Gli accenti

Una novità di questo blog. Quasi invisibile, ma c’è. Da qualche giorno (forse qualche settimana) ho iniziato ad usare gli accenti in luogo degli apostrofi.
Sì, lo so… è un arrendersi ai tempi, ma, in fondo, era diventato troppo snob continuare a farlo, peraltro senza più grossi motivi tecnici.
Eppoi, non sopportavo più sentirmi riprendere/correggere da Carlo Felice.

P.S.: Nelle email continuo a mettere gli apostrofi…

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La Data Retention dopo la ratifica di Budapest

Sempre Interlex pubblica oggi un intervento di Gloria Marcoccio sul tema di cui all’oggetto. Da leggere. Mala tempora currunt.
Aggiungo che la situazione si fa ancora più drammatica se ricordiamo che non si è ancora avuta la doverosa attuazione della Direttiva 2006/24/CE. Sebbene circoli una bozza di decreto, dubito che la cosa si chiuderà a breve. Non foss’altro per il prossimo avvicendamento governativo (di che colore, non importa).

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Dimenticavo: breve relazione su Pula

A distanza di quasi una settimana, mi ricordo che volevo scrivere qualcosa sul seminario di Pula.
Parlo delle persone. Non ho tutti i titoli per rendere realmente merito alle relazioni (cosa che lascio agli scritti dei relatori e ai video che saranno messi online).
Allora, partiamo, e non per mera cavalleria, con chi ha reso possibile questa cosa e, cioè, la dott.ssa Annalisa Diana di Sardegna Ricerche. A parte il fatto che è una gran lavoratrice, simpatica e bella, devo dire che ha una resistenza enorme (tipico delle donne, d’altro canto). Dopo giorni di preparativi non semplici, la sera ha saputo anche essere brillantissima a cena.
Veniamo al moderatore, Luca De Biase. Sicuramente ha carisma e autorevolezza, non soltanto sul Web. Ottima, dunque, la scelta del ruolo. Conosce la (e si interessa alla) materia, dunque sa come gestire e smistare ciò che accade in un evento del genere. Durante il seminario, continuava a scrivere, velicissimo con una corsa delle dita sulla tastiera ridottissima (io rimbalzo molto di più) eppure non si è mai fatto cogliere impreparato. Poi, uno che fuma Marlboro rosse di questi tempi è sempre da apprezzare.
I relatori.
Giovanni Guardalben di KipCast Corp. Persona assolutamente alla mano e sempre sorridente (di quei sorrisi puliti, tanto rari oggi). Ma ha sicuramente i suoi numeri, grande professionalità e pacatezza. Sicurezza su quello che dice e il lavoro della sua società è molto interessante.
Antonio Tombolini. Per me è un fenomeno e gliel’ho anche detto (per quel che vale il mio giudizio, ma non penso di sbagliare). Ha un curriculum da paura, ma mica di quelli farlocchi. E, quando parla, si vede. Una di quelle teste che non smettono di pensare, di creare.
Antonio Sofi. Il più giovane, ma non da meno. Individuato subito sul torpedone dell’Aeroporto, a Fiumicino, e il suo iPod touch (oddio, forse era un iPhone) è stato un indizio decisivo. Molto elaborato, molto pensante, slide intrise di idee. Alla fine, abbiamo anche scoperto di avere un’amica in comune.
Beh, l’evento è stato sicuramente interessante. Per me anche per i rapporti umani che si sono creati.
P.S.: Comunico il risultato della partita di bigliardino (calcio balilla, calcetto, ecc.) svoltasi durante la pausa caffè: Minotti/Tombolini 5 – De Biase (Diana 1 t.)/Sofi 3. Alla faccia di Sofi che mi credeva una schiappa…

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Tecnologia: cosa pensano (e promettono) i politici – II puntata

