Questo che copio e incollo qui sotto è il testo di un’email-programma inviata da un candidato, ovviamente con un sacco di indirizzi di chiaro di altri Colleghi (ma chissà chi avrà autorizzato questa pubblicità elettorale, succede tutti gli anni…).
Se qualcuno ci capisce qualcosa, faccia un fischio nei commenti.
ELEZIONI DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE DI GENOVA PER IL BIENNIO 2008-2009
In occasione delle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine di Genova riteniamo opportuno informare tutti i Colleghi della nostra decisione di candidarci alla carica di consigliere, sulla base di alcune considerazioni di fondo in merito ai problemi dell’avvocatura che abbiamo condiviso, e che desidereremmo fossero affrontati con determinazione dai nostri organi rappresentativi.
In particolare vorremmo richiamare l’attenzione della nostra categoria su questi temi di fondo:
L’imminenza di ulteriori rilevanti innovazioni nel nostro ordinamento, dopo quelle già entrate in vigore nell’estate del 2006, che in alcuni aspetti rilevanti potrebbero risultare non conformi ai principi irrinunciabili sui quali è fondata la professione forense
Il diffuso disinteresse degli avvocati, ed in particolare dei giovani che ormai da oltre un decennio accedono sempre più numerosi alla professione, nei confronti delle problematiche e degli organismi rappresentativi della categoria, derivante da un sentimento di sfiducia verso le istituzioni forensi non sempre giustificato da ragioni obiettive.
Gli innegabili cambiamenti che si stanno verificando nel modo concreto con cui si esercita quotidianamente la professione forense, anche in dipendenza dei sempre più frequenti contatti con realtà che nascono in sistemi giuridici di tradizioni diverse dal nostro, con i quali è indispensabile rapportarsi senza pregiudizi ma anche senza soggezione.
La consapevolezza che i mutamenti delle condizioni di base della società e dell’economia, che in questi anni hanno avuto una brusca accelerazione, e che inevitabilmente coinvolgono ogni settore, incluso quello delle professioni liberali, vanno accettati senza preclusioni di sorta, con volontà di adeguamento da parte della nostra categoria, senza però rinunciare ad alcuni presupposti non negoziabili quali, ad esempio, la netta distinzione, sotto l’aspetto deontologico e fiscale, fra l’esercizio dell’attività professionale e quello di impresa.
La necessità infine che la classe forense eserciti una decisa azione propositiva per affrontare i gravi problemi della magistratura, con particolare riferimento alle modifiche anche radicali dell’ordinamento che tendano ad aumentare efficienza e produttività dell’attività giurisdizionale, la cui risoluzione – da troppo tempo procrastinata – è indispensabile per il corretto ed efficace esercizio della funzione dell’avvocatura.
Per questi principi di fondo si sono trovati d’accordo gli avvocati
TIZIO
CAIO
SEMPRONIO
MEVIO
che al di fuori di logiche di contrapposizione, si dichiarano disponibili ad occuparsi dei problemi della categoria nel segno della continuità con il Consiglio uscente, al quale manifestano sincero apprezzamento per l’attività sino ad oggi svolta.
A tutti i Colleghi e le Colleghe rivolgiamo l’invito a partecipare alla votazione al fine di consentire un ampio coinvolgimento degli avvocati nel processo di scelta del proprio organo rappresentativo, cui nel prossimo biennio saranno demandate importanti responsabilità per le problematiche che ci riguardano.
Ecco. Mi sono sempre chiesta se dopo Tizio, Caio e Sempronio ne esistesse un quarto…(per il resto non commento, perché son placida e signora) ;-*
Si racconta che, tanti anni fa, dalle nostre parti, ci fosse un arguto avvocato che alle telefonate di propaganda elettorale rispondeva invariabilmente così: “Ma certo che prometto di votarti: lo prometto a tutti quelli che mi telefonano, figurati se non lo prometto a te che sei mio amico!”