Videotelefoni e scuola
Andiamo subito al punto: il Ministro dell’Istruzione non fa leggi. E neppure il Garante c.d. "della Privacy".
Cosi’, quanto pomposamente titolato dai vari media online circa l’odierna Direttiva di Fioroni, non e’ corretto. Come non e’ corretto sostenere che l’uso di videotelefoni a scuola comporta sicuramente l’irrogabilita’ di sanzioni amministrative pecuniarie sino a 30.000 euro.
Si legga l’art. 5, comma 3, del T.U. Privacy: "Il trattamento di dati personali effettuato da persone fisiche per fini esclusivamente personali è soggetto all’applicazione del presente codice solo se i dati sono destinati ad una comunicazione sistematica o alla diffusione. Si applicano in ogni caso le disposizioni in tema di responsabilità e di sicurezza dei dati di cui agli articoli 15 e 31".
La ripresa, di per sé, non è diffusione o comunicazione sistematica. Altro paio di maniche è la diffusione mediante servizi Internet o via bluetooh o MMS.
Devo dire, pero’, che la Direttiva e’ molto attenta a questi profili richiamando non editti ministeriali ma norme di legge. A differenza di quanto accaduto tempo fa ove i media, sulla scorta delle dichiarazioni della Polizia Postale, parlarono subito di multe per un caso di mera ripresa.
Beninteso che anche la semplice ripresa puo’ essere un gesto di maleducazione alterante la funzione scolastica.