La cache non vale

Questa volta attingo al Tg.com: Non è reato visitare siti pedofili. Pennsylvania, foto in cache non bastano.
Mi colpisce, in particolare, il passaggio conclusivo: "Della stessa opinione non è invece la legislazione italiana, che, al pari di quella della Pennsylvania, non considera prova evidente di reato la semplice presenza di contenuti pedo-pornografici nella cache del browser. Un sito legale, del resto, al suo interno potrebbe contenere link a materiale illecito e la memoria del software di navigazione potrebbe non essere sufficiente per provare l’incriminazione".
Non e’ esattamente cosi’.
In Italia non c’e’ alcuna legge che afferma che i file temporanei del browser non bastano per la condanna. Piuttosto, e’ una questione di analisi del fatto concreto, anche di buonsenso. E’ quello che, evidentemente, ha spinto il GUP di Perugia a prendere questa decisione assolutoria (di condanna, pero’, per altri fatti di scambio). Si tratta, tra l’altro, di conclusioni gia’ pacificamente tratte dalla dottrina, almeno quella piu’ attenta ai contenuti tecnici.
Non per questo la decisione vale come principio generale, come fosse una legge.

Posted in Reati informatici.

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