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Tag Archives: Laura Boldrini
neXt > Perché la Carta dei diritti Internet non serve a niente
In queste ultime ore è stata approvata una prima bozza della Carta dei diritti di Internet. Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta, in particolare, dal Presidente Boldrini e da Stefano Rodotà.
Non si intende mettere in dubbio la necessità di una Rete libera, tanto meno la buona fede dei proponenti. L’iniziativa, però, presta il fianco a tre critiche a mio modo di vedere non banali, non facilmente superabili.
Nessun organo costituzionale, in particolare legislativo, ha delegato tale attività che aspira a regolare qualcosa, per cui sarebbe particolarmente lecito dire “non in mio nome”.
Le regole (cogenti) per Internet esistono già (es.: dati personali, commercio elettronico, tutela del consumatore, ecc.) e, molto spesso, sono di origini comunitaria, dunque tendenzialmente uniformi almeno in ambito UE.
Con la Carta si pretende di normare un mero “mezzo” (Internet non è un “luogo”), per di più con aspirazioni da legislatore planetario, cercando di imporre le proprie regole ad altri Paesi, muovendo da un Paese ad istituzioni sovranazionali, laddove dovrebbe accadere il contrario.
Allora, non sarebbe meglio evitare anche gli sprechi di commissioni inutili e promuovere fattivamente, senza alcuna pretesa di dettar legge, le libertà fondamentali che prescindono dai mezzi di comunicazione?
Posted in Diritti digitali, neXt
Tagged bill of rights, carta dei diritti di internet, Laura Boldrini, stefano rodotà
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Giornalettismo > Laura Boldrini e le leggi sul Web a sua insaputa
(da Giornalettismo del 3 maggio 2013)
Chi credeva che gli strali sulla Rete fossero appannaggio esclusivo di reazionari misoneisti eventualmente di destra si sbagliava di grosso e ora deve ricredersi. Oggi c’è stato un “uno-due” non da poco, addirittura proveniente da alcune delle più alte cariche dello Stato, di diretta discendenza di sinistra.
Prima Laura Boldrini, Presidente della Camera eletta nelle liste Sel. In una confusa intervista curata da Concita De Gregorio finiscono nel calderone le minacce alla stessa, purtroppo, ricevute con cadenza giornaliera, il femminicidio, il razzismo e la xenofobia (quelle di destra, come si specifica) e tutela dei minori. E, tra le righe, spunta l’idea di una legge speciale che permetta di intervenire a priori. Un approccio che fa paura a chiunque abbia cari i diritti fondamentali dell’uomo.
Poi, Pietro Grasso, Presidente del Senato, eletto in quota Pd, già Procuratore nazionale antimafia (non ce lo dimentichiamo). A Sky TG24 gli chiedono un commento alla parole di Boldrini e ne esce fuori la necessità di leggi ad hoc che combattano fatti come ingiurie, minacce e fatti anche più gravi.
Entrambi, dunque, parlano di leggi da fare, di un’anarchia della Rete (sic) che non si può più sopportare e che occorre fermare la valanga di insulti e minacce che viene dal Web. Tacendo, verosimilmente per ignoranza, fatti che non sono proprio dettagli.
Scendendo dalle vette del parlar figurato, ci si accorge che la Rete non è un’entità, è solo un mezzo, mediante la quale persone in carne ed ossa – altro che virtuali – compie le stesse azioni compiute sino a ieri con strumenti non tecnologici. Nessuno si è mai sognato di prendersela, ad esempio, con le Poste se qualche idiota spedisce pacchi bomba.
D’altro canto, la legislazione sul Web è sufficientemente assortita: ingiurie, diffamazioni, minacce e quant’altro sono reati già perseguibili secondo le leggi del nostro ordinamento, che sono state anche stiracchiate, se non stuprate, per adattarsi al nuovo contesto (si pensi all’inibizione della navigazione su decine di siti che ci ha fatto paragonare ai cinesi, quelli cattivi e censori, ovviamente).
Nessuno, invece, che sappia cogliere le opportunità della tecnologia, in particolare della telematica, se non, ad esempio, per lucrare sulle brutture del gioco d’azzardo, come fa ampiamente lo Stato. Nessuno che valorizzi, con apposita legislazione, le potenzialità della Rete, straordinario mezzo di comunicazione per l’esercizio dei diritti, universali, di informare e di essere informati.
Ormai abbiamo rinunciato ad avere il sogno di politici di tale sensibilità. Ma, almeno, che non pensino a leggi speciali anche perché esistono già regole applicabili eapplicate, evidentemente a loro insaputa.
Posted in Diritti digitali, Giornalettismo
Tagged censura, Laura Boldrini, leggi speciali, Pietro Grazzo
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