Canone TV e PC

Nelle ultime settimane molti possessori di computer sono stati raggiunti da una letterina con la quale l’ente preposto pretende il pagamento del canone TV per le nostre simpatiche scatole dotate di tastiera, mouse, monitor e… non necessariamente di scheda sintonizzatore. Ma sono scatole “astrattamente” atte alla ricezione di programmi radiotelevisivi.
Ne ha parlato anche PI per mezzo di un’intervista ad un dirigente dell’Agenzia delle Entrate.
Il ragionamento non fa una piega o, almeno, le pieghe sono poche.
Il vero problema non sta nelle parole di un burocrate apparentemente troppo zelante, ma nell’assurdita’ della norma su cui si fonda la pretesa di imposta. E’ un regio decreto, dunque e’ facile immaginare a quando risale.
Il problema e’ sempre quello: leggi anacronistiche che colpiscono, ciecamente, l’informatica.

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Indulto e reati informatici

Alla fine è venuto. Premetto subito che sono favorevole e ci sono ragioni molto “pesanti” che, però, non tutti vogliono vedere preferendo fare gli eterni incontentabili. Il resto, poi, e’ politica, dunque lasciamola perdere.
Veniamo a noi e agli effetti che il provvedimento di clemenza avra’ sui reati informatici (anche quelli meramente commessi mediante il mezzo tecnologico).
Indulto e’ estinzione della pena (col limite di tre anni, in questo caso), non estinzione del reato. Pertanto, i processi si faranno ancora. In caso di condanna definitiva si avra’ questo sconto (magari anche per non bruciarsi la condizionale), ma la condanna restera’ (anche l’eventuale condanna al risacimento).
Dico subito che nella lista delle esclusioni dal beneficio non compaiono reati tipicamente informatici, ma ci sono alcuni chiarimenti da fare.
Per punti:
– Associazione per delinquere ex art. 416 c.p. – E’ vero che in alcuni casi (crew di cracker) si contesta l’associazione per delinquere, ma il beneficio e’ escluso soltanto per le associazioni finalizzate alla commissione di reati molto piu’ gravi di quelli informatici;
– Pedopornografia – Questo indulto non cancella la pena per la pedopornografia. Con una sola eccezione, vale a dire le condotte di mera detenzione (art. 600-quater c.p.), sempre che non vi sia l’aggravante dell’ingente quantitativo di materiale illecito. In sostanza, per fatti da P2P (dove c’e’ anche una diffusione piu’ o meno consapevole del materiale a causa della condivisione operata dal client) l’indulto non vale. Fine della discussione, il legislatore puo’ sempre esercitare la sua discrezionalita’, nei limiti dei principi fissati dalla Costituzione;
– Riciclaggio (art. 648-bis c.p.) – Riguarda, di solito, il phishing (o, meglio, l’attivita’ successiva di “ripulitura” dei danari sottratti ai conti correnti). Il Parlamento ha avuto la mano pesante e per questo reato esclude il beneficio, ma per casi non riconducibili al phishing.
Ricordarsi, infine, di fare i bravi per cinque anni secondo le regole della legge. Altrimenti l’indulto sara’ revocato.

Aggiornamento: testo della legge 241/2006 di concessione dell’indulto.

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Tesi ardite

Gianluca Pomante ha scritto questa cosa per Interlex. Gia’ il titolo “Non esiste il reato di accesso abusivo a un sistema informatico” e’ uno di quelli che, di primo acchito, potrebbe far esclamare “Ma che dice questo”?
No, riflettiamoci, non fa mai male, anzi…

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VoIP e indagini

Una prece per la vittima di un delitto cosi’ efferato.
Al di la’ di cio’, Repubblica riferisce della “scoperta” del VoIP da parte degli investigatori (e, prima ancora, da parte dei mariuoli).
Peccato che non si sappia molto di piu’: “Le telefonate fatte da Gianmario Roveraro ai familiari non presentavano alcun numero chiamante. Per scoprire da dove provenissero è intervenuta la Squadra indagini telematiche del Ros. E’ stato ipotizzato che le chiamate fossero fatte utilizzando il sistema Voip”.

