La legge va rispettata, ma costa cara

Bene, pare che, in Italia (e non solo), i siti istituzionali facciano pena. Stupore? Forse soltanto per i nostri governanti (non che siano in malafede… proprio non capiscono…).
Uno di quelli che in Rete ci sta pensa subito allo scandalo, soffocato, di italia.it, al "divieto" di accesso agli atti per qualcosa che e’ costato un sacco di soldi ed e’ un disservizio. Certo, siamo sudditi, non cittadini e le motivazioni formali sono il mestiere di noi cervellotici giuristi.
In realta’ c’e’ molto di più.[[SPEZZA]]
Faccio un esempio, comprensibilissimo per tutti.
Da noi, l’ignoranza della legge non scusa. Lo dice l’art. 5 del nostro codice penale: "Nessuno può invocare a propria scusa l’ignoranza della legge penale".
Ok, ma, allora, uno ha qualche ragionevole motivo per pretendere che le regole siano disponibili, chiare e… aggiornate.
Andiamo avanti con l’esempio, un po’ influenzato dalla mia esperienza professionale.
Uno si trova indagato per il reato di cui all’art 171, comma 1, lettera a-bis) della l. 633/41 (per l’upload illegale via P2P) e, prima di andare da un avvocato, cerca.
Cerca, comprensibilmente, una fonte ufficiale e, se gli va bene, trova NormeinRete che e’ il vanto dell’informazione giuridica dello Stato.
Inserisce la query relativa alla 633/41 e trova due fonti: Cassazione e Ministero della Giustizia (via SIAE). Bene, il secondo testo e’ corretto e aggiornato, il primo… lasciamo perdere… e’ la versione del 1941…
Io lo so, perche’ faccio l’avvocato (e mi interesso della materia), ma il cittadino che e’ parimenti tenuto all’osservanza della legge?
Abbiamo un sistema idiota di novellazione aggravato da questa inesistenza dell’informazione di aggiornamento.
Stato, Internet, pubblicità della legge = Zero in pagella. Ok, forse occorrerebbe ricordare che bisogna far sopravvivere l’IPZS che di pubblicazioni di legge vive (a scrocco, visto che le leggi le fanno i nostri rappresentanti, dunque noi). Si’ perche’ la Gazzetta Ufficiale, edita dallo stesso Poligrafico, e’ a pagamento, il relativo sito pubblica, gratuitamente, soltanto quelle degli ultimi sessanta giorni e ben pochi (e introvabili) siti istituzionali si occupano dell’indispensabile aggiornamento. Arrangiatevi, siete sudditi, non cittadini.
Oso: come può lo Stato pretendere la conoscenza di una legge a pagamento e così complicata? Anche per noi operatori del diritto, eh…
Posted in Diritti digitali.

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