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Category Archives: Privacy e dati personali
Sed Lex > Ma quell’IP di chi è?
(da Punto Informatico n. 2928 del 7 febbraio 2008)
Nelle ultime settimana si sono rincorse quattro importanti notizie, rilevanti sia sul piano della privacy che, in buona parte, anche su quello del diritto d’autore. Eccole riassunte di seguito. continua a leggere
Logistep, IP e la giustizia elvetica
Quinta, commentando la decisione della Corte di Giustizia, scova una notizia riguardante Logistep AG, l’azienda svizzera che ha supportato l'”indagine” Peppermint (e non solo). Ma la leggo un po’ diversamente da Stefano. Ho trovato qualcosa anche in questo forum.
Ma andiamo un po’ con ordine.
Step #1: L’IP e’ dato personale se rientra nella definizione del TU Privacy (gia’ osservato in altro post, pur con la discussione nei commenti). La Svizzera non e’ UE, pero’ ha una legislazione molto simile alla nostra (anche per ragioni di collaborazione gia’ esistenti). Una mano a capire bene ce la da’ l’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT) che dedica all’argomento file sharing una pagina molto significativa. QUI, in francese, notizie sul testo della legge di revisione appena entrata in vigore. La definizione di dati personali (art. 3) e’, invece, “dati personali (dati)1: tutte le informazioni relative a una persona identificata o identificabile” (QUI la legge completa).
Step #2: La stessa Logistep e’ sostanzialmente ammissiva sul punto e se ne fa vanto “The user identification in all P-2-P protocols is fully accurate” (fonte).
Step #3: L’attività di Logistep e’ certamente trattamento che puo’ essere lecito o illecito.
Step #4: I dati “anagrafici” degli utenti possono essere recuperati soltanto nella giustizia penale.
Step #5: Logistep, per aggirare la legge svizzera, cerca di sollecitare procedimenti penali, viene in possesso di certi dati e li impiega nel civile malgrado le accuse in penale siano destinate a cadere.
Step #6: Logistep pare neghi che un IP sia un dato personale (un po’ contraddicendosi, secondo me).
Posted in Diritto d'autore, Privacy e dati personali
Tagged file sharing, logistep, p2p, peppermint
10 Comments
Dati di connessione e diritto d’autore: così parlò la Corte di Giustizia – UPDATED 2
Letta, in prima battuta, su ANSA e molto simile al (se non coincidente col) nostrano caso Peppermint.
Ma siccome io preferisco sempre leggere i provvedimenti (altrimenti, si rischia di fare la fine di quelli che, nei giorni scorsi, titolavano “il p2p e’ legale”), ecco QUI la pagina con tutti i materiali relativi alla causa di Promusicae c/ Telefonica appunto per la “cessione” dei dati di connessione a fronte di ragioni di diritto d’autore.
Il titolo di ANSA è corretto tranne che, con le parole della Corte, “tuttavia, il diritto comunitario richiede che i detti Stati, in occasione della trasposizione di tali direttive, abbiano cura di fondarsi su un’interpretazione delle medesime tale da garantire un giusto equilibrio tra i diversi diritti fondamentali tutelati dall’ordinamento giuridico comunitario. Inoltre, in sede di attuazione delle misure di recepimento delle dette direttive, le autorità e i giudici degli Stati membri devono non solo interpretare il loro diritto nazionale in modo conforme a tali direttive, ma anche evitare di fondarsi su un’interpretazione di esse che entri in conflitto con i detti diritti fondamentali o con gli altri principi generali del diritto comunitario, come, ad esempio, il principio di proporzionalità“.
Ad una prima lettura, mi sembra qualcosa di molto vicino ad un pareggio pilatesco. Approfondirò, approfondiremo.
Aggiornamento del 30 gennaio 2008, ore 14.35: Vedo che non sono l’unico a pensarla diversamente dai titoloni della stampa. PI parla espressamente di “lavata di mani”.
Aggiornamento del 31 gennaio 2008, ore 8.35: Su PI di oggi, le precisazioni di Marco Pierani per Altroconsumo. Che condivido, anche se resto dell’idea che la Corte abbia inteso lavarsi un po’ le mani della faccenda…
Internet e il diritto all’oblio
Non so se sia un caso.
