Category Archives: Privacy e dati personali

Se nel pubblico non c’è privacy

Mi era sfuggita e ringrazio la lista “dataprotection” di Alessandro Monteleone nella quale la cosa è stata segnalata.
Molti avranno sentito parlare della “legge Brunetta” per il “riordino” del pubblico. Si tratta, per la precisione, della legge 4 marzo 2009, n. 15, pubblicata QUI.
All’art. 4, comma 9, leggo

All’articolo 1, comma 1, del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Le notizie concernenti lo svolgimento delle prestazioni di chiunque sia addetto ad una funzione pubblica e la relativa valutazione non sono oggetto di protezione della riservatezza personale».

Anche il non giurista percepisce che l’art. 1 del codice privacy è una norma fondamentale. Dice,molto semplicemente eppure fermamente

Chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano.

Dunque, quella voluta da Brunetta è un’eccezione, non da poco. Non soltanto perché riguarda il settore pubblico, ma perché potrebbe applicarsi a chiunque esercita una funzione pubblica, non necessariamente dipendente, appunto, pubblico. Vero è che si parla, diffusamente, di amministrazione pubblica, ma il termine usato in quella disposizione appare più ampio.
Ora, tra le altre cose, mi viene da pensare cosa sarebbe successo a Le Iene per il servizio sui parlamentari tossici…

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Un DPS per gli studi legali

Michele Iaselli ha realizzato un Documento Programmato sulla Sicurezza (DPS) per i Colleghi eventualmente interessati.
Consiglio, in ogni caso, di leggere il post del suo blog. Spiega un po’ di cosine che, ovviamente, nel DPS non vanno messe, ma che, comunque, vanno conosciute.
E ricordiamo il rinnovo entro il 31 marzo di ogni anno. Ci siamo…

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Adesso basta (was: Mala tempora currunt) – UDPATED 2

Penso sia chiaro a tutti che così non si può continuare. Abbiamo un legislatore impazzito, ne fa di tutti i colori, a vanvera, senza la minima riflessione, senza la doverosa competenza. Ne ho già parlato QUI, tutti ne parlano. Tutti coloro che, anche pensandola in modo differenziato, almeno si pongono dei problemi. Ma i nostri politici – tutti, si badi bene – no, proprio no.
L’ultima è quella del telemarketing prorogato. Ne parla Repubblica, ci riferisce il Corriere, ma mi sembra che la cosa sia stata scovata da Guido Scorza.
Vi è mai successo di essere tranquilli a casa, a pranzo o a cena, in famiglia o anche da soli e sentire  inaspettatamente squillare il telefono fisso? E’ il solito telemarketing, quasi sempre di operatori di telefonia. L’operatore (che, spesso, si prende anche insulti immeritati – è soltanto uno che lavora, l’ultima ruota del carro), vi propone l’ultima favolosa (quasi-)flat all inclusive (ma spesso omette di dire che c’e’ lo scatto alla risposta…) che se ve la perdete siete proprio degli idioti.
Bene, inutile dirgli che proprio non volete risparmiare e che non volete più essere richiamati. La settimana dopo, puntuale (perché, ovviamente, tracciano la vostre presenze in casa) si rifà vivo un altro operatore, stupito (?) del fatto che vi avevano già chiamati. E via così, per l’eternità.
Andiamo al nocciolo. Che succede ora? Che nel corso della conversione del decreto-legge “milleproroghe” tre signori hanno avuto la bella idea di presentare un emendamento che ridona, magicamente, legalità agli elenchi dei contattabili formati prima del 1° agosto 2005. Ciò, in barba al d.lgs. 196/2003 (T.U. dati personali).
L’iniziativa è decisamente traversale. Il Sen. Lannutti (Idv) afferma sul Corriere che i “colpevoli” sarebbero tre suoi colleghi della Commissione (due Pdl e un Pd).
Scopo dell’iniziativa? Beh, probabilmente facilitare gli amici, il business della telefonia, delle pay-tv e ancor prima di coloro che detengono questi preziosi database. E che business!!!
Curioso, infine, che da una parte si spinga (giustamente) per un ddl contro lo stalking, dall’altra si legittimi qualcosa di molto simile, si potrebbe osar dire coincidente.
No, adesso basta! Fatela girare, bisogna fermare lo scempio.

Aggiornamento delle 15:31, stesso giorno: vale la pena di leggere le osservazioni dell’avv. Monica Gobbato, nei commenti.

Aggiornamento del 13 febbraio 2009, ore 21:35: La cosa, nei commenti, si fa spessa.