Punto Informatico continua con la pubblicazione delle risposte date da i nostri politici (purtroppo, soltanto tre) in tema di tecnologia (e diritti).
Continuo anch’io ripartendo da un mio precedente post.
Primo tema: Internet sequestrata – Filtri anti-gambling
Premessina. A mio parere c’è un problema di base. Sarà che io non amo particolarmente il gioco d’azzardo (lo vieterei per motivi etici e non solo), ma il monopolio statale della cosa è una vera vergogna. Proprio per motivi etici e non solo. Parimenti, dovrebbe, allora, esistere una AAMS della prostituzione. Detto ciò, andiamo ai “risponditori”.
Di Pietro – La sua risposta mi piace perché non gli piace il protezionismo e, invece, guarda ad una concertazione almeno comunitaria. Verrà da un piccolo paese molisano, ma ha idee molto meno provinciali di tanti metropolitani.
Gasparri – Appare decisamente più rigido (dovrebbe essere meno “politico”, come detto in precedenza). Sia sulle ragioni di Stato che sull’apertura a concertazioni comunitarie. Non mi è piaciuto, sul punto.
Grillini – Continua a stupirmi positivamente per la sua competenza tecnica o per la scelta del ghost writer 😉 Ad ogni modo, non mi sembra che l’argomento della facile (anche se non per tutti) aggirabilità (in parte utilizzato anche da Gasparri) sia vincente perché la debolezza della giustificabilità dei filtri non sta nell’inefficacia degli stessi. I problemi sono altri, ad esempio il filtraggio di siti “innocenti” e, comunque, quello della “censura”.
Secondo tema: Internet sequestrata – censure di siti pedofili (e non…)
Sono contento perché è Punto Informatico ha proposto il confronto con un mio articolo. Il fatto è che, sul punto, i politici non hanno risposto. E non sono perplesso perché, di fatto, non mi hanno filato. Probabilmente, non competeva loro, ma l’oscuramento del sito col gioco “Pretofilia” è stato un vero abuso al di fuori del diritto. La questione dell’Orgoglio pedofilo è un po’ diversa, ma non troppo se guardiamo ai principi.
Gasparri – Non centra il punto. Non si discute sulla lotta alla pedofilia, il fatto è che non si può censurare chi pedofilo non è o chi, forse ai limiti, esprime determinate idee.
Grillini – Non a sproposito menziona la libertà di espressione. Basta questo ed è perfetto, anche quando fa il distinguo sull’apologia di reato.
Di Pietro – La precisazione che la Rete è come il mondo “reale” potrebbe sembrare inutile, ma sta bene ricordarlo. Per il resto, mi sembra che emergano sempre i suoi trascorsi da inquisitore.
Terzo tema: La banda larga è un diritto universale?
Gasparri, Grillini, Di Pietro – Metto tutti insieme perché la risposta era scontata. Con un segno + per Grillini che dimostra di conoscere meglio l’argomento anche nelle sue implicazioni sociali e un segno – per Di Pietro in quanto pensa alla banda larga soltanto per professionisti, imprese e Pubblica Amministrazione. Dimenticando tutti gli altri cittadini, il loro diritto alla cultura.

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Italia 2008: la legge è ancora segreta

Impossibile non dare ragione a Manlio Cammarata che, su Interlex, denuncia, per l’ennesima volta, l’inesistenza di un vero accesso libero e gratuito (nonché tempestivo e aggiornato) alle leggi italiane (e anche alla giurisprudenza, almeno quella di Cassazione e Giurisdizioni Superiori).
Lo Stato non scusa l’ignoranza di legge eppure fa ben poco per renderci informati.
Dietro c’è il business della Gazzetta e delle riviste giuridiche che vivono anche sulla pubblicazione di leggi e sentenze.
Qui, in Internet, ci sono tanti siti e qualche amministrazione locale che, gratuitamente, cercano di riempire questo vuoto. Iniziative lodevolissime, ma si tratta di un compito istituzionale.

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La Destra: abbiamo sfogliato l’elenco

Esilarante (e illegale) iniziativa de La Destra. Visto che la Santanché (“che non la dé”) non riesce a passare a Massa-Carrara per un comizio, il partito decide di registare un annuncio elettorale di 40 secondi e spararlo a tutti gli abbonati telefonici della zona.
Con la consapevolezza che “sanno di sfiorare il criterio di legalità”. Un consulente sulle questioni no, eh? La figuraccia della Bonino pensavo fosse già nota nell’ambiente.
Si veda cosa dice il Garante (che non fa leggi, ma è condivisibile).

