Category Archives: Reati informatici

Siamo tutti pedopornografi – UPDATED

Volevo scrivere qualcosa sulla vicenda di Garlasco, in particolare sul ritrovamento di contenuti pedopornografici (cancellati) sul pc di Alberto Stasi. Massimo l’ha gia’ fatto (puntando il dito soprattutto sui giornalisti)  e, probabilmente, c’e’ molto altro in giro.
Io, pero’, non me la sento (e, per me, e’ anche una forma di rispetto per i Colleghi coinvolti). Facendo questo mestiere, so che esistono magistrati che sbagliano, giornalisti che non capiscono e riportano male, gente che capisce male.
Sugli aspetti tecnico-giuridici dell’uso di eMule, avevo gia’ detto qualcosa su PI.
Aggiungo soltanto una cosa: la decisione di non fare un indicente probatorio per quegli esami e’ stata alquanto inopportuna. Se una forensic e’ fatta bene, l’atto e’ ripetibile, ma se e’ fatta male? Poi, si e’ perso molto in punto trasparenza; che nei processi e’ sempre dovuta.

Aggiornamento delle 18.50: Lo cercavo da stamattina (orario da caffe’ tardo) dopo averlo letto su Il Secolo XIX di carta. Un post sul blog di Claudio Paglieri (non ci sono permalink per i post recenti…), decisamente piu’ contratto rispetto al commento cartaceo (molto piu’ interessante), ma dal titolo emblematico: "Pedopornografia, che bufala".

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Email aziendale: anche se c’e’ la password non vuol dire che sia “chiusa”

Lo dice la Cassazione (V Sezione Penale) in una sentenza di cui si e’ parlato negli ultimi giorni.
E’ un dictum molto forte, che fara’ storcere il naso a qualcuno.
Peccato che sia cosi’ concisa.
Ad ogni modo, questa e’ la sentenza impugnata e confermata dalla Suprema Corte. Ne avevamo gia’ parlato.
E c’e’ anche questo precedente milanese.

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Sostituzione di persona con email: la sentenza

Ne avevo gia’ parlato QUI. Ora, grazie alla redazione di Penale.it, la sentenza e’ disponibile.
Se non l’avete gia’ letta da altre parti, eccola.

P.S.: Magari sono vecchio, ma, a me, il termine "furto d’identita’" proprio non piace.

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Si fa presto a dir molestie telematiche

O, meglio, fa piu’ colpo. A parte il fatto che, a mio modo di vedere, in Internet (es.: in una chat) non e’ possibile commettere il reato di molestie (basta leggere l’art. 660 c.p. e considerare che la telematica non e’ un luogo pubblico, aperto al pubblico o telefono – tranne VoIP o altro), dall’articolo “incriminato” si capisce che, semmai, le molestie sono state assolutamente “ordinarie” e non telematiche.
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Sostituzione di persona

Sembra proprio si tratti di un caso riguardante il reato di cui all’oggetto.
Prima sentenza di Cassazione, per quanto ne so.
In attesa di avere il provvedimento (ho gia’ chiesto a degli amici), ricordo l’articolo del codice penale che potrebbe rilevare.

494 – Sotituzione di persona
Chiunque al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici è punito se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno.

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Primo processo (vero) per phishing

Ai tempi delle prime conferenze stampa avevo chiesto informazioni, ma il mio interlocutore si e’ chiuso nel piu’ stretto riserbo. Io volevo soltanto conoscere le contestazioni in diritto, per motivi di studio.
Ora vedo che la prima udienza (penso preliminare) per "Phish & Chip" (nome dell’operazione) sara’ proprio domani. La cosa e’ molto interessante perche’ mi risulta soltano un patteggiamento, anche se, domani, gli imputati potrebbero seguire la stessa via.
Guarda caso, domani, sono proprio a Milano. Ho gia’ scritto un’email a chi di dovere.
Giusto per conoscere le imputazioni perche’, francamente, sono molto perplesso sulla frode informatica. E non soltanto io.
Ah… Esiste anche l’operazione "Paprika e Curry" per gli 899. Bah…

