Posso essere un po’ confuso?
Premetto che, a differenza di tanti altri, non ho ancora le idee chiare sulla famosa riforma dell’art. 70 l.d.a. Probabilmente, si tratta di un mio limite.
Per quelli di fretta, segnalo PI dove c’e’ linkato quasi tutto in materia. E riporto il testo del comma 1-bis, quello incriminato.
“1-bis. È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro dell’università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all’uso didattico o scientifico di cui al presente comma“.
Ho da fare poche considerazioni, per ora. Sono il sunto anche di una “mailata” (non si legga… “maialata” ;-), vuol dire che ci siamo scritti) con Stefano Quintarelli e una terza persona che ci ha stuzzicato sul punto.
Cosa significano “bassa risoluzione” e “degradate”?
Sulla bassa risoluzione occorrerebbe qualche elemento in piu’ perche’ chi dedice (e come) cos’e’ basso, medio e alto?
Degradata, se proprio vogliamo trovare il cavillo, e’ qualsiasi riproduzione di un originale non digitale (es.: la fotografia di un affresco), mentre per le opere originariamente digitali esistono tecniche senza compressione o lossless. Le compressioni lossy sono tutte in qualche modo degradanti, per definizione.
Pero’, un algoritmo destinato alla pubblicazione su Internet e’, di regola (e per tante ragioni, anche di banda), a “bassa risoluzione” e “degradato”.
Il fatto e’ che esiste anche l’eccezione di cui occorre tenere conto, come si puo’ sostenere, senza tema di smentita, che un’opera non e’ pianamente fruibile se non nella completezza dei suoi particolari. E infatti, allora, che senso avrebbe il Cenacolo in alta definizione?
Conclusioni: sto ancora cavillando sulla legge nel suo insieme (e Quinta ha gia’ scritto qualcosa), ma, in effetti, quel comma, che potrebbe giovare a Wikipedia, sembra, comunque, un limite alla diffusione della cultura, non da poco.
Ah.. poi, qualcuno ci dovra’ spiegare l’esatta portata dello scopo di lucro. Ad esempio, se riguarda un sito che pubblica qualche annuncio (ricordate il prof. romagnolo?).