Ex-Cirielli: prima illegittimita’

Come gia’ riportato dalla stampa, il 23 la Consulta ha stroncato una parte dell’ex-Cirielli dicendo, giusto per non speculare col legalese, che la norma che impediva, a dibattimento gia’ aperto, l’applicazione di eventuali termini di prescrizione piu’ favorevoli e’ costituzionalmente illegittima.
Dunque, se i termini sono piu’ favorevoli, si applicano quelli, sino a che non ci sia un giudicato.
QUI il comunicato stampa della Corte Costituzionale dove, tra l’altro, si comprende la delicatezza della questione: il relatore Flick ha chiesto di essere esonerato dalla stesura della motivazione.

Aggiornamento delle 17.00: Come opportunamente osservato da un commentatore (v. sotto), i termini eventualmente piu’ favorevoli potrebbero dirsi applicabili soltanto sino alla sentenza di primo grado e non oltre. Anche se, secondo me, sarebbe una "mezza decisione", e’ pur vero che pare che il Tribunale di Bari abbia sollevato la questione, appunto, come giudice di primo grado. Aspettiamo la motivazione, tutto sara’ sicuramente piu’ chiaro.

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Vatti a fidare della stampa…

In questo post segnalavo che un lettore del blog mi riprendeva per non essermi accordo che il d.lgs. 29/93 (citato nel celeberrimo art. 32 del Collegato alla finanziaria in tema di riproduzioni di articoli) era stato abrogato da tempo, precisamente nel 2001.
Ho gia’ fatto ammenda.
Ora, grazie ad un amico, posso precisare che nel testo pubblicato in Gazzetta quel riferimento non c’e’ piu’ ed e’ stato sostituito da quello corretto e vigente.
Molti di noi hanno attinto dalla stampa tradizionale, nella fattispecie da Il Sole 24 Ore.
Ecco cosa puo’ succedere.

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Rassegne stampa: un ripensamento?

Oppure una "precisazione"? (comodo stratagemma linguistico per mascherare un disonorevole passo indietro).
Non so, ma ANSA ci dice che il Governo pare aver raccolto certe critiche provenienti dalla Rete.

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Calciolibero-Coolstreaming: la sentenza di Cassazione

Dopo una marea di commenti anche al buio (ma sulla scorta delle notizie di cronaca) ecco la sentenza integrale depositata lo scorso 10 ottobre.
A parte il legalese (digeribile), penso basti conoscere la nostra lingua per farsi un’idea.
Dove? Su Penale.it.

P.S.: Un grazie al collega che me l’ha faxata oggi, ma che non so se desideri la menzione.

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OT: Craig Armstrong

Conosciuto per caso (e i fans mi perdonino l’ignoranza).
Un amico mi fa ascoltare una cosa, a me suona familiare. Mi dice che fa parte della colonna sonora di Twin Peaks. Mi sbatto come un matto a cercare tra la produzione di Badalamenti, ma non trovo alcunche’. Scopro, invece, che il brano e’ di Craig Armstrong e l’unico – seppur lato – contatto con il lavoro di David Lynch e’ il titolo: Laura’s Theme. Oddio… le sonorita’ sono, in effetti, molto alla Twin Peaks.
Questo il sito non ufficiale del compositore scozzese, decisamente piu’ completo di quello ufficiale.
Sto aspettando The Space Between Us (che contiene la traccia citata), ma Piano Works e Film Works sono notevoli. In quest’ultimo c’e’ pure un arrangiamento del Chiaro di Luna di Debussy utilizzato per il recente spot di Chanel No 5 (quello con la Kidman, per intenderci). Potete vederlo QUI in versione originale e integrale, ascoltando il lavoro di Armstrong.

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CEST – Child Exploitation Tracking System

Massimo Mantellini si pone qualche comprensibilissimo interrogativo circa la possibile invasivita’ del software di cui all’oggetto, creatura MS concepita per scovare i pedopornografi in Rete ed oggi adottata dalla nostra Polizia Postale.
Ne parla anche PI e, tra gli altri, ANSA.

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Uso e abuso dell’email aziendale

Letto su La Stampa cartacea di oggi, in prima pagina con rinvio all’interno. QUI la versione web.
A Torino, un giudice assolve il datore di lavoro che ha sbirciato nella posta aziendale del dipendente (es.: dipendente@nomeazioenda.it): il fatto non sussiste. Il reato contestato era quello di cui all’art. 616 c.p.
Per la verita’, casi del genere sono quotidiani e, almeno in un’occasione, hanno gia’ trovato soluzione in tribunale, peraltro di identico segno. Ecco il provvedimento del GIP di Milano. E, a quanto riferisce il quotidiano piemontese, il giudice di Torino avrebbe fatto riferimento proprio a quell’ordinanza del 2002.
In margine, segnalo che La Stampa ha domandato lumi anche al Garante (dati personali) il quale avrebbe risposto che la posta elettronica e’ sempre inviolabile. Leggasi l’art. 15 Cost.
Non mi metto in concorrenza con un ordinario di Diritto Costituzionale (il prof. Pizzetti), ma trovo che la risposta non sia cosi’ semplice e che, comunque, non sia possibile generalizzare.
Spero di avere presto il provvedimento.