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L’informalita’ di Internet

Altalex pubblica un’interessante sentenza sulla responsabilita’ da messaggi diffamatori su newsgroup.
La Societa’ Alfa, che si sente diffamata su it.comp.reti.wireless, si rivolge al Tribunale di Lucca, ex art. 700 c.p.c., chiedendo di ordinare alla Societa’ Beta (un provider) "di cessare immediatamente l’utilizzo del numero IP ………………, di togliere a sua cura e spese tutti i messaggi sinora trasmessi ed ordinare altresì al motore di ricerca Google Italia SRL di eliminare i messaggi dal News Group It. Comp. Reti Wireless".
Risposta negativa: il provider non ha il potere di moderare e/o cancellare i messaggi del gruppo, mentre Google Italia non e’ Big G (Google Inc.). Comunque, Google si limita a mettere a disposizione uno spazio, dunque non puo’ rispondere per una forma di responsabilita’ oggettiva esclusa dalla regola dell’art. 2043 c.c.
Infine, "per completezza si osserva, nel merito, che allo stato non vi sono elementi concreti per ritenere che i messaggi in questione abbiano una natura diffamatoria – sostanziandosi essi in giudizi sulle caratteristiche squisitamente tecniche dei prodotti ……… – (e dunque manifestazione del diritto di critica) inseriti in un forum, e dunque in linea con i toni informali che caratterizzano lo scambio diretto di opinioni su Internet".
Al di la’ delle questioni di responsabilita’ (in penale ancor piu’ rigorose), mi piace molto quest’ultimo passaggio: la critica puo’ essere anche informale.
Non conosco il merito, ma vorrei plaudire il giudice che ha saputo evitare ogni demonizzazione della Rete.

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Curiosity killed the cat (?)

Questa di ANSA non sembra una gran notizia, anche se bisognerebbe conoscere bene i fatti e, senza la sentenza, e’ impossibile.
Non mi sembra una gran notizia perche’ e’ incontestabile che chi scarica materiale pedorponografico se lo procura, come vuole la legge (art. 600-quater c.p.).
Diverso potrebbe essere il caso di chi "guarda" soltanto, anche se i file vanno a finire in cache.
Ricordo una sentenza del 2005, purtroppo non approfonditissima sul punto.
Residuano le questioni sull’offensivita’ della condotta del semplice "consumatore", aspetto che, a quanto sembra, e’ stato parimenti toccato dalla Cassazione.

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Blog, link, commenti e interrogatori

Non e’ possibile essere chiamati per rispondere di un link o per un commento, trovarsi costretti a confessare di essere l’autore di uno scritto, insomma subire un interrogatorio senza avvocato e, poi, scoprire che si era gia’ indagati o indagabili (non c’e’ differenza).
No, e’ una gravissima e vigliacca violazione del diritto di difesa.
Chi vuole intendere…

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Riciclaggio: buona o malafede?

Punto Informatico pubblica un bell’articolo di Claudio Brovelli. Bello perche’ e’ istruttivo.
Io non so se il sito in oggetto ("studiato" anche da F-Secure) sia veramente collegato ad un’organizzazione di phisher o altri mariuoli. Ma so una cosa.
Qualche mese fa ricevetti la telefonata di una persona che chiedeva il mio aiuto legale perche’ risultava indagato per riciclaggio in connessione ad attivita’ di phishing. Reclutato, a suo dire, proprio come riferito da Brovelli. Di cio’ ho avuto conferma da una certa Polizia Postale che si stava occupando del caso.
Ora, io non sto qui a ragionare se certe persone che pensano di guadagnare molto lavorando poco con soggetti quasi sconosciuti siano in malafede o soltanto degli sprovveduti. Dico che, talvolta, le accuse di riciclaggio possono arrivare veramente, indipendentemente dagli esiti finali del procedimento.
Uomo avvisato…

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