Penalisti Blogger

L’Unione delle Camere Penali organizza, da qualche anno, corsi nazionali per giovani (e non) penalisti. E si tratta sicuramente di un’attivita’ meritoria. Quest’anno nasce pure il blog.
Ok, non per fare quello che critica sempre, ma mi sembra che, in questo caso, il modello blog sia stato un po’ travisato. Si poteva, d’altro canto, fare molto di piu’. Con simpatia e rispetto di colleganza, ribadisco che i penalisti, rispetto ai civilisti, sono decisamente meno vicini alle tecnologie.

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Wardriving de noantri

Mi telefona un amico giornalista per chiedermi un’opinione. Forse scrivera’ qualcosa.
C’e’ un posto (e non dico quale) dove la sera, dopo la chiusura del locale, pare si riuniscano diverse persone con portatili. Per attaccarsi alla wifi lasciata accesa e, forse, anche non protetta.
E’ legale?
In una realta’ di connessioni flat, e’ impossibile dire che ci sia un vero danno patrimoniale (es.: il "consumo" di banda con relativa spesa). D’altro canto, non si puo’ parlare di furto per un bene immateriale come la banda.
Risegnalo una cosa che avevo scritto alcuni anni fa su PI. Perche’, a pensarci bene, qualche reato potrebbe esserci, anche se dipende dal caso concreto, in particolare dalle "motivazioni" dell’agente (anche perche’ mi risulta difficile pensare che queste persone stiano li’ soltanto per scroccare una connessione).
Ribaltando la prospettiva, bisognerebbe far capire ai signori titolari della wireless che, a prescindere dagli abusi altrui, non e’ certo lodevole lasciare una connessione cosi’ sfacciatamente disponibile. Ma che ci vuole a spegnere il ruoter prima di abbassare la saracinesca?

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Privacy, PMI e Garante

Sara’ una coincidenza.
E’ in discussione, alla Camera, il progetto di legge 2272-bis A che nel quadro di una futura normazione per consumatori e agevolazione di attivita’ produttive e commerciali, contempla un’importante esenzione riguardante la privacy. Ecco il testo dell’art. 28 cosi’ come uscito dalla Commissione:
"(Esclusione delle piccole imprese da alcuni adempimenti in materia di trattamento di dati personali).
1. Le disposizioni di cui agli articoli 33, 34, 35 e all’allegato B) del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, non si applicano alle micro imprese ed alle piccole imprese sino a quindici addetti che effettuano esclusivamente trattamenti di dati personali per le finalità elencate all’articolo 24 del medesimo codice, purché tali trattamenti siano effettuati nell’ambito della ordinaria gestione amministrativa e contabile dell’azienda".
Il che significa niente piu’ misure minime di sicurezza (fisica o logica) per le PMI nei casi in cui il trattamento sia possibile senza il consenso dell’interessato (art. 24 TU).
Nei giorni scorsi, la Guida del Garante per la privacy nelle PMI che, ovviamente, parla anche di sicurezza, ma nella prospettiva di una semplificazione.
Sara’ una coincidenza?

Ah… c’e’ da leggere anche l’opinione di Alessio.

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WiMax Libero

Mi scrive Andrea Rodriguez per una questione legale. Mi dice che ci siamo visti allo ZenaCamp, ma, in realta’, ci conosciamo da piu’ di trent’anni. SIamo entrambi di origine sammargheritese e conosco molto bene suo padre, sua sorella e tutti gli altri suoi parenti.
Mi e’ venuto in mente che non ho mai segnalato la sua lodevole iniziativa.
Si tratta di una petizione online per la liberalizzazione di parte delle frequenze destinate al WiMax che, comprensibilimente, molti temono saranno assegnate ai "soliti", senza che una piccola porzione sia impiegata per ridurre il digital divide.
Non ho i numeri di Beppe Grillo e mi scuso per il ritardo. La petizione e’ QUI.