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Mille e ancora mille

Il decreto “milleproroghe” non si è limitato a prorogare alcuni termini (come quello per le licenze degli Internet point), ma, in fondo, contiene anche qualche novità in materia di privacy.
Trattasi di inasprimenti di sanzioni. In particolare, osservo che in caso di omessa predisposizione delle misure minime di sicurezza (art. 169 TU combinato con le sanzioni amministrative del nuovo art. 162 comma 2-bis), per accedere alla procedura estintiva occorre sborsare la bella somma di 30.000 euro (prima erano 12.500). Cui, giusto per dirlo, va aggiunta “in ogni caso” la sanzione amministrativa. QUI il Testo Unico Privacy con le modifiche.
Ora, non posso che essere d’accordo con Michele Iaselli quando afferma che tutta questa ansia punitiva (che, peraltro, rischia di far male soprattutto ai piccoli) è completamente contraddittoria con il trend semplificatore degli ultimi tempi. E aggiungo: iniqua.
Un ripensamento in sede di conversione?

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Vietare Facebook – UPDATED

Diciamoci la verità: molte delle foto pubblicate, su Facebook, dai sanitari (intesi come operatori del servizio sanitario…) torinesi sono veramente “nulla”. Non perché io sia particolarmente tollerante, ma perché nulla c’è di male, ad esempio, in una foto che ritrae un’ospedaliera che brinda, sul lavoro, al nuovo anno oppure in quella dove altri due giocano al telefono con un defibrillatore (non penso proprio si rompa in quel modo).
Però, pur mascherate, ce ne sono altre che ritraggono pazienti, magari anche con scritte o commenti non proprio edificanti. E questo non va bene.
Al di là, quanto meno, del buon gusto nello scatto, dell’opportunità di pubblicare foto altrui (quante volte vi è successo di ritrovarvi taggati a sopresa?), il problema, però, è un altro. E qui sono intransigente: bisogna che la gente capisca, una volta per tutte, che su Facebook è, praticamente, tutto walled, tutto visibile, per tutti. E questo la maggior parte della gente non lo sa oppure non se ne rende conto.
Sarebbe da vietare, ‘sto Facebook…

Più diffusamente, su La Stampa.

Aggiornamento delle 12.53: Ovviamente, l’indefinibile infermiera dà la colpa al solito hacker “Deve essere colpa di un hacker che l’ha rubata dal mio profilo e l’ha pubblicata. Mi ricordo di averla tolta, alcuni giorni fa. Hanno leso la mia privacy “. A certa gente si dovrebbe vietare anche Internet. QUI.

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Ancora proroga Pisanu

Come ampiamente anticipato da più fonti, il decreto Pisanu, dove regolava il monitoraggio da parte degli Internet Point (e non solo, perché, ad esempio, riguarda certe reti Wi-Fi – in grassetto una precisazione da me aggiunta in seguito v. i commenti) avrà ancora un anno di vita.
Ecco cosa dice l’art. 11 del decreto legge 207/20008 (pubblicato il 31 dicembre…)

Art. 11.
Contrasto al terrorismo internazionale
1. All’articolo 7, comma 1, del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, le parole : «fino al 31 dicembre 2008» sono sostituite dalle seguenti: «fino al 31 dicembre 2009».

P.S.: Il decreto posticita anche l’entrata in vigore della class action.

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Redditi e Corte di Giustizia

Vi ricordate la bufera sui redditi online? Le tirate d’orecchie del Garante, la “sanatoria” più recente? Bene, allora non sto a ripercorrere l’intera vicenda.
Ma c’è una novità. Grazie alla segnalazione di Alessandro Monteleone, vengo a sapere che la Corte di Giustizia delle Comunità Europee sì è pronunciata su un caso molto simile (non identico, per la verità) che “salva” il diritto di cronaca.
Tutto a partire da QUI.

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Riproroga Pisanu

Marco Scialdone comunica di aver letto sul Sole di oggi di una probabile proroga degli obblighi riguardanti gli Internet point. Al 31 dicembre 2009.
Qui la citazione di un brano dell’articolo: “Il dovere – previsto dalle misure antiterrorismo del 2005 – per chi apre un pubblico esercizio o un circolo privato nel quale ci sono postazioni Internet di chiedere la licenza al questore viene prorogato al 31 dicembre 2009“.
Andiamo bene…

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Ufficio Semplificazione Affari Complicati

L’attivissimo Garante “vara” (ma il legislatore non era un altro?) un provvedimento sulla semplificazione delle misure di sicurezza in tema di tutela di dati personali.
E c’è anche un provvedimento sulle notificazioni.
Sforzo lodevole, ma non ci si poteva pensare un po’ prima anzi all’inizio?
Tutto sul sito del Garante.

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Piccole correzioni…

… in tema di privacy, riguardo alle date. Probabilmente, per aiutare certi provider che non riescono a mettersi in regola.
QUI, la conversione in legge del decreto legge 2 ottobre 2008, n. 151.

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