Vista, parental control e privacy dei lavoratori

Bisognerebbe, piu’ correttamente, parlare di User Account Control (UAC) che governa il tutto. Vediamo un po’.

Parlando con una persona circa la possibile invasivita’ (sulla privacy) dei software di parental control, ho voluto approfondire l’argomento. Matteo Flora mi ha dato ottimi spunti, poi ho proseguito un po’ da solo sulle implicazioni giuridiche.

Insomma, al di la’ dei semplici "blocchi", pare che il parental control di Vista (sostanzialmente, una feature del predetto UAC) effettui anche un vero e proprio tracciamento con registazione di informazioni.

Matteo mi ha segnalato questi screenshot ed io ve li linko. QUI e QUI, relativi anche a precedenti build beta, ma mi dicono invariati nella sostanza.

Direi che la informazioni acquisite (dall’Amministratore, ovviamente, e non cancellabili dal singolo User) sono parecchie. Sono dati personali anche di natura sensibile. E cio’ sembrerebbe funzionare anche in ambito aziendale (tranne alcune limitazioni segnalate da Microsoft).

Il che – ma non c’era bisogno della mia opinione – porta con se’ tutte le problematiche relative al controllo sui lavoratori, particolarmente attuali dopo le linee guida del Garante.

  1. paolog:

    Daniele, non vorrei sbagliarmi, ma mi sembrava di aver letto da qualche parte (non ricordo alcun riferimento putroppo) che “essendo l’infrastruttura informatica ed i relativi strumenti” – ad esempio un computer portatile assegnato ad un dipendente – “di proprieta’ del datore di lavoro, questi ha il diritto di controllare l’uso che il dipendente ne fa”. Il che, secondo me, equivale a dire che il mio datore di lavoro puo’ liberamente impicciarsi dei fatti miei, se lo vuole: su quali siti navigo, che file scarico, se e quando utilizzo la chat, ecc…

    Ti risulta?

  2. Minotti:

    Sembrerebbe proprio di no a leggere le linee guida che, infatti, parlano anche di computer affidati ai lavoratori.

  3. paolog:

    Ok, grazie

  4. laurafurla:

    Facciamo l’esempio dell’auto aziendale data in uso al dipendente. Se costui deve andare da Milano a Modena, il datore di lavoro ha forse il diritto di controllare se il dipendente preferisce fare l’autostrada o la statale, se e quante volte si ferma per strada, per comprare o mangiare che cosa? Eppure il tutto viene fatto con l’uso dell’auto aziendale. Che il dipendente ne sia responsabile non ci piove. Che debba ottemperare le norme della circolazione nemmeno. Ma esisterà o non un margine di non controllo, posto che tutto avvenga nella correttezza e che soprattutto, il dipendente vada davvero a Modena a concludere l’impegno lavorativo? Idem per gli strumenti informatici, appunto “affidati” al dipendente. Ma in fondo le norme le fa anche l’economia. Un vero imprenditore sa che attuare un controllo “carcerario” sui propri collaboratori è lontanissimo dalla più elementare logica produttiva… perchè la parola magica è.. motivare. Ma questo è un altro discorso