Tutti indagati, tutti schedati
Prendo spunto da quanto riportato oggi da PI. Il Ministro Gentiloni, durante il question time del 27 settembre in Senato, snocciola le cifre della lotta alla pedopornografia, loda la sua azione e propone nuove iniziative anche a livello europeo.
Il tema è certamente delicato perche’ riguarda i bambini, ma, allo stesso tempo, e’ assai critico perche’ opinare l’azione del Governo su tale fronte espone al rischio di accuse di pedofilia, quanto meno “culturale”. Insomma, la critica su tale politica e’ un vero tabu’.[[SPEZZA]]
Le nuove norme sulla pedopornografia citate da Gentiloni sono rappresentate da due provvedimenti: la legge 38/2006 e il decreto 8 gennaio 2007. A ben vedere, pero’, i “meriti” dell’attuale Ministro riguardano soltanto il decreto perche’ la legge e’ stata approvata, pur a larga maggioranza, durante la precedente legislatura e il disegno di legge originario (C-4599) era di iniziativa del Governo Berlusconi.
Quanto al decreto, Punto Informatico sottolinea, giustamente, che Gentiloni “sorvola” sulle applicazioni distorte. Va bene, non era quella la sede, non era l’oggetto dell’interrogazione, ma non mi risulta che, malgrado alcune voci (purtroppo non abbastanza forti) il Ministro abbia mai dato spiegazioni degli abusi che, di fatto, hanno assunto i tratti della censura illegale. In piu’, la presentazione delle cifre (arresti, sequestri, ecc.) presenta il solito viziaccio: tace – come, invece, dovrebbe fare un amministratore onesto – di eventuali esiti negativi delle indagini (scarcerazioni, archiviazioni, proscioglimenti).
A cio’ si collega un altro profilo parecchio inquietante e’ il tentativo di collaborazione con il Guardasigilli per l’acquisizione dei nominativi dei condannati per reati di pedofilia (e penso anche pedopornografia), ma anche dei meri “inquisiti” (rectius: indagati”). Che, come detto sopra, e’ una cosa inquietante: non si comprendono bene i fini di questa schedatura fuori dagli scopi stretti di giustizia; il Ministro dimentica operazioni fallimentari come quella denominata Game Over (circa 1.500 indagati con un’altissima percentuale di archiviazioni o proscioglimenti); l’art. 27 della Costituzione subisce sempre piu’ violenze.
beppe.b:
Settembre 28th, 2007 at 14:09
non è mai bello fare dietrologia, ma il sospetto che il reale obiettivo sia quello di creare l’infrastruttura di controllo di internet (che è un media atipico visto che i contenuti non sono canalizzati da una società editoriale ‘normalmente’ sovvenzionate a vario titolo)? cfr. infrastrutture di filtraggio degli IP già utilizzati a sproposito.