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Adiconsum e costituzionalita’

Beh, vedo che, forse, ci avevo un po’ azzeccato. Scusate l’autocelebrazione.
Mi sembra che, dopo tutta la bufera delle settimane passate, il tiro si stia un po’ spostando, guardando a livello legislativo e non a quello giudiziario del singolo caso.
QUI la notizia, appena vista nei feed di PI.

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Quel sito oscurato

Difficile, almeno per me, non essere d’accordo con Massimo.
Come lui, faccio presente che ho due figli (anche se, per carattere, preferisco non mettere foto).
Come lui, non faccio il nome del sito.
Come lui, non sto tanto a parlare di pedofilia, pedopornografia, ecc. E’ una questione a livello decisamente superiore, ecco perche’ ne parlo nella sezione "DIritti digitali".[[SPEZZA]]
Bene, c’e’ un decreto, il cd. "Decreto Gentiloni (anche se e’ interministeriale), che si occupa delle regole per l’oscuramento dei siti a contenuto pedopornografico. Si’, pedopornografia, avete capito bene. La pedofilia, di per se’, non c’entra (anche se, ovviamente, in Italia e’ punita).
Poi c’e’ quel sito che sembra parlare di "orgoglio pedofilo". Dico sembra perche’ non l’ho visitato, ma se ne parla ed e’ descritto ampiamente in Rete. Si’, pedofilia, avete capito bene. La pedopornografia, di per se’, non c’entra (anche se, ovviamente, in Italia e’ punita).
Il sito non e’ pedopornografico eppure e’ stato oscurato mediante una norma che si applica ai casi di pedopornografia.
E il Ministro esulta e ringrazia consapevole (se e’ vero che il sito non era pedopornografico) di aver violato la legge.

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Diffamazione

Nella sezione Reati Informatici perche’ si parla anche di diffamazione "informatica". Ma so che c’e’ molto di piu’.
Sono in attesa della copia con dedica di Alessia che ringrazio anche per avermi citato e per essersi indicata come redattrice di Penale.it.
I particolari QUI sul sito Giappichelli.

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Dove va il diritto d’autore?

Questo è un post particolare, molto più complesso del mio solito. Forse un tantino barboso, ma ci tenevo a scriverlo, a mettere qui certe riflessioni di cui ho già parlato in diverse occasioni.
Uomo avvisato…[[SPEZZA]]
 