P.S.: La notizia è apparsa su Il Secolo XIX del 9 aprile 2008, pagina 3 in basso a destra. L’ho letta a pranzo e l’insalata mi è andata per traverso.

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Minotti NON è contro le Creative Commons

Con questo titolo voglio definitivamente sgomberare il campo da certi malintesi.
A parte i commenti a questo post (mi spiace, alcuni poco centrati sulle vere questioni giuridiche), sono risalito anche ad un thread che parte da QUI (perlatro, leggendo mie affermazioni mai fatte, qui o altrove).
I casi sono due: non so scrivere, non so spiegare oppure, dall’altra parte, non si sa o non si vuole capire. Nel dubbio, faccio qualche riflessione in più. In parte, ci riprovo.
Venerdì ero a Pula (CA) per un seminario di cui ho già parlato. Si è discusso, come da programma, di editoria digitale ed io, provedibilmente, mi sono occupato degli aspetti giuridici (anche se ho cercato di non far addormentare l’uditorio sparandogli una compilation di leggi borboniche). Ed è uscito proprio il nodo delle CC, riscontrando che non sempre coloro che le adottano hanno le idee chiare, anzi tendono a seguire gli altri, fidandosi. Io, invece, cerco di mantenere sempre un atteggiamento critico (non distruttivo), almeno per le cose che conosco.
Mi è stato detto (non in quella sede) che non ha alcun senso dire che una licenza va contro il diritto. Appunto, perché non può andare contro il diritto. Insomma, la mia riflessione sarebbe inutile.
Io non penso che sia inutile affermarlo. E’ vero che tra legge e licenza in caso di contrasto vince il primo (l’avevo chiarito, sebbene fosse ovvio), ma non dobbiamo dimenticarci che le mie riflessioni nascevano dal caso PaulTheWineGuy vs. BlogBabel che, in un primo tempo (poi, Paul ha chiarito nei commenti), sembrava da ricondurre ad una violazione della licenza CC adottata dal primo.
Circoscriviamo il problema. Le licenze CC riguardano fondamentalmente tre punti: la paternità dell’opera, il diritto di rielaborazione, gli usi commerciali. Nulla da dire sul primo (anche perché CC non mette un’alternativa, essendo la paternità – come diritto morale – inalienabile, ecc.). I problemi escono fuori con il secondo e il terzo punto. In particolare, mi sta a cuore l’uso commerciale.
Io, che pure ho adottato una certa CC (che rivedrò), non posso impedire certi usi anche commerciali (ad esempio, da parte di un giornale). Meglio si spiega l’art. 70, comma 1, l.d.a.

“1. Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali”.

Ecco. Quando un certa licenza CC vieta ogni uso commerciale, in realtà va contro la legge. Soccombe, certo, ma il problema è che chi non conosce la legge potrebbe ritenere, pur in buona fede, di essere nella ragione. Con conseguenti malintesi, pasticci, ecc.
Mi fa piacere che qualcuno (col quale, in passato, ci siamo anche presi) abbia inteso perfettamente i miei intenti e le mie idee.
Ora, spero di essere stato chiaro anch’io.

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Tecnologia: cosa pensano (e promettono) i politici

