Blog: mala tempora currunt – UPDATED

Ne avevo parlato qualche post addietro citando Valentino Spataro. PI e Paolo De Andreis lo riprendono e rincarano la dose su quello che ha tutta l’aria di essere uno "scherzetto" governativo d’estate. Da leggere.
Pero’… vedremo, perche’ non e’ tutto cosi’ scontato anche se il Sottosegretario Ricardo Franco Levi pare molto ottimista.
E il Partito Pirata lancia una petizione online.

Aggiornamento del 21 ottobre 2007, ore 13.00: diamo a Cesare… sul tema, le prime parole (critiche) l’ha scritte Manlio Cammarata.

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Sed Lex > Un canone per il P2P

(da Punto Informatico del 19 ottobre 2007)

Roma – Dopo la presentazione del 2 agosto scorso, è finalmente giunto in Commissione (in sede referente) il ddl. S-1769 (Sen. Pecoraro Scanio) intitolato “Norme in materia di sostegno all’attività cinematografica e diritto d’autore” che si affianca ad altre proposte già commentate su Punto Informatico. continua a leggere

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Politici drogati: le Iene patteggiano la violazione della privacy (?)

Faccio due premesse perche’ non si puo’ banalizzare:
– una sentenza a seguito di patteggiamento e’ certamente e normalmente meno approfondita (in fatto e in diritto) rispetto ad una decisione resa a seguito di altro rito, dunque non puo’ essere presa come "precedente" (ancorche’ di merito e non di legittimita’); specie se si considera che il patteggiamento e’ una richiesta di applicazione pena concordata con il pubblico ministero e avallata dal giudice che compie una verifica di congruita’ della pena e di non ricorrenza di ipotesi di proscioglimento allo stato degli atti;
– la decisione di patteggiare o meno dipende da diversi fattori, molti, di regola, conosciuti soltanto agli interessati, dunque non puo’ essere opinata da noi “spettatori”; e’ una decisione "tecnica" e di opportunita’.
Detto cio’, riportiamo la notizia della condanna che, sinceramente, mi era sfuggita. Ricordiamo anche i fatti. Le Iene, anche in considerazione dell’approvazione di leggi anti-droga peggiorative, decidono di verificare, con un trucco (letteralmente…), se i tanto moralisti parlamentari (perche’ la legge ha sicuramente anche una funzione moralizzatrice, specie su certi temi) siano cosi’ “puliti” da potersi occupare delle droghe altrui. Del resto, c’era gia’ stato lo scandalo dei "cavallini" (portatori di droga) in Parlamento.
I risultati dell’inchiesta sono andati ben al di la’ delle piu’ rosee (si fa per dire, perche’ la cosa e’ molto triste) aspettative: 4 parlamentari su 50 sono tossici di coca, altri 12 si fanno delle canne.
Il Garante si sveglia, blocca il trattamento e, poi, ne dispone il divieto. Di fatto blocca il servizio e molti gridano alla censura. Intanto, anche la Procura di Roma si attiva (non so se su segnalazione di qualcuno, ma per quel reato si procede d’ufficio).
Ora, viste le premesse che ho fatto non si puo’ negare che un giudizio giuridico sulla sentenza sia abbastanza arduo. Pero’, mi domando se i dati raccolti siano realmente personali e se, in qualche modo, sia stata considerata quella giurisprudenza (che, comunque, non condivido appieno) della Cassazione che ritiene che il nocumento previsto dall’art. 167 T.U. dati personali (reato verosimilmente contestato nella fattispecie del secondo comma) debba avere contenuto patrimoniale apprezzabile.
A livello piu’ elevato mi chiedo dove sia finito il diritto di cronaca e che forza abbia, oggi, rispetto all’onnipresente e onnipotente privacy.
Come cittadino, mi chiedo se siano peggio le Iene oppure certi (molti) parlamentari “tossici” che continuano a decidere per noi, come l’On. Mele che la stampa riferisce essere indagato per spaccio. Forse Grillo dovrebbe pensare anche a loro, non soltanto a quelli condannati per un qualsiasi reato.
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Riciclaggio: buona o malafede?

Punto Informatico pubblica un bell’articolo di Claudio Brovelli. Bello perche’ e’ istruttivo.
Io non so se il sito in oggetto ("studiato" anche da F-Secure) sia veramente collegato ad un’organizzazione di phisher o altri mariuoli. Ma so una cosa.
Qualche mese fa ricevetti la telefonata di una persona che chiedeva il mio aiuto legale perche’ risultava indagato per riciclaggio in connessione ad attivita’ di phishing. Reclutato, a suo dire, proprio come riferito da Brovelli. Di cio’ ho avuto conferma da una certa Polizia Postale che si stava occupando del caso.
Ora, io non sto qui a ragionare se certe persone che pensano di guadagnare molto lavorando poco con soggetti quasi sconosciuti siano in malafede o soltanto degli sprovveduti. Dico che, talvolta, le accuse di riciclaggio possono arrivare veramente, indipendentemente dagli esiti finali del procedimento.
Uomo avvisato…

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Prendi a Internet per dare alle major. Ma c’e’ molto di piu’ – UPDATED

Nei giorni scorsi e’, finalmente, arrivato in commissione il ddl S-1769 Pecoraro Scanio. Cosi’ possiamo anche leggercelo (ma perche’ i siti istituzionali non sempre rendono disponibili questi testi prima dell’approdo in commissione?). Intanto leggiamo la Relazione e l’art. 1 su finalita’ e oggetto. Poi…[[SPEZZA]]
…un breve commento sulle modifiche proposte che piu’ strettamente ci interessano:
– l’aliquota IVA sugli abbonamenti di banda larga e’ abbassata al 10% (art. 4, comma 1);
– i fornitori applicheranno un prelievo dell’8% sui canoni di banda larga e lo verseranno allo Stato (art. 4, comma 2);
– il ricavato sara’ destinato per 1/3 a un fondo speciale per il sostegno del (solo) cinema, per 2/3 ad altro fondo speciale a beneficio dei produttori (ma con prevalenza del cinema) (art. 4, comma 2);
– "Il pagamento del prelievo di cui all’articolo 4 dà titolo all’uso e alla distribuzione purché non a scopo di lucro dell’opera, a qualunque titolo essa sia stata acquisita per via telematica" con conseguente inapplicabilita’ delle sanzioni penali, amministrative e, direi, anche civili (art. 7, comma 1);
– abrogazione della lett. a-bis) dell’art. 171, comma 1, l.d.a., la famigerata disposizione penale sul P2P (in upload) anche senza scopo di lucro o profitto (art. 7, comma 2);
– rinnovato innalzamento al lucro delle ipotesi di reato in tema di software, vale a dire quelle di cui all’art. 171-bis, comma 1, l.d.a. (art. 7. comma 3);
– allargamento delle ipotesi di lecita copia privata, anche in presenza di misure tecnologiche e anche in digitale.
Che dire? Che sembra proprio una bella cosa. Un 8% si puo’ tollerare, penso, almeno per i contratti destinati alle utenze domestiche. A maggior ragione se ad esso corrisponde, dal punto di vista economico, un’abbassamento dell’IVA.
Il prelievo e’, a ben vedere, una sorta di equo compenso, come quello applicato su supporti e dispositivi. So che non piacera’ a tutti, ma teniamo conto del fatto che con esso verra’ meno la possibilita’ di incappare in sanzioni penali o amministrativi (perche’, questa volta, e’ detto espressamente). E non e’ poco.
E, come anticipato, mi sembra anche che il comma 1 dell’art. 7 conferisca piena liceita’ anche sotto l’aspetto civile.
Resistera’ all’eventuale dissenso delle Major e di quelli che a tutti i costi non vogliono pagare nonche’ alla sovraordinata disciplina europea.

Aggiornamento del 19 ottobre 2007, ore 8.35: mi sono accorto che nella Relazione al ddl c’e’ scritto "reato penale". Bah…

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Blog e responsabilita’: quelle che Gentiloni non dice

Il mese scorso avevo parlato del question time di Gentiloni sulla natura giuridica dei blog. Io sono sempre stato ottimista e forse ingenuo: ho creduto alle risposte di Gentiloni.
Valentino Spataro, invece, e’ stato, da subito, molto scettico ed, effettivamente, io oggi mi devo ricredere avallando, in linea di massima (devo approfondire), le piu’ recenti conclusioni di Valentino.
Motivo? Basta leggere il ddl approvato dal Governo. Certo, prima che diventi legge dovra’ passare ai due rami del Parlamento, con tutte le (eventuali) modifiche. Ma la lettura del testo vale a sbugiardare il nostro Ministro: il ddl tende ad equiparare i blog (e non solo) alla stampa con tutte le responsabilita’ che ne discendono.
Per adesso, dico che e’ una cosa molto seria: leggete e diffondete.
(to be continued)

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DIG – Eat a Milano l’8 novembre 2007

Vi interessano le regole sulla dematerializzazione? Siete buone e raffinate forchette?
Trovatevi a Milano l’8 novembre 2007.

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Fonti e giornalisti

Carlo Felice mi tira le orecchie e, in parte, ha ragione.
Dice, in sostanza, che punto il dito contro i giornalisti, ma do poca enfasi agli errori alla fonte.
A mia discolpa, dico che, proprio all’inizio del mio post in critica, ho formulato delle ipotesi sugli errori di cronaca a tra questi c’era l’abuso dell’Autorita’.[[SPEZZA]]
Non appartengo alla schiera dei blogger che odia i giornalisti. Un po’ perche’ non penso di essere un vero blogger (basta avere un blog?;-), un po’ perche’ per me, piuttosto, e’ una questione di singoli che, pero’, in effetti non sempre evidenzio a dovere.
Certe volte mi sono trovato virgolettato in maniera assolutamente infedele. Al di la’ delle dichiarazioni sul singolo caso, mi sono state messe in bocca espressioni come "reato penale". Che, giuridicamente, e’ una sciocchezza assoluta. Un giornalista puo’ permettersi di usarla, a maggior ragione il comune cittadino. Se lo fai dire ad un avvocato, gli fai fare una figura da cretino, da vero ignorante. "Reato" significa gia’ "illecito penale". Dire "reato penale" equivale a dire "illecito penale penale". Non so se rendo. Questi i termini del mio pregiudizio perche’ soltanto di questo si tratta.
A parte cio’, l’equivoco (chiamiamolo cosi’) di Imperia verosimilmente nasce proprio dalla fonte, vale a dire dalla locale Postale. A meno che il virgolettato non si fedele. E – se Carlo Felice mi consente – non e’ vero che quella Sezione non sia mai finita in cronaca. Personalmente, qualche anno fa mi ci sono trovato "contro" per un caso di diffamazione online. Alla fine ho avuto ragione io: tutto archiviato, malgrado le molto discutibili posizioni della Postale, del PM e del GIP che sequestro’ un certo sito.
Non e’ sempre cosi’, ovviamente.

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Il segreto dei blogger

Fonte il Corriere.
Come annunciato, pare proprio che negli USA i blogger siano presi sul serio, tanto da riservare loro il diritto di tacere l’identita’ delle fonti confidenziali. Almeno secondo un emendamento ancora tutto da approvare definitivamente.
Mi spiace, pero’, che ad ogni riconoscimento di questo genere, sorga, in automatico, la preoccupazione che "il provvedimento, se approvato anche dal Congresso, possa facilitare i terroristi iracheni o i pedofili a presentarsi sotto mentite spoglie da giornalisti/blogger, godendo così di una maggiore impunità".

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Delirio da privacy – UPDATED

Le alternative sono tre:
– le Autorita’ stanno abusando del loro potere;
– i giornalisti riferiscono piuttosto male;
– entrambe le cose.
Studente rischia multa di migliaia di euro. “Quel film ha violato la privacy”. Ecco il titolone di Repubblica e le altre testate sono decisamente allineate. continua a leggere

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