Category Archives: Reati informatici

Zeus News Reloaded

Anno nuovo, nuovi e buoni propositi. Per la verità li avevo fatti anche l’anno scorso, ma la pandemia non mi ha certo aiutato, anche se uno si è miracolosamente realizzato.

Da oltre un anno non scrivo più su questo blog preferendo, un po’ come tanti, i social. Oggi leggevo la biografia di un noto blogger e devo dire che mi è venuta una certa nostalgia perché il mio spazio, inizialmente su Blogger, è attivo dal 2006: non tra i primissimi, ma non malissimo, specie considerata la materia.

Un blog è sicuramente un mezzo vintage, oramai un mondo poco frequentato, superato dai fastfood della comunicazione: i social. Tuttavia, ci sono ancora affezionato, l’ho ripreso dalla soffitta e l’ho riattivato.

Come ho riattivato un’altra mia antica passione, quella di fare divulgazione giuridica, nel settore del diritto delle nuove tecnologie, su media non riservati al diritto. In un inizio d’anno in cui la mia vita professionale ha sterzato bruscamente, ho deciso di ricominciare a scrivere per Zeus News dell’amico Dario Meoli che vanta, tra gli Autori storici che conosco di più, l’attuale collaborazione di Pier Luigi Tolardo, Paolo Attivissimo e Marco Calamari.

Si comincia con un pezzo leggero sul data breach di Ho Mobile.

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Pare che (GDPR e depenalizzazione)

Pare che, alla fine, la Commissione per l’adeguamento al GDPR abbia rinunciato non soltanto alla totale abrogazione del Codice privacy vigente (d.lgs. 196/2003), ma anche alla depenalizzazione del reato di Trattamento illecito di dati personali (art. 167 Codice) che ne uscirà rimaneggiato (per adattarsi al GDPR) e affiancato anche ad altre nuove fattispecie.
Sarebbero, invece, abrogati gli art. 169 e 170 del Codice.
Notizie frammentarie, non ufficiali, fondate su alcune bozze che stanno circolando, ma la fonte è abbastanza attendibile.
Vedremo nei prossimi giorni, per sicurezza.

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“Adeguamento al GDPR: la portata “rivoluzionaria” della depenalizzazione

Sulle pagine di ANORC è uscito un mio breve contributo sulla *rivoluzione* penale conseguente il GDPR.
Che, in parte, tanto rivoluzione non è, anche se è ancora tutto da vedere. C’è molta confusione in giro, malgrado il 25 maggio non sia poi così distante.

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Autopromozione > Cybercrimes e Processo penale. I reati, le indagini, la difesa – Vasto, 23 marzo 2018

Venerdi sarò ospite del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Vasto (CH) per un interessante convegno che sarà a “sei mani” (oltre il Presidente).
Vediamo un po’, ci sarà anche una scolaresca, molto interessante…
QUI il programma.

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Parola alla difesa > Sui “captatori informatici” (autopromozione)

Qualche giorno fa è uscito il primo numero di “Parola alla difesa“, rivista penale bimesttrale voluta dall’Unione delle Camere Penali Italiane.
QUI si può scaricare il numero completo.
All’interno di esso c’è uno “speciale”, curato da Rinaldo Romanelli (che ringrazio anche per l’occasione datami), in tema di “captatori informatici”, argomento molto caldo del diritto penale dell’informatica.
Lo speciale, estratto dalla rivista, è QUI e c’è pure un mio piccolo contributo, in mezzo a tanti interventi notevolissimi che analizzano il tema veramente da tutti i punti di vista, anche con uno sguardo al futuro.
Da leggere, ecco.

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Autopromozione > FEA, biometria, privacy e compliance: il nuovo scenario europeo, Lecce 24 giugno 2016 (AIFAG)

Venerdì, pur in videoconferenza, parteciperò, parlando un po’ di diritto penale.
Tutto QUI.
E per chi volesse la diretta, ecco il link.

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Autopromozione > ANGIF Master Full Immersion in Diritto Penale dell’Informatica e Digital Forensics V ed.

Oggi pomeriggio sarò a Genova per una “lezioncina” su I crimini informatici: 615-ter quater e quinquies c.p.
QUI il programma completo, magari ci rivediamo il prossimo anno.

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Autopromozione > Nuovi lidi

Da qualche tempo, sono Of Counsel dello Studio Legale Lisi di Lecce, Digital & Law Department, ovviamente  per il diritto penale dell’informatica.
Salento – dove ultimamente sono di casa – e non solo, anzi molto di più.
Grazie ad Andrea e Colleghi per l’occasione.

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Accertamenti informatici

La Cassazione, nel caldo agostano (e fa piacere che i tribunali non si fermino con quel clima), deposita le motivazioni di una sentenza in tema di accertamento di reati commessi via Internet (nella fattispecie, una diffamazione).
Il gap investigativo sembra essere colmato da inferenze logiche, in misura che potrà essere ritenuta giusta o eccessiva.
Sarebbe bello parlarne perché, oramai, le questioni sono quotidiane (specie per quanto riguarda Facebook).
Ma bisognerebbe fare un po’ di processi in materia, mica scriverne soltanto.

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NeXtQuotidiano > Due cose che non sapete di Hacking Team

(da neXtquotidiano del 20 luglio 2015)

Della vicenda Hacking Team si è scritto veramente molto, sondando quasi tutti gli aspetti critici: sicurezza informatica, terrorismo, spionaggio, concorrenza, ecc. C’è un tema, però, che non mi sembra sia stato trattato adeguatamente. Tendiamo a credere che i clienti dell società milanese fossero soltanto Stati, magari anche ostili, ma non è così. Perché, pur senza gradi proclami, sono state scoperte fatture emesse a Carabinieri, Polizia Postale e GICO (Guardia di Finanza).

Ma è chiaro che difficilmente queste Forze dell’Ordine, che svolgono attività anche di polizia giudiziaria, agiscono d’iniziativa, specie intercettando (perché è di intercettazioni che parliamo). Mi sembra che nessuno abbia scritto o pronunciato la parolina magica: Magistratura. Che gli inquirenti chiedano sempre maggiori strumenti per accertare e perseguire reati è un dato di fatto. A tale proposito, mi sembra si possano possano menzionare due episodi recenti, passati un po’ in sordina, ma, secondo me, assai significativi, specie se letti insieme alle notizie concernenti Hacking Team.

La prima risale a qualche mese fa. Con la (solita) occasione dell’antiterrorismo (chi si ricorda il decreto Pisanu del 2005, anno del’attacco a Londra?), qualcuno prova a far passare norme che vanno ad incidere, non poco, sulla sfera privata dei cittadini, ben al di là delle indagini per terrorismo. A denunciare il tentativo di “legalizzazione” del virus di stato è Stefano Quintarelli, intervistato da Arturo di Corinto per Repubblica. Poi, fortunatamente, tutto è rientrato e il decreto è stato convertito senza l’inserimento di quelle temute e pesanti modifiche alla disciplina delle intercettazioni, anche telematiche.

La seconda notizia risale al mese scorso. Il 26 giugno la VI sezione penale della Cassazione deposita le motivazioni della sentenza 27100/2015 in tema di “virus/trojan di Stato” o “captatori informatici”. La sentenza, al di là delle raffinatezze giuridiche, dimostra che gli inquirenti hanno utilizzato strumenti illegali, vietati dalla legge, dalla Costituzione e delle norme sovranazionali, per spiare i cittadini. Con una piccola app installata sullo smartphone si è potuto prendere il completo controllo dell’apparecchio, spiando i cittadini ben al di là delle regole poste a regola delle intercettazioni. Sorge oggi il lecito sospetto che quegli strumenti fossero forniti proprio da società come Hacking Team (o simili) per il tramite delle Forze dell’Ordine cui è stata emessa fattura. La guardia contro gli abusi investigativi non deve essere abbassata, neppure quando passano per un apparentemente innocuo emendamento.

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