Il processo telematico: che succede?

Finalmente, qualcuno ha alzato un po’ la voce per dire che la tanto sbandierata giustizia tecnologica (dunque, piu’ efficiente) si percepisce assai poco. La fonte e’ piu’ che autorevole: il CNR.[[SPEZZA]]
Da tempo, e’ attivo un servizio per le denunce via Web. QUI l’esempio della Polizia di Stato. Purtroppo, oltre ad essere limitata ai casi di smarrimento e furto, non ha un gran valore giuridico nel senso che, se dopo la compilazione telematica, non si va al Commissariato a firmare di proprio pugno, serve a ben poco. Va bene, dicono che consente di risparmiare tempo, ma l’"accelerazione della pratica" non mi sembra garantita.
La (sofferta) firma digitale, nelle sue applicazioni giudiziarie, non sembra decollare. DI fatto, la usano soltanto i commercialisti per l’invio telematico delle dichiarazioni dei redditi.
Da anni si parla di processo telematico, ma, anzitutto, non riguarda il penale. Io, che sono un po’ pigro, speravo proprio di inviare i miei atti sfruttando quella smartcard che giace inutilizzata nel mio portafoglio dal 2001. Niente, devo continuare a consumare inchiostro e a contribuire al disboscamento planetario…
Nel civile non va meglio. Malgrado, come detto sopra, siano passati anni, si e’ fatto ben poco, non per tutte le sedi e soltanto per un manipoli di sperimentatori.
Sembra proprio che, a parte il raro PoliWeb, il massimo sia rappresentato dalla presentazione (non imposta dalla legge) dei file degli atti di parte per consentire al magistrato di copiare e incollare nei propri provvedimenti. Ecco, questo, per la verita’, succede anche nel penale. I colleghi penalisti sanno benissimo quanto le ordinanze applicative delle misure cautelari siano praticamente sovrapponibili alle richieste dei pm. Il che non e’ soltanto sintomo di pigrizia nella dattilografia.
Poca roba, insomma. Eppure, ancora oggi, fioriscono convegni, seminari, simposi, guide, banchetti, cocktail e quant’altro. Conosco gente che, cavalcando quest’onda anomala del processo telematico, ha goduto di benefici che, altrimenti, non sarebbero mai giunti, anonimi (sino a quel momento) operatori che hanno fiutato l’opportunita’, diciamo pure il business.
Si’, perche’ come riportato in questo articolo di PI, stanno arrivando nuovi e non trascurabili finanziamenti.
Fate un po’ voi. Intanto, ai colleghi speranzosi, suggerisco di fare tranquillamente scorta di toner e biro. Aspetteramo ancora molto perche’, da noi, la tecnologia e’ sempre perle per i porci, ammesso e non concesso, poi, che queste cose servano realmente alla nostra Giustizia.

Posted in Giustizia tecnologica.

2 Responses to Il processo telematico: che succede?

  1. AndreaR says:

    per la verita’ a me risulta strano che quell’ignoto istituto del CNR si svegli oggi e cerchi di screditare il PCT che e’ un invia di implementazione in alcune delle sue parti – vedi quello che succede a Milano, per esempio. Il fatto e’ che la torta e’ grossa e spesso se si cerca, ci si accorge che quelli che ne parlano male non sono stati invitati a sedere a tavola.

  2. Minotti says:

    Non so il CNR, ma a me, francamente, la torta non interessa. Eppoi, non penso che il CNR abbia voluto screditare il PCT. Ha soltanto abbassato qualche cresta.
    Comunque, a Milano staranno anche facendo qualcosa, ma, appunto, e’ soltanto Milano e sono passati tanti anni da quando sono partiti i finanziamenti…

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