza e non mi permetto di dare giudizi, pero’ – e tutti i colleghi lo sanno – in molte sedi le ordinanze di custodia cautelare passano per file.
Questo il flusso di dati: Polizia Giudiziaria > Pubblico Ministro > Giudice per le Indagini Preliminari.
Il trionfo del copia e incolla.
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Il processo telematico: che succede?
Finalmente, qualcuno ha alzato un po’ la voce per dire che la tanto sbandierata giustizia tecnologica (dunque, piu’ efficiente) si percepisce assai poco. La fonte e’ piu’ che autorevole: il CNR.[[SPEZZA]]
Da tempo, e’ attivo un servizio per le denunce via Web. QUI l’esempio della Polizia di Stato. Purtroppo, oltre ad essere limitata ai casi di smarrimento e furto, non ha un gran valore giuridico nel senso che, se dopo la compilazione telematica, non si va al Commissariato a firmare di proprio pugno, serve a ben poco. Va bene, dicono che consente di risparmiare tempo, ma l’"accelerazione della pratica" non mi sembra garantita.
La (sofferta) firma digitale, nelle sue applicazioni giudiziarie, non sembra decollare. DI fatto, la usano soltanto i commercialisti per l’invio telematico delle dichiarazioni dei redditi.
Da anni si parla di processo telematico, ma, anzitutto, non riguarda il penale. Io, che sono un po’ pigro, speravo proprio di inviare i miei atti sfruttando quella smartcard che giace inutilizzata nel mio portafoglio dal 2001. Niente, devo continuare a consumare inchiostro e a contribuire al disboscamento planetario…
Nel civile non va meglio. Malgrado, come detto sopra, siano passati anni, si e’ fatto ben poco, non per tutte le sedi e soltanto per un manipoli di sperimentatori.
Sembra proprio che, a parte il raro PoliWeb, il massimo sia rappresentato dalla presentazione (non imposta dalla legge) dei file degli atti di parte per consentire al magistrato di copiare e incollare nei propri provvedimenti. Ecco, questo, per la verita’, succede anche nel penale. I colleghi penalisti sanno benissimo quanto le ordinanze applicative delle misure cautelari siano praticamente sovrapponibili alle richieste dei pm. Il che non e’ soltanto sintomo di pigrizia nella dattilografia.
Poca roba, insomma. Eppure, ancora oggi, fioriscono convegni, seminari, simposi, guide, banchetti, cocktail e quant’altro. Conosco gente che, cavalcando quest’onda anomala del processo telematico, ha goduto di benefici che, altrimenti, non sarebbero mai giunti, anonimi (sino a quel momento) operatori che hanno fiutato l’opportunita’, diciamo pure il business.
Si’, perche’ come riportato in questo articolo di PI, stanno arrivando nuovi e non trascurabili finanziamenti.
Fate un po’ voi. Intanto, ai colleghi speranzosi, suggerisco di fare tranquillamente scorta di toner e biro. Aspetteramo ancora molto perche’, da noi, la tecnologia e’ sempre perle per i porci, ammesso e non concesso, poi, che queste cose servano realmente alla nostra Giustizia.
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Cassazione, previa autorizzazione
Forse c’era gia’ da tempo, ma io me ne sono accorto soltanto oggi.
Aprite questa pagina. In cima, troverete scritto “I documenti forniti dal Servizio Novità possono essere utilizzati solo per uso personale. E’ vietato qualsiasi uso diverso se non previa autorizzazione della Corte Suprema di Cassazione”.
Il servizio novita’ della Cassazione fornisce, da qualche anno, news di giurisprudenza ed altri materiali tra cui le sempre molto interessanti relazioni a cura degli studiosi del Massimario.
Viviamo in un’Italia dove l’ignoranza della legge non scusa, ma, nell’epoca di Internet, il Poligrafico mette a disposizione soltanto le Gazzette Ufficiali degli ultimi sessanta giorni (il resto e’ a pagamento), il Comune di Jesi (cui non spetterebbe…) fa lovedolmente molto di piu’, ma non basta. Adesso, ci si mette pure la Suprema Corte.
Ok, e’ fatto salvo l’uso personale e, se vogliamo, un sito pu0′ essere considerato una banca dati, ma… io ricordo che l’art. 5 della l. 633/41 (la cd. “legge sul diritto d’autore”) recita: “Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane che straniere”.
Ecco: una sentenza e’ un atto ufficiale pubblico…
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