Diciamoci la verità. Stuzzicare i nostri politici su temi tecnologici è un gioco perverso e sadico. Peggio che sparare sulla Croce Rossa. Da “bastardidentro”.
Allora, non dobbiamo stupirci se Berlusconi, con la sua età, ammette candidamente di non conoscere Internet. E’ il meno. Il leader non è tenuto ad essere tuttologo. Devo soltanto dotarsi di persone capaci e competenti per ogni settore che, eventualmente, gli suggeriscano il da farsi sui vari temi.
La cosa preoccupante è che nei programmi elettorali dei due schieramenti più forti (sulla carta, poi vedremo lunedì), di tecnologia sia parla ben poco. Eppure è il futuro culturale ed economico.
Punto Informatico ha iniziato ieri a pubblicare le risposte di alcuni politici, su temi precisi, appunto di tecnologia (ieri e oggi). E’ proprio una bella iniziativa. Peccato che, pur su un numero non precisato di destinatari dei quesiti, abbiano risposto soltanto in tre: Di Pietro (Idv), Grillini (Partito Socialista) e Gasparri (Pdl). Onore al merito, quanto meno per il fatto di aver risposto. Comunque sia, questa è la conferma…
Ma veniamo al merito.
Primo tema: Neutralità della Rete
Gasparri – Devo dire che sembra che sappia di cosa parla. Forse perché è stato specifico ministro (pur con l’ombra della legge che porta il suo nome). Mi ha dato una buona impressione, anche se tradisce una chiara origine politica. Chiamiamola “cerchiobottismo” oppure “maanchismo”.
Di Pietro – Soprendente. Pur un po’ troppo stringato, un atteggiamento da vero anarchico (smentito, però, dalle considerazioni in tema di data retention – infra).
Grillini – Da quando ha cambiato occhiali (lasciando quelli fondo di bottiglia per un modello più attuale) è decisamente più simpatico e gradevole. Sa meno di primo della classe però mi sa che lo è ancora. Appare, senza dubbio, il più preparato (anche tecnicamente – ma fa venire qualche sospetto di ghost writing) della terna.
Il tema della neutralità, pur fondamentale, si presta, però, a facili voli pindarici si sapore filosofico. Come dire che tutti possono giocare facendo bella figura. Passiamo oltre.
Secondo tema: Decreto Pisanu
Faccio una premessa. Questo è il vero punto critico. Semplicemente perché Pisanu era ministro di centrodestra mentre le recenti proroghe sono state di centrosinistra (fermo restando che le convesioni in legge sono state largamente volute da tutti). Difficile dire “è stata colpa sua”. Andiamo ai nostri.
Di Pietro – Qui esce la sua vera natura di ex poliziotto (ed ex piemme). Per il nostro Antonino il problema non è la data retention di per sé, ma lo step ulteriore, quello del controllo dei controllori. Peccato che per tutti coloro che si occupano dell’argomento (es.: Garanti Europei) il problema stia a monte di eventuali abusi. Appunto, nella data retention di per sé.
Gasparri – Pur con evidente cerchiobottismo, almeno menziona le libertà personali. Mi sembra un passo pià avanti, non da poco.
Grillini – Secondo me non centra perfettamente il tema o, meglio, non lo focalizza nei termini superiori più importanti (i diritti). Sembra che il Decreto Pisanu riguardi soprattutto limitazioni a connessioni libere e non controllate (Internet cafè, FON e simili).
Secondo tema-bis: Scuola
Anche qui una premessa. Hanno ragione tutti: quelli che dicono che occorre insegnare il congiuntivo e quelli che vorrebbero laboratori pieni di PC.
Grillini – Mi piace la sua attenzione verso un uso non passivo (e soltanto teorico) della tecnologia. E, poi, ammette che possiamo/dobbiamo guardare agli altri paesi, senza nascondersi dietro vuoti patriottismi.

E qui mi fermo anche perché l’articolo di PI si chiude con il primo paragrafo della seconda risposta di Di Pietro. Boh… Magari updato appena succede qualcosa.

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Ratifica della Convezione di Budapest: è legge in vigore

E finalmente. Alla fine ce l’abbiamo fatta: la legge di ratifica è stata pubblicata ed è in vigore dallo scorso 5 aprile.
Molte novità, non soltanto formali, sui reati informatici.
Sul Circolo dei Giuristi Telematici, invece, un primo commento a più mani: Marco Cuniberti, Giovanni Battista Gallus, Francesco Paolo Micozzi e Stefano Aterno (mi avrebbe fatto molto piacere scrivere insieme a questi amici, ma, come al solito, perdo il treno…).
Peccato per le questioni di data retention… Ma ne parlerò in altro post e ad e-privacy 2008.

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Orfani adulti

Qualche anno fa parlavo ad un amico di una terza persona, nostra coetanea. Dissi che era orfana, da poco. L’amico mi riprese severo, ricordandomi l’età del terzo.
Ora, capisco che non sono l’unico ad avere questa idea degli “orfani adulti”. Sarà egoista, ma è un modo fermo e risoluto di gridare amore e dolore.

(via Daria Bignardi)

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