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Controllo lavoratori

Monica Gobbato e Sara Tagliabue hanno pubblicato su Altalex un valido articolo sul controllo a distanza sui lavoratori. Sono richiamati diversi provvedimenti in materia e si e’ focalizzata l’attenzione sulle nuove tecnologie (browsing, posta elettronica, badge, ecc.).

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Amnistia e indulto

Forse ci siamo? Non lo so. E’ realmente difficile entrare nelle logiche e nei discorsi della politica.
Si parla di un indulto in settimana (provvedimento che elminerebbe soltanto la pena, non il reato) e sono stati presentati diversi disegni di legge riguardanti anche un’eventuale amnistia. Molto vari, ma ci sono dei punti fermi comuni.
Ad un primo sguardo, per quello che riguarda la Rete, molti reati informatici potrebbero essere cancellati, non quelli in materia di pedopornografia (anche la mera detenzione, direi) che, evidentemente, tutti gli schieramenti vedono come “imperdonabili”.
Per farvi un’idea piu’ precisa, consiglio sempre una ricerca da questa pagina del Senato. Non toccate nulla, inserite soltanto le parole amnistia e indulto (insieme o separatamente, meglio nel campo “Intera scheda”) e cliccate sul pulsante di ricerca.

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Non ci posso credere…

…e sono senza parole.
QUI.

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Lelio Luttazzi presenta… (Minotti’s version)

Mantellini ha dato questo titolo ad un suo post. Siccome e’ perfetto, glielo grabbo sperando che non mi chieda i diritti.
Hit parade della pirateria informatica… ma per favore…
E lasciamo perdere anche Baglioni che mi era quasi diventato simpatico per la sua partecipazione a “Siamo una squadra fortissimi”.
Comunque, l’occasione e’ persa, almeno sotto il profilo giuridico: un patteggiamento, di regola, non fa una gran giurisprudenza (ma fa statistica per la procura).
Peccato.

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Windows 98/ME: stop assistenza e aggiornamenti

Si sapeva gia’ da tempo. Ieri, la notizia e’ stata riportata sul Corriere online.
Windows 98/ME, che il quotidiano definisce “affidabile” (sic) sono stati dismessi. Eppure, sempre secondo il Corriere, “questo sistema operativo è considerato uno dei migliori, in quanto a stabilità e sicurezza” (ri-sic). Vabbe’…
Diciamo, comunque, che, al di la’ della sicurezza senso stretto, il fatto crea qualche problema di rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali (cd. privacy).
Chi si intende della materia sa gia’ che detti sistemi operativi erano utilizzabili “a norma” soltanto (forse) a condizione di fare salti mortali. Io li ho sempre sconsigliati.
Oggi, con lo stop agli aggiornamenti, come si fara’ a rispettare quella regola che impone, appunto, l’aggiornamento dei sistemi operativi? Ad impossibilia nemo tenetur? Puo’ darsi…
Questo per la responsabilita’ penale da misure minime. Per quella civile voglio ridere…

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Rassegne stampa e Web

Dirittodautore.it riporta questa notizia. In sostanza, l’attuale Governo vorrebbe “stanare” chi realizza rassegne stampa per fargli corrispondere i diritti.
E’ vero: molte rassegne sono fatte in barba alla legge (e non parlo soltanto di diritto d’autore, ma anche di concorrenza, ovviamente sleale).
Specie su Internet, diversi siti vivono letteralmente “scroccando” contenuti a destra e a manca. Ed ecco il punto.
Premesso che non ho mai compreso l’origine della regola-mito secondo la quale tutto quanto e’ su Internet e’ liberamente grabbabile, ci si dovrebbe dare un po’ una regolata. Specie quando si va al di la’ della citazione (disciplinata dalla l.d.a.) e, anzi, si succhia in maniera sistematica il lavoro degli altri, con finalita’ non certo personali.
In piu’, mi ritornano alla mente due noti problemi tipici della Rete: il deep-linking e il framing. Trovo molto scorretto il secondo, succede anche nel Web giuridico.
Dunque, attenzione a linkare, a dirottare in frame propri e, soprattutto, a copiare e incollare.
E guardate bene le licenze. PI, ad esempio, usa questa Creative Commons. A parte la scelta etica, penso sia anche un buon modello imprenditoriale.

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