PI pubblica le parole di Pizzetti che, tra le altre cose, mette in guardia i giovani dai meccanismi perversi (termine mio) di Internet, in particolare circa i nostri dati che, inevitabilmente, vengono acquisiti, conservati e diffusi al di fuori del nostro controllo. “Sebbene – prosegue l’articolo – profili e persino intere comunità di social networking possono essere cancellati o sparire dalla rete, non così tutte le tracce delle attività online, le archiviazioni di terze parti e via dicendo”.
Nella stessa giornata di oggi, Paul (che, con nostro dispiacere ha “cercato” di far sparire ogni traccia della sua opera artistica), ci dimostra che non tutti i fornitori di social networking sono cosi’ “buoni”.
Pericoli pubblici n° 1: Facebook, DeviantArt, Digg, Tumblr, Google/Gmail che, come dice lo stesso Paul, “non permettono la rimozione del proprio account (o fanno di tutto per farla difficile)” concludendo recisamente “tutta ‘sta filippica per dire che non si dovrebbe sottovalutare troppo il diritto di poter recidere un account, e molte recensioni dovrebbero mettere ben in evidenza se un servizio permette di farlo in maniera semplice”.
Bravo Paul. Ci spiace tanto non seguirti più come artista, ma ti stai già creando un nuovo mestiere.
IP dato personale?
Quinta si chiede (e non e’ il solo) se un indirizzo IP e’ dato personale. Ho la mia (nota) opinione, giuridica.
L’art. 4 d.lgs. 196/2003 (T.U. dati personali) cosi’ recita.
b) “dato personale”, qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale.
Del resto, senza voler sembrare antipaticamente tranchant, l’equazione IP=dato personale (pur nell’incrocio di altri dati) sta alla base della giurisprudenza sul caso Peppermint.
Gara di privacy?
Privacy International da’ i voti. L’Italia, quanto a privacy, e’ messa cosi’ cosi’. Sono certo che se avessero preso in considerazione anche la proroga del decreto Pisanu, saremmo messi peggio, molto…
La privacy secondo Repubblica
Raccapricciante decalogo pubblicato online.
Potrebbe andare bene per un aspirante agente segreto…
Posted in Privacy e dati personali
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Su il Manifesto (autopromozione?)
L’altro giorno, mi ha chiamato Raffaele Mastrolonardo per un commentino sulla proroga del decreto Pisanu.
Ne e’ uscito un articolo per Il Manifesto, con interviste a persone molto piu’ autorevoli di me.
Garlasco, i guardoni, il rispetto
Il Garante stigmatizza la pubblicazione della corrispondenza privata e intima tra Chiara Poggi e Alberto Stasi.
Diciamocelo chiaramente: chi legge e’ soltanto un guardone, chi pubblica vive sui pruriti e nel totale spregio di una persona cosi’ ferocemente uccisa e della sua famiglia; e anche di Stasi.
Posted in Privacy e dati personali
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Privacy e Giustizia: ma per chi?
Adesso, mi tiro fuori qualche sassolino dalle scarpe, a costo di essere impopolare.
Partiamo dal fatto piu’ recente: gli effetti del decreto Pisanu (estate 2005) sono stati appena prorogati a fine 2008. Mi riferisco, in particolare, alla data retention: tabulati telefonici, telematici e tracciamento presso gli Internet cafe’.
Tralasciando l’ultimo settore di intervento, cio’ significa che per finalita’ di antiterrorismo (ma la norma non e’ chiarissima sul punto) i termini ordinariamente vigenti (24 + 24 mesi per i telefonici e 6 + 6 mesi per i telematici) non valgono piu’.
Purtroppo, nei comprensibili timori per la riservatezza comune, nessuno si rende conto di una cosa. La dico, ma e’ molto impopolare: 6 mesi (gli altri 6 aggiuntivi sono soltanto per reati di una certa gravita’ o specifici) per i tabulati telematici sono pochi. Perche’, come ogni buon operatore del diritto sa, se io porto una querela in Procura sovente prima che venga registrata, assegnata ad un magistrato e presa in carico da qualche anima volentorosa i termini sono scaduti.
A me, come avvocato, e’ successo diverse volte.
Questa e’ la tutela della vittima del reato tipica del nostro sistema giudiziario.