Faccio due premesse perche’ non si puo’ banalizzare:
– una sentenza a seguito di patteggiamento e’ certamente e normalmente meno approfondita (in fatto e in diritto) rispetto ad una decisione resa a seguito di altro rito, dunque non puo’ essere presa come "precedente" (ancorche’ di merito e non di legittimita’); specie se si considera che il patteggiamento e’ una richiesta di applicazione pena concordata con il pubblico ministero e avallata dal giudice che compie una verifica di congruita’ della pena e di non ricorrenza di ipotesi di proscioglimento allo stato degli atti;
– la decisione di patteggiare o meno dipende da diversi fattori, molti, di regola, conosciuti soltanto agli interessati, dunque non puo’ essere opinata da noi “spettatori”; e’ una decisione "tecnica" e di opportunita’.
Detto cio’, riportiamo la notizia della condanna che, sinceramente, mi era sfuggita. Ricordiamo anche i fatti. Le Iene, anche in considerazione dell’approvazione di leggi anti-droga peggiorative, decidono di verificare, con un trucco (letteralmente…), se i tanto moralisti parlamentari (perche’ la legge ha sicuramente anche una funzione moralizzatrice, specie su certi temi) siano cosi’ “puliti” da potersi occupare delle droghe altrui. Del resto, c’era gia’ stato lo scandalo dei "cavallini" (portatori di droga) in Parlamento.
I risultati dell’inchiesta sono andati ben al di la’ delle piu’ rosee (si fa per dire, perche’ la cosa e’ molto triste) aspettative: 4 parlamentari su 50 sono tossici di coca, altri 12 si fanno delle canne.
Il Garante si sveglia, blocca il trattamento e, poi, ne dispone il divieto. Di fatto blocca il servizio e molti gridano alla censura. Intanto, anche la Procura di Roma si attiva (non so se su segnalazione di qualcuno, ma per quel reato si procede d’ufficio).
Ora, viste le premesse che ho fatto non si puo’ negare che un giudizio giuridico sulla sentenza sia abbastanza arduo. Pero’, mi domando se i dati raccolti siano realmente personali e se, in qualche modo, sia stata considerata quella giurisprudenza (che, comunque, non condivido appieno) della Cassazione che ritiene che il nocumento previsto dall’art. 167 T.U. dati personali (reato verosimilmente contestato nella fattispecie del secondo comma) debba avere contenuto patrimoniale apprezzabile.
A livello piu’ elevato mi chiedo dove sia finito il diritto di cronaca e che forza abbia, oggi, rispetto all’onnipresente e onnipotente privacy.
A livello piu’ elevato mi chiedo dove sia finito il diritto di cronaca e che forza abbia, oggi, rispetto all’onnipresente e onnipotente privacy.
Come cittadino, mi chiedo se siano peggio le Iene oppure certi (molti) parlamentari “tossici” che continuano a decidere per noi, come l’On. Mele che la stampa riferisce essere indagato per spaccio. Forse Grillo dovrebbe pensare anche a loro, non soltanto a quelli condannati per un qualsiasi reato.
hai ragione: non è una bella cosa, soprattutto trattandosi di dati tutto sommato anonimi. Tra l’altro anche la scelta del patteggiamento ….. Lo sconto di pena potevano assicurarselo anche con altri riti alternativi e comunque sarebbe andato in condizionale, anzi magari una prescrizioncella, appellando e ricorrendo, magari ci si scappava pure (ora semmai possono ricorrere solo in Cassazione per violazione del 129. cpp – e io francamente ci proverei credendoci, oltretutto)
Ho una senzazione di ‘clima non sereno’. Probabilmente sbaglio, però. ciao
Beppe.B.