Le questioni sulla tutela del diritto d’autore sono, oggi, l’esempio più emblematico della giustezza del materialismo storico.
Le istanze economiche sono decisive, muovono il mondo, anche la legge (la semplificazione, ovviamente, è mia).
Io non amo scrivere di politica e non amo fare l’opinionista, anche su questioni giuridiche. Penso di non averne i numeri, senza falsa modestia. Ma mi sembra che, oramai, una presa di posizione sulla politica del diritto sia inevitabile anche per uno come me sempre piuttosto distante da certe battaglie, spesso di mero principio o, peggio, in non perfetta buona fede.
Ieri mattina ero in treno con un amico per una trasferta di lavoro. Mi ha allungato Repubblica chiedendomi cosa ne pensassi di un articolo a tutta pagina incentrato su tre temi collegati:
– lo “sciopero” (pare revocato) degli artisti per protesta contro la pirateria;
– l’affare Peppermint vs. 3.636 downloader (per la verità riportato in maniera imprecisa e un po’ in ritardo);
– i download illegali e legali, dove eMule, eDonkey e LimeWire sono definiti siti illegali (sic), mentre iTunes, Napster (nella versione di oggi, ripulita e commerciale) e DeeJay Store (guarda caso, del Gruppo L’Espresso, cui Repubblica appartiene) sono, invece, indicati come siti legali. Insomma: buoni e cattivi come quelli scritti sulla lavagna da uno scolaro distratto e un po’ ruffiano.
C’è parecchia confusione nell’informazione e non ci si deve stupire se l’opinione pubblica si disinteressa – quando va bene – al problema. Ma qui c’è in ballo la diffusione del sapere, non si scherza.
Il caso Peppermint è ancora sulla bocca di tutti. Ho letto e ascoltato tanti pareri di giuristi e mi sono scoperto decisamente controcorrente perché non scorgo palesi violazioni della privacy o pasticci di giudici o avvocati. La vedo grigia, insomma. Perché anche se consideriamo l’opinabilissima lettera di richiesta danni del Collega bolzanino (specie quando parla del penale), tutta l’azione si fonda sulla legge, che a sua volta viene da una Direttiva.
Il colpevole ha un nome: IPRED1, vale a dire la Direttiva 2004/48/CE, da noi attuata con il d.lgs 140/2006. E, presto, arriverà anche l’onda di IPRED2, appena approvata.
Non è colpa di Prodi o Berlusconi. Sgomberiamo subito il campo dai nostri amati/odiati politici.
Guardiamo a Bruxelles. Certo, anche a quelli che ci mandiamo (es.: Zingaretti, relatore di IPRED2). Il problema sta lì e, forse, ancora più in alto, a livello mondiale: Convenzione di Berna, WIPO, TRIPS e compagnia.
Tutto ruota intorno a un concetto-metafora. L’industria dell’intrattenimento (diciamo così, perché sovente l’arte sta altrove) parla di furto. È così? No, è soltanto un imbroglio demagogico, una stupidaggine linguistica e giuridica che anche l’ultimo dei legulei è in grado di svelare. Anzi, ci arriva anche un digiuno di codici e codicilli. Furto è spossessare il “proprietario”, non fare una, mille, un milione di copie. In caso di duplicazione, il “proprietario” dell’opera dell’ingegno ha sempre qualcosa in mano. C’è una bella differenza, lo capiscono tutti.
Eppure, le pene per lo violazioni corrispondenti sono, talvolta, anche più elevate di quelle riservate ai “veri” ladri. E’ iniquo, specie se si considera che, “veri pirati” a parte, la “riproduzione” è il più semplice vettore della cultura.
Rinvio al precedente post dove ho riportato le parole di alcuni parlamentari rese in occasione di una grande riforma del diritto d’autore, ma i termini sono sempre gli stessi.
Ci pensiamo un po’, nel caso non l’avessimo già fatto.
L’insofferenza monta: Major, SIAE, bollino (peraltro già opinato in sede di europea), DRM impazziti.
Verrebbe da canticchiare, con Rino Gaetano, Nuntereggae più.
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Amarcord: correva l’anno 2000

Stavo scrivendo un post sul diritto d’autore, con qualche riflessione piu’ ampia rispetto al recente caso Peppermint.
Sono andato a rivedere alcuni miei scritti di qualche anno fa ed ho trovato un riferimento al progetto di legge "Prodi-Veltroni" C4953-bis quello che, insomma, ha condotto alla l. 248/2000 che, tra le altre cose, ha inasprito pene e introdotto il bollino SIAE a tutto campo.
Molte voci dissenzienti, ma, alla fine, larghissima approvazione.
Mi piace ricordare e riportare tre interventi, decisamente trasversali. Fatevi un’idea…[[SPEZZA]]
 