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Chi ci garantisce dal Garante?

Piccola, grande consolazione. Non sono l’unico pazzo ad avere dubbi circa l’operato del Garante e non soltanto sulla questione delle Iene nel Parlamento drogato.
Manlio Cammarata, Andrea Monti e Corrado Giustozzi dicono la loro su Interlex.

P.S.: Giustozzi dice che che se rinasce vuole fare l’avvocato. Io dico che se rinasco voglio fare Chuck Norris.

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Due commenti

Post unico per "commentare" due commenti a questo blog.
1) Un certo Cesare mi fa "simpaticamente" notare che una norma richiamata dall’art. 32 del Collegato alla Finanziaria 2007 (sul tema delle rassegne stampa) e’ stata abrogata.
Sono andato a controllare ed e’ vero. Tutto il d.lgs. 29/93 e’ stato abrogato nel 2001.
Io non seguo la vita delle norme amministrative. Neppure il legislatore.
2) L’avv. Gianluca Meterangelo mi ha fatto l’onore di commentare questo mio post del mese scorso. Apprendendo che si e’ fermato lui prima di subire un eventuale sanzione disciplinare, ci dice la sua sulla professione forense. Condivido molte cose.

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Onorevoli sballati e privacy (loro)

Penso di aver gia’ detto che, a volte, il cd. "diritto alla privacy" esorbita, specie per volonta’ del Garante.
Dico "cosiddetto" forse impropriamente, intendendo che, secondo me, tale diritto trova corrispondenza soltanto in un atto avente forza di legge (d.lgs. 196/2003), non nella Costituzione. Altrimenti detto, e’ un diritto minore. A differenza del diritto di cronaca che – mi correggano i costituzionalisti – e’ fissato nella Carta (art. 21).
Ma non dimentichiamoci di essere cittadini e che, per usare un’espressione di Grillo, quelli che eleggiamo sono nostri "dipendenti".
Succede che le Iene, con un trucchetto (ma non attribuiamo valenza fraudolenta al fatto), scoprono che su 50 parlamentari 12 di loro si erano fatti una canna, 4 un pippotto di coca (perdonate il linguaggio della mala, ma e’ usato anche dai consumatori, piu’ o meno nobili).
Il Garante (quello della protezione dei dati personali, ovviamente) decide di bloccare la messa in onda del servizio. Cosi’, almeno, riferisce ANSA, ma le altre testate riportano in termini analoghi.
Come dire: i diritti dei cittadini (come elettori e come fruitori della cronaca) cedono di fronte alla privacy dei parlamentari.[[SPEZZA]]
Giuridicamente, il provvedimento (del quale, al momento, non ho trovato traccia sul sito dello stesso Garante – dunque e’ opinabile soltanto "per sentito dire") puo’ avere un qualche fondamento. Il sudore contiene il DNA e il DNA puo’ essere un dato personale (peraltro sensibile). Ma ci metto il "puo’" proprio perche’ il DNA dovrebbe essere incrociato ad una banca dati del DNA e, cosi’, condurre alla persona. Ma non so se esistano banche dati DNA dei parlamentari, dunque…
Per tacere del fatto che, piaccia o no, la detenzione (ancorche’ per uso personale) di stupefacenti e’ un illecito amministrativo di una certa gravita’ (vedi la recente riforma dell’art. 75 d.P.R. 309/90) di cui, pero’, le Autorita’ (il Garante in primis) non sembrano volersi occupare.
Pur non essendo un consumatore (neppure in passato), penso che ci sia droga e droga. La cannetta puo’ passare (ma mi risulta che gli abusi non abbiamo effetti cosi’ salutari – comunque parliamone), la coca no, ma proprio no. Non e’ una risposta morale, ma una considerazione che si basa sulla scienza ed anche sulla mia osservazione diretta (facendo il penalista, ho conosciuto parecchi cocainomani e le devastazioni della loro psiche).
Bene. Anche se assumere coca una volta nella vita non conduce ad alterazioni irreversibili, e’ anche vero che questa droga da’ forte dipendenza e che, dunque, e’ tendenzialmente da escludere un uso occasionale.
Insomma: se teniamo per buona la pur ristretta base statistica delle Iene, almeno 8 parlamentari su 100 sono rimbambiti. Pensavate di piu’? 😉
Domanda: E’ giusto tutelare in questo modo cosi’ forte (e, forse, eccessivo, come detto sopra) un drogato eletto per decidere il destino del nostro Paese? Oppure dovrebbe essere "licenziato" per giusta causa e curato per la sua malattia?

Aggiornamento delle 19.05: sulla homepage, il comunicato del Garante e le precisazioni di Mauro Paissan

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