E’ vero, io faccio penale e non ho una chiara visione di quello che succede nel civile dove, almeno formalmente, si concentrano gli sforzi per il processo telematico. Ma, comunque, non ho notizia di adeguati risultati, specie se si considera che del processo telematico si parla e si dice di fare da anni.
Mastella conferma di voler piu’ soldi.
E se facesse la fine di Italia.it? Almeno diteci dove li avete buttati, i soldi.
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Mi sono laureato nel 2002 con credo la prima tesi in Italia sul processo telematico ed edito dal Mulino c’è il convegno bolognese, se non vado errat odel 1999, in cui si parlava del progetto partito dal tribunale di Bologna (in particolar modo grazie ad alcuni magistrati come Pasquale Liccardo). Io non riesco a capire come non si riesca a far partire un processo di informatizzazione che in fondo non è poi così complesso o che comunque può essere ulteriormente semplificato risparmiando un mare di carta anche perchè gli strumenti normativi e tecnologici ci sarebbero tutti. Male i politici ma male anche gli avvocati in un pianeta giustizia in cui il conservatorismo ed il misoneismo imperano.
Mah, qualcuno mi dovrebbe spiegare perché il fatto di depositare le memorie via internet dovrebbe risolvere così tanti problemi.
Ok, eliminamo l’impiegata al bancone.
Comunque le udienze si debbono fare (senza arrivare ai deliri dei penalisti , mi sembra che si abbia il diritto di guardare in faccia, almeno ogni tanto, il giudice) e le memorie debbono essere anche lette da qualcuno (magari il giudice…).
E tutto questo comporta tempi incomparabilmente più lunghi.
Sicché, a parte sveltire un po’ il lavoro di cancelleria, perché tutta ‘sta menata?
Un processo non far girare carte alla max velocità possibile: è assumere decisioni.
In realtà il lavoro di cancelleria e prima ancora le notifiche sono dei ‘colli di bottiglia’ notevoli. Per non parlare dei tempi materialmente trasferire documentazione, ad es. quando (nel penale) si deve stralciare documentazione destinata ad altra sede: in questi casi si aprono veri ‘deliri’ per trovare un impiegato che materialmente faccia la montagna di fotocopie richieste ….. Se la documentazione viaggiasse già all’origine in elettronico, invece, la questione sarebbe molto semplice, anche per l’ordinaria distribuzione ai magistrati, senza adibire agenti di PG alle fotocopiatrici …..
Sai, in ogni caso, tutto fa brodo, tempi delle decisioni sono assurdi, è vero, ma se non si cominciasse a razionalizzare la ‘macchina’ che sta alla base….
Pensiamo, poi, alle notifiche: che ci vorrebbe a ‘imporre’ agli avvocati una casella di posta elettronica certificata (costo attuale 100 euro all’anno, ma con la possibilità di risparmiare almeno altrettanto di fax a corrispondenti e controparti)? Una proposta di questo genere scatenerebbe un vero putiferio e subito la si “butterebbe in politica”, come è stato fatto per la proposta di ‘imporre’ una casella di PEC a tutte le società commerciali (in relazione alla quale ho letto di commenti deliranti improntati alla massima dietrologia).
Bha, il fatto è che l’innovazione non è un obbligo per nessuno e la debbono sempre fare gli altri ….
Eppure la possibilità di fare notifiche a controparti e colleghi (previa modifica normativa assolutamente ‘no cost’ per l’amministrazione e – per i cittadini – con costi tutto sommato bassi e ammortizzabili con i minori costi di tutta una serie di possibili altri utilizzi) secondo me contribuirebbe a snellire prima di tutto il lavoro negli studi stessi. Non è che non dovere andare all’ufficio notifiche non si risparmi, anzi. Fosse solo una questione di qualità della vita
La verità è che il problema non è tecnologico nè economico: è culturale e di privilegi.
In primis, il PCT non è visto di buon occhio a causa del cozzare contro lo scandaloso analfabetismo tecnologico degli operatori (e anche di chi prende le decisioni “in alto”!) e il radicatissimo modus operandi analogico dovuto all’età di chi nei tribunali comanda (corpo giudicante in testa, salvo poche notabili eccezioni).
Un’adozione massiva delle dinamiche “telematiche” (per inciso: non quelle attuali, imbrigliate da norme vetuste e troppo legate alla forma e poco alla sostanza) scardinerebbe tutto il sistema di potere “interno” fatto di responsabilità, assunzioni e nomine clientelari e, perchè no, di flusso monetario indotto.
E infine… ci si è mai chiesti perchè il budget del ministero della Giustizia per l’informatica nel settore penale è CINQUE volte quello per il settore civile?
@insider. Perché il civile serve alle persone per risolvere i propri problemi, il penale al principe di turno per mostrare quanto è forte e potente.
@insider: quanto tu dici non è certo vero per la sola amministrazione della giustizia .. anche limitando l’analisi alle sole categorie ‘legali’