TIZIANA PARENTI.
Signor Presidente, preannuncio il voto contrario dei deputati del gruppo misto Socialisti democratici italiani. Se è vero che vi è necessità di una legge e se è vero – come dice l’onorevole Saponara – che nessuna legge è perfetta, quella che stiamo per votare è esemplare per la sua imperfezione e per il grande errore che contiene. Signor Presidente, non è vero che in Commissione abbiamo lavorato serenamente, ma è vero che abbiamo lavorato sotto la pressione di gruppi di interessi. Ritengo che sia insopportabile ed inammissibile il fatto che siamo coartati a scrivere cose aberranti come quelle contenute nella proposta di legge, solo perché pressati da gruppi di interesse! Tutti ricorderanno (non ritengo necessario fare alcun accertamento per individuare il responsabile) quando sui più grandi giornali vi fu un momento di stasi in Commissione e fu pubblicato un articolo di un’intera pagina addirittura contro la Commissione stessa! Non so se in quel caso abbiano pagato il bollino.
Signor Presidente, se vogliamo disciplinare la materia, dobbiamo farlo in modo serio, senza escludere la possibilità che vi sia una diffusione della cultura: in un paese che vive una crisi profondamente culturale si vuole, addirittura, impedire che nelle biblioteche si possano acquisire copie di libri che non sono più in circolazione! Si ritiene che una rassegna stampa sia un’opera dell’ingegno solamente perché così si pagano due volte i diritti alla SIAE, agli editori e a quanti altri (Applausi dei deputati del gruppo misto Socialisti democratici italiani e del deputato Possa)! Si aumentano le pene e si creano, addirittura, altre fattispecie penali con sanzioni che non vengono comminate neppure per reati che mettono in pericolo la collettività!
Signor Presidente, nell’esprimere il nostro voto, dobbiamo essere tutti consapevoli che abbiamo mortificato una volta di più la cultura e la creatività e siamo stati, una volta di più, schiavi di gruppi di interesse (Applausi dei deputati dei gruppi misto Socialisti democratici italiani e misto-Rifondazione comunista-progressisti e di deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l’Ulivo e di Forza Italia).
 
PIER PAOLO CENTO.
Signor Presidente, desidero richiamare la sua attenzione e quella dei colleghi su quanto ha dichiarato l’onorevole Parenti. Credo infatti che questa Assemblea non possa procedere come se nulla fosse dopo che una collega, nella dichiarazione di voto finale sul provvedimento in esame, ha parlato di lavoro svolto dalla Commissione (e quindi della determinazione della volontà dei singoli parlamentari) sotto la coercizione e la pressione di lobby e di gruppi di interesse non meglio definiti, nella formulazione e nell’approvazione di questa legge.
È evidente che, se ciò è vero (e non ho motivo, ovviamente, di dubitare del fondamento della dichiarazione fatta dall’onorevole Parenti), si apre un problema serio, che la Presidenza della Camera non può ignorare: al contrario, deve avviare con la dovuta attenzione una verifica del fondamento di ciò che è stato dichiarato dall’onorevole Parenti.
Credo che questa Camera, se ha dignità, se ha rispetto di se stessa, non possa non affrontare, al di là del giudizio sul merito di questa legge, la questione posta dall’onorevole Parenti. È necessario che da parte della Presidenza si accerti quali pressioni siano state esercitate per far approvare questa legge e si verifichi se tali pressioni abbiano determinato un comportamento dei singoli parlamentari non determinato da un libero convincimento nell’espressione dei voti sui vari emendamenti ed articoli. Credo che tale situazione dovrebbe suggerire al Presidente della Camera una sospensione della votazione finale, per svolgere un accertamento rigoroso su ciò che l’onorevole Parenti ha dichiarato.
Se infatti questa legge venisse approvata con l’ombra di una pressione non legittima esercitata nei confronti dei parlamentari, si determinerebbe non solo nel merito, ma anche nel metodo un problema serio, di rilievo anche costituzionale, rispetto al mandato che senza vincoli ciascuno di noi riceve nel momento in cui viene eletto al Parlamento.
 
TEODORO BUONTEMPO.
Signor Presidente, anziché promuovere, come ritenevo, un’inchiesta sulla SIAE, sugli stipendi dei suoi vertici (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania), gonfiati e vergognosi per qualunque persona civile, e sui privilegi assegnati per anni alla SIAE, il Parlamento, prendendo a pretesto la riproduzione impropria, illegale e illegittima da combattere, dà alla SIAE, senza un’inchiesta amministrativa sull’uso dei fondi, un premio tale da impedire persino ad uno studente di scuola media di fare una fotocopia per una ricerca (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Questo è il provvedimento che stiamo approvando!
Pur nel massimo rispetto di chi ha esaminato a fondo questo provvedimento, ritengo che si sarebbero dovuti separare nettamente i casi di abuso e di uso improprio speculativo. Credevo che nel testo vi fosse almeno un riferimento alla riproduzione a scopo di lucro: se non c’è lo scopo di lucro come si può applicare una pena anche per una sola fotocopia?
A mio parere, chi vuole questa legge vuole dare un segnale forte al protezionismo di alcune strutture. Tutti parlano di liberismo e di libertà (Applausi di deputati del gruppo di Forza Italia e del deputato Fei), ma quando si tratta di sradicare alcuni potentati gestiti immoralmente, e me ne assumo la responsabilità … C’è un signore, che percepisce oltre 500 milioni di lire l’anno, al quale oggi diamo anche l’autorità di intervenire sul genitore di un bambino minore che fa la ricerca, ad esempio, sull’occhio, sul cancro o su un altro argomento interessante.
Il collega Cento – con il quale tutto è possibile fuorché dei buoni rapporti con noi – ha detto una cosa sensata: se un collega in aula fa una denuncia così forte, come l’ha fatta la collega Parenti, non si può far finta di niente, ma si deve sospendere la fase dell’approvazione finale del provvedimento.
Presidente, io non avevo letto il testo del provvedimento, l’ho fatto adesso. Sono indignato e in più ci sono le parole pronunciate dalla collega Parenti! Si deve dunque sospendere la fase dell’approvazione di questo provvedimento per consentire a tutti i deputati di leggere ed approfondire un argomento quando esso è arrivato all’esame dell’aula senza che prima vi sia stata la possibilità di esaminarlo con attenzione.
Che dire, quando si vede che nel corso di serate di beneficenza per gli handicappati c’è il funzionario della SIAE a riscuotere i soldi? Qui si parla di solidarietà, di dare contributi e via dicendo. Non è questo l’uso della libertà né della tutela dei diritti di autore! Questi debbono essere seriamente tutelati, ma non dando maggiore forza e arroganza a quegli istituti che sono privilegi che andrebbero sradicati in un paese che vuole la libertà di ingegno e di mercato (Applausi di deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania)!
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Autopromozione > Convegno su reati informatici

Se non sapete che fare, il 28 giugno, nel pomeriggio, a Udine c’e’ un bel convegno sui reati informatici (ingresso libero, previa iscrizione).
Velocemente su alcuni relatori (quelli di cui so, non me ne vogliano gli altri):
– David D’Agostini (avvocato, Collega che ha scritto un libro sulle indagini informatiche con Luca Violino e Sabrina d’Angelo);
– Carlo Nordio (pm a Venezia e presidente della Comissione di riforma che ha generato il cd. "articolato Tanga");
– Giovanni Ziccardi (prof. a Milano, attualmente, tra le altre cose, interessato alla computer forensics);
– Francesco Cajani (pm a Milano, titolare di diverse indagini in tema di criminalita’ informatica, anche molto note);
– Salvatore Frattallone (avvocato e, con me, docente al Master di Padova);
– Sabrina d’Angelo (Ufficiale GdF e co-autrice del testo con D’Agostini);
– Luca Violino (co-autore del testo con D’Agostini),
Poi, ci sarei anche io. Dipende molto dalla mia luna…
Programma e info QUI, in pdf.

Aggiornamento del 6 giugno, ore 14.05: Aggiungo che, come specificato nella brochure, il convegno vale 3 crediti formativi di formazione permanente, ma… soltanto per i CdO che hanno anticipato il periodo di maturazione per l’anno 2008.
In Triveneto hanno fatto cosi’.
QUI la delibera, anche se non dice molto. E’ sempre opportuno chiedere presso il Foro di appartenenza.

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