Category Archives: Privacy e dati personali

Grosse Bruder

In tedesco, Grande Fratello dovrebbe dirsi cosi’ (si accettano correzioni).
In Germania, rivolta contro una legge sulla data retention.
Da noi, un Governo di centro-sinistra proroga, senza plausibili ragioni, una norma voluta dal centro-destra e, a suo tempo, molto criticata. Ha il suo senso, paradossalmente.
Tutto molto in sordina perche’ nei comunicati del Governo si parlava di altro e la proroga della data retention e’ stata ufficialmente taciuta.
Soprattutto, ci piacerebbe sapere se i dati conservati dall’estate 2005 a fine 2007 sono serviti a qualcosa. Altrimenti, la proroga non ha ragione d’essere, anzi e’ illegittima.

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Pisanu di ritorno

Ricordate il decreto Pisanu dell’estate 2005? Criticato dall’allora minoranza, oggi prontamente prorogato.
Stile perfetto, classico.
QUI.

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Le foto? Quali foto? UPDATED

Gettare il sasso e ritrarre la mano.
Vedo che dalle principali testate sono sparite le foto di Laure Manaudou.
E’ facile capire il perche’. Era un fatto illecito. Evidentemente, qualche buon avvocato s’e’ fatto sentire oppure un direttore coscienzioso si e’ reso conto delle sciocchezze della sua redazione.
Mi domando quale potesse essere la giustificazione per la pubblicazione di immagini intime e scattate verosimilmente in un luogo privato.
Diritto di cronaca? Preventiva diffusione da parte di terzi? Consenso (eventualmente tacito) dell’interessata?
Suvvia… non diciamo scemenze.
A parte quanto ho gia’ scritto nel precedente post, personalmente ho sempre avuto dubbi sulla legittimta’ del gossip attinto in luoghi privati (o, almeno, quello non concordato con i paparazzi). Del resto… proprio per combattere questo fenomeno fu, a suo tempo, scritto l’art. 615-bis c.p. E anche questa recente Cassazione che mi sembra in qualche modo pertinente.
Si potrebbe anche dire "Ma le immagini erano gia’ diffuse in Rete. Che c’entriamo noi?". Leggersi sempre l’art. 615-bis c.p. (ok, lo riporto in calce).
Sull’ultimo punto (tacito consenso)… Beh… mi sembra che non stiamo parlando di Paris Hilton, neh?

615-bis Interferenze illecite nella vita privata
Chiunque, mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell’art. 614, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Alla stessa pena soggiace, salvo che il fatto costituisca più grave reato, chi rivela o diffonde, mediante qualsiasi mezzo di informazione al pubblico, le notizie o le immagini ottenute nei modi indicati nella prima parte di questo articolo.
I delitti sono punibili a querela della persona offesa; tuttavia si procede d’ufficio e la pena è della reclusione da uno a cinque anni se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato.
Aggiornamento delle ore 13.30: ANSA riferisce che il sito francese che per primo pare avere diffuso le foto le avrebbe oscurate. Chiede anche scusa a Luca Marin (sacrosanto, visto che non c’e’ alcuna prova) e si preoccupa delle conseguenze future derivanti dalla pubblicazione. Che ha gia’ avuto…
Aggiornamento del 19 dicembre 2007, ore 15.50: In altro ambito (forum di PI) mi hanno, forse un po’ sgarbatamente, fatto notare che le foto in questione potrebbero non essere "rubate", dunque non si avrebbe il reato di cui sopra in relazione allo scatto. La questione, in realta’, ruota intorno all’"indebitamente" di cui alla norma. E io, come tutti, non so se, nel caso concreto, ci sia stato (anche se, chi guarda verso l’obiettivo puo’ dare consenso alla ripresa). Come pensavo fosse gia’ chiaro nei miei post, la mia e’ soltanto un’ipotesi cui ne aggiungo un’altra che mi ero dimenticato: e perche’ non pensare ad un trattamento illecito civilmente e/o penalmente rilevante?
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L’Eco della Serva – UPDATED

Potrebbe essere questa la "super-testata" sotto il cui ombrello collocare la stampa (penso non soltanto quella nostrana) che rilancia (e pubblica) immagini intime e personali di Laure Manaudou. Non linko nemmeno, non mi rendo complice di quello che ritengo un illecito.
Personalmente, non vedo alcun diritto di cronaca nel diffondere certe immagini (chiaramente immesse per la prima volta da qualche cretino vicino alla nuotatrice) che nulla hanno a che vedere con la cronaca.
Dei bisticci d’amore penso ci interessi esclusivamente nella misura in cui possono avere riflessi sulle prestazioni o su provvedimenti disciplinari dei nostri atleti.
Il resto non e’ nemmeno gossip. Anzi… io penso sia anche meritevole di sanzione penale per i giornali che diffondono.

Aggiornamento delle 18.06: Marin smentisce di aver diffuso le foto e minaccia denunce. E fa proprio bene se non e’ stato lui.
Comunque, se si tratta di foto non rubate, dove il soggetto guarda verso l’obiettivo, la Manaudou conosce l’autore che, molto probabilmente, anche mediatamente, le ha diffuse. Salvo altri incidenti di percorso.
Non ci vuole una scienza.

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Videotelefoni e scuola

Andiamo subito al punto: il Ministro dell’Istruzione non fa leggi. E neppure il Garante c.d. "della Privacy".
Cosi’, quanto pomposamente titolato dai vari media online circa l’odierna Direttiva di Fioroni, non e’ corretto. Come non e’ corretto sostenere che l’uso di videotelefoni a scuola comporta sicuramente l’irrogabilita’ di sanzioni amministrative pecuniarie sino a 30.000 euro.
Si legga l’art. 5, comma 3, del T.U. Privacy: "Il trattamento di dati personali effettuato da persone fisiche per fini esclusivamente personali è soggetto all’applicazione del presente codice solo se i dati sono destinati ad una comunicazione sistematica o alla diffusione. Si applicano in ogni caso le disposizioni in tema di responsabilità e di sicurezza dei dati di cui agli articoli 15 e 31".
La ripresa, di per sé, non è diffusione o comunicazione sistematica. Altro paio di maniche è la diffusione mediante servizi Internet o via bluetooh o MMS.
Devo dire, pero’, che la Direttiva e’ molto attenta a questi profili richiamando non editti ministeriali ma norme di legge. A differenza di quanto accaduto tempo fa ove i media, sulla scorta delle dichiarazioni della Polizia Postale, parlarono subito di multe per un caso di mera ripresa.
Beninteso che anche la semplice ripresa puo’ essere un gesto di maleducazione alterante la funzione scolastica.

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Peppermint: altre due ordinanze (buone)

L’avvocato Domenico Siciliano scrive, su Key4biz, che il Tribunale di Roma avrebbe emesso, il 22 scorso, due nuove ordinanze sul caso Peppermint, consolidando l’ultimo orientamento sfavorevole alla casa discografica tedesca.
In attesa di poter leggere i provvedimenti, segnalo doverosamente l’articolo.

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Politici drogati: le Iene patteggiano la violazione della privacy (?)

Faccio due premesse perche’ non si puo’ banalizzare:
– una sentenza a seguito di patteggiamento e’ certamente e normalmente meno approfondita (in fatto e in diritto) rispetto ad una decisione resa a seguito di altro rito, dunque non puo’ essere presa come "precedente" (ancorche’ di merito e non di legittimita’); specie se si considera che il patteggiamento e’ una richiesta di applicazione pena concordata con il pubblico ministero e avallata dal giudice che compie una verifica di congruita’ della pena e di non ricorrenza di ipotesi di proscioglimento allo stato degli atti;
– la decisione di patteggiare o meno dipende da diversi fattori, molti, di regola, conosciuti soltanto agli interessati, dunque non puo’ essere opinata da noi “spettatori”; e’ una decisione "tecnica" e di opportunita’.
Detto cio’, riportiamo la notizia della condanna che, sinceramente, mi era sfuggita. Ricordiamo anche i fatti. Le Iene, anche in considerazione dell’approvazione di leggi anti-droga peggiorative, decidono di verificare, con un trucco (letteralmente…), se i tanto moralisti parlamentari (perche’ la legge ha sicuramente anche una funzione moralizzatrice, specie su certi temi) siano cosi’ “puliti” da potersi occupare delle droghe altrui. Del resto, c’era gia’ stato lo scandalo dei "cavallini" (portatori di droga) in Parlamento.
I risultati dell’inchiesta sono andati ben al di la’ delle piu’ rosee (si fa per dire, perche’ la cosa e’ molto triste) aspettative: 4 parlamentari su 50 sono tossici di coca, altri 12 si fanno delle canne.
Il Garante si sveglia, blocca il trattamento e, poi, ne dispone il divieto. Di fatto blocca il servizio e molti gridano alla censura. Intanto, anche la Procura di Roma si attiva (non so se su segnalazione di qualcuno, ma per quel reato si procede d’ufficio).
Ora, viste le premesse che ho fatto non si puo’ negare che un giudizio giuridico sulla sentenza sia abbastanza arduo. Pero’, mi domando se i dati raccolti siano realmente personali e se, in qualche modo, sia stata considerata quella giurisprudenza (che, comunque, non condivido appieno) della Cassazione che ritiene che il nocumento previsto dall’art. 167 T.U. dati personali (reato verosimilmente contestato nella fattispecie del secondo comma) debba avere contenuto patrimoniale apprezzabile.
A livello piu’ elevato mi chiedo dove sia finito il diritto di cronaca e che forza abbia, oggi, rispetto all’onnipresente e onnipotente privacy.
Come cittadino, mi chiedo se siano peggio le Iene oppure certi (molti) parlamentari “tossici” che continuano a decidere per noi, come l’On. Mele che la stampa riferisce essere indagato per spaccio. Forse Grillo dovrebbe pensare anche a loro, non soltanto a quelli condannati per un qualsiasi reato.
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Delirio da privacy – UPDATED

Le alternative sono tre:
– le Autorita’ stanno abusando del loro potere;
– i giornalisti riferiscono piuttosto male;
– entrambe le cose.
Studente rischia multa di migliaia di euro. “Quel film ha violato la privacy”. Ecco il titolone di Repubblica e le altre testate sono decisamente allineate. continua a leggere

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Lo strano Corriere 2.0 – UPDATED

Pensavo che la discussione sul nuovo Corriere.it riguardasse soltanto gli aspetti grafici. E invece no, per mia ignoranza.
Carlo Felice mi "pinga" sviolinandomi non poco. Ringrazio, ma non merito. Pero’, siccome sono anche abbastanza vanitoso, la mia la dico.
Si’, certe condizioni generali sono molto restrittive. E mi permetto di dire neppure tanto lungimiranti. Che senso ha vietare il link alla concorrenza? Fa soltanto in modo che persone come Carlo Felice non si iscrivano.
Io, comunque, non ci baderei troppo. Fanno piu’ ridere che diritto.
Quanto alla privacy, mi ha colpito questa:
"Il conferimento dei dati è facoltativo, salvo per quelli indicati come obbligatori per poterle permettere di accedere ai servizi offerti". Il fatto e’ che, come anche Carlo Felice ha notato, devi obbligatoriamente fornire certi dati (non pochi…) che saranno usati non soltanto per il servizio, ma anche per mandarti pubblicita’ e farti interviste.
Che non e’ molto corretto…
Infine, sulle deresponsabilizzazioni. In penale, magari, puo’ passare. In civile, dubito che possano defilarsi completamente.

Aggiornamento del 6 ottobre 2007, ore 12.40: QUI un approfondimento di Gaspar Torriero

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Dati del traffico telefonico e telematico

Per legge o per naturale "allargamento" istituzionale, il nostro Garante (privacy) detta sempre piu’ regole.
Ecco l’ultimo provvedimento (di carattere generale) in tema di dati telefonici e telematici. Insomma, i cd, "log", per gli addetti ai